I dodici ascensori nella torre che si avvolge verso il cielo della Germania

In posizione statica sopra il balcone del castello, lo spettro amante dell’architettura del conte di Zollern dalla cima della sua ancestrale montagna, 800 metri nel Baden-Württemberg, avrebbe avuto molto di cui prendere atto. Le strisce parallele delle lunghe strade statali, gli alti ed inspiegabili “pali” della luce costruiti da noi moderni. Strisce candide nei cieli, disegnate dagli aerei di passaggio nelle quattro direzioni cardinali. Ed al culmine del suo distante sguardo, semi-trasparente nella nebbia, la struttura di una strana torre in grado di rivaleggiare l’altitudine del suo punto di vista. Delicatamente perpendicolare, almeno in apparenza liscia come la superficie di un usbergo dei suoi tempi di battaglie all’arma bianca e senza dubbio alcuno, spiraleggiante alla maniera di una candela decorativa. “Perciò” egli si sarebbe detto mentre si faceva schermo dal Sole alto nel cielo con la mano destra “Mia moglie aveva ragione. Non solo gli stregoni esistono, ma possono creare i propri domicili sopra i limiti della coscienza e conoscenza di noi mortali.” Per poi sorridere, cogliendo l’ironia latente della propria situazione senza tempo. E d’altra parte: 232 metri! Nessun augusto campanile, neanche il più ambizioso posto di comando militare, avrebbe mai potuto aspirare ad un tale punto di vantaggio sulla situazione paesaggistica vigente. Fino all’invenzione di un certo numero di tecnologie, inclusa quella del calcestruzzo proiettato con rete di pre-tensionamento all’interno delle sottili, curvilinee pareti del cilindro perpendicolare. La cui stessa ragion d’essere, o imprescindibile ragione d’esistenza, può essere direttamente ricondotta alla necessità non propriamente evidente del mondo moderno: l’implementazione progettuale, prova pratica e utilizzo reiterato di nuove tecnologie per il sollevamento strutturale di carichi e persone. In altri termini, ascensori, come esemplificato dal nome specifico di TK-Elevator-Testturm, con tutto l’appeal della legenda di esplicativa ai margini di una piantina topografica di riferimento. Dove l’acronimo iniziale sta per Thyssenkrupp, la grande compagnia tedesca produttrice d’innumerevoli apparecchiature, componenti di metallo ed elementi infrastrutturali al servizio del bene comune. Obiettivo potenzialmente non semplice, quando s’inserisce dentro l’equazione l’elemento di cabine semoventi per svariate centinaia di metri di dislivello, all’interno dell’attuale panorama dei crescenti grattacieli terrestri. Così l’idea, concretizzatosi a partire dal 2014 e giunta ad ultimo coronamento tre anni dopo, per la costruzione del nuovo istituto sperimentale, a ragionevole distanza dal centro di ricerca di Neuhausen, giudicato troppo prossimo dall’aeroporto di Stoccarda. Proprio qui a Rottweil, luogo d’origine della famosa e omonima razza canina, tra l’entusiasmo delle autorità e prevedibili proteste degli abitanti locali. Almeno finché i soldi significativi dei turisti non hanno iniziato a cambiar di mano, grazie all’attrattiva senza precedenti di una piattaforma d’osservazione senza pari in tutta la Germania e molto probabilmente, l’Europa intera…

Oltre alle due sale di rappresentanza sopraelevate la torre ne prevede una terza al piano terra, con grande schermo di proiezione per le presentazioni aziendali. La perfetta anticamera funzionale, prima di “ascendere” ai luoghi superni per la dimostrazione pratica degli argomenti trattati.

