Spiando il pesce metallico più imponente dell’entroterra indiano

Specie: Grandissimus rhincomaximus ichtyomorphus. La creatura dalle dimensioni imponenti, attestata presso un unico centro cittadino al mondo, è un rapido nuotatore quando sente la necessità di spostarsi, il che avviene a conti fatti assai raramente. Questo perché il placido guardiano della strada che conduce all’aeroporto, per nutrirsi, non ha alcun bisogno di guizzare attorno all’ombra dei palazzi circostanti. Esso giace immobile in attesa. Mentre schiere letterali di persone, totalmente inconsapevoli di ciò che stanno facendo, entrano di propria volontà all’interno del suo stomaco. Ed al trascorrere di circa otto ore, senza riportare alcun tipo di conseguenza fisica, ne fuoriescono di nuovo come se niente fosse, dirigendosi verso le proprie automobili per far tornare tra le mura di casa propria. Nessun interesse il pesce mostra, in effetti, per il contenuto nutritivo delle loro carni. Bensì quelli che derivano, in maniera pressoché continua, dall’applicazione prolungata delle loro menti. Siamo a Hyderabad nello stato di Andhra Pradesh, a circa 500 chilometri dalle più vicine coste del subcontinente indiano, e in questo sfolgorante essere, qualcuno, in un momento particolarmente ispirato, ha deciso di plasmare in tale guisa le svettanti mura di un ufficio. La sua funzione? Dipartimento Centrale dello Sviluppo della Pesca, ovviamente. Avreste mai potuto immaginare nulla di diverso?
Il palazzo-pesce, coi suoi tre piani sopraelevati più un foyer al livello del terreno, con la forma di un plinto che solleva e mette in mostra la fantastica “creatura” è un vecchio classico delle foto fatte circolare online, spesso accompagnato da un breve trafiletto in lingua inglese sui palazzi di tipo novelty o mimetic, creati con l’esplicito obiettivo di alludere, pubblicizzare o rendere evidente la loro funzione. Un po’ come il più classico chiosco degli hotdog statunitense, costruito con la forma prototipica di un panino contenente il salsicciotto in questione, che poi è anche considerata la genesi di questo trend. Fatta convenzionalmente risalire al celebre Tail o’ the Pup (“Coda del cagnolino”) inaugurato a Los Angeles nell’ormai remoto 1946. Ma se una simile creazione commerciale appariva stravagante, divertente, tangibile conseguenza di uno spirito di spensieratezza che iniziava già a prendere forma nell’immediato dopoguerra, tutt’altro può esser detto dell’ufficio governativo in questione, tanto serio e anonimo nell’espressione scultorea del soggetto, quanto la funzione pratica delle mansioni che si svolgono all’interno delle sue mura convesse. Quasi a sostanziale ed innegabile conferma del più puro desiderio di affermare un singolo concetto, amplificandolo per il massimo beneficio degli spettatori e passanti casuali di questi lidi. L’interno NFDB (National Fisheries Development Board) non parrebbe infatti possedere alcuna caratteristica di una tipica attrazione per turisti, né si trova presso un luogo particolarmente battuto da questi ultimi, che d’altronde non potrebbero di certo visitarlo visto il tipo di attività che viene svolta al suo interno. Così esso meramente esiste, costituendo al tempo stesso una presenza straordinariamente divertente, o terribile, a seconda dei gusti personali di chi dovesse sentirsi chiamato ad esprimere un giudizio personale in materia.
Come molti altre visioni internettiane provenienti dal Vicino al Distante Oriente, il grande pesce sembra mantenere un certo alone di mistero in merito alle sue origini ed il modo in cui ha finito per occupare spazio fisico entro i confini di questo Universo, sebbene un singolo aspetto possa giungerci a fornirci un valido aiuto: il modo in cui entro al poliglotta metropoli di Hyderabad (quasi 7 milioni di abitanti al conteggio maggiormente conservativo) dove gli idiomi parlati includono hindi, urdu e telugu, sia paradossalmente e prevedibilmente, ancora una volta, l’inglese a costituire il metodo espressivo preferito per le comunicazioni ufficiali rivolte alla popolazione indivisa. Il che ci permette, tramite l’accesso al sito ufficiale dell’istituzione, di acquisire alcuni dettagli in merito alla sua storia, attività e successi…

Incredibile quali proporzioni possano riuscire ad assumere, talvolta, i sogni degli umani! Ma ogni illusione d’intangibilità svanisce, assai probabilmente, non appena si verrà cacciati via dall’usciere di un così importante palazzo. Ogni visita turistica, va programmata con cura.

Il Dipartimento Nazionale dello Sviluppo della Pesca nasce dunque nel