Costruita grazie alla collaborazione dei due architetti Helmut Jahn e Werner Sobek, il secondo dei quali coinvolto nel progetto anche in qualità d’ingegnere strutturale, la Testturm rappresenta dunque il culmine osservabile di un’ampia gamma di tecnologie innovative. A partire dal momento della propria costruzione, effettuata mediante il sistema di costruzione a casseforme scorrevoli, con progressivo innalzamento dell’ultimo piano per la cifra notevole di 5,6 metri al giorno. Portando a coronamento l’elevazione delle pareti esterne già entro l’inverno del 2015, per poi passare all’installazione dei mezzanini tramite pompaggio del calcestruzzo in stato semi-liquido direttamente dal basso. Un processo rapido e conveniente, capace di lasciare ampio tempo nella definizione degli spazi, inclusi quelli dedicati alla dozzina di trombe verticali degli ascensori, dove sarebbero stati in seguito installati sia quelli di servizio della torre che i vari prototipi da mettere alla prova della compagnia committente. Obiettivo la cui realizzazione, nello specifico, può dimostrarsi meno facile di quanto si potrebbe essere indotti a pensare, soprattutto nel caso dei sistemi ad alta velocità correntemente impiegati nelle torri super-alte delle ultime decadi, inerentemente incapaci di raggiungere la massima accelerazione senza uno spazio di almeno 90-100 metri da impiegare dal momento della partenza. Ed in effetti basta una rapida consultazione dell’elenco delle testtürme costruite recentemente, per poter prendere atto di un’altezza in progressiva crescita di pochi metri ogni volta, quasi l’obiettivo collaterale, ma cionondimeno importante, fosse quello di superare l’offerta dei propri competitors commerciali. Con l’esempio di Rottweil superato già tre volte in Cina dalla sua pur recente inaugurazione, ad opera di un’ulteriore torre della TK in Zhongshan (248 metri) così come quella della Canny nel Jiangsu (268) e infine l’H1 Tower della Hitachi in Guangzhou (273).
Ancorché sia di per se affermabile che in termini di fascino esteriore, l’edificio tedesco mantenga il suo primato apprezzabile, principalmente grazie all’originale soluzione usata per la sua facciata. Una soluzione architettonica almeno in parte motivata dal bisogno di allontanare le critiche dei convinti protettori del territorio, e consistente nell’impiego di una sottile membrana in tessuto di fibra di vetro PTFE, fissata a una sottostruttura in acciaio capace di donargli la caratteristica forma di un lunghissimo rigatone. Per di più impreziosita dall’opacità progressivamente inferiore man mano che si procede verso la sommità, permettendo di scorgere una quantità crescente di dettagli nell’effettiva conformazione della torre situata oltre il velo. Neanche si trattasse, possibilmente, del miraggio di una remota ed intangibile torre fatata.

Costruita con un’ampia dotazione di dispositivi di sicurezza, inclusi sensori antincendio a ogni piano e 40 pulsanti di allarme manuale, la torre risulta inoltre dotata di 1.390 scalini, da usare principalmente in caso di emergenza. Oltre all’annuale corsa di podismo tenuta a partire dal 2018, il cui attuale record appartiene a Christian Riedl (6:56 minuti).

Un’attenzione nei confronti di elementi non soltanto pratici e funzionali che si riflette, d’altra parte, nella funzione secondaria della torre, creata fin da principio come una possibile “calamita” per visitatori dell’intera parte meridionale della Germania, offrendo l’opportunità di raggiungere il ponte panoramico al di sotto della guglia, un letterale “attico” all’altezza di 232 metri. Con binocoli e guide d’osservazione alle diverse città visibili, assieme alle distanti cime montane capaci d’incorniciare e impreziosire il quadro generale di un così memorabile paesaggio. Altrettanto utile a determinare l’atmosfera delle due sale conferenze presenti a 120 e 220 metri, da utilizzare per presentazioni aziendali o altri eventi organizzabili su prenotazione. Conclude il quadro ingegneristico, la presenza non meno distintiva di uno speciale pendolo al ventinovesimo piano, capace di sviluppare forze trasversali utili a simulare l’effetto del vento sulle trombe verticali degli ascensori, come ulteriore strumento valido alla sperimentazione.
Visitata da oltre 220.000 persone già entro il 2018, destinate certamente a crescere negli anni a venire (pandemia permettendo) la Testturm ha dunque assolto con evidente successo alla sua funzione secondaria, mentre serviva con comprovata efficienza alla ragione stessa della propria implementazione. Avendo qui costituito, tra le altre cose, il banco di prova principale per il sistema MULTI, l’innovativo ascensore della TK capace di muoversi lungo binari magnetici, anche in orizzontale, che potrebbe in futuro superare la necessità dei piani tecnici e sale di sollevamento all’interno dei più alti grattacieli della Terra. A patto di ottenere una certificazione che dovrà e potrà venire, come in altri casi simili, dall’assoluta sicurezza della sua utilizzabilità futura. E quale miglior luogo per riuscire ad ottenerla, che il nuovo campanile silenzioso sopra gli ampi territori della Foresta Nera?

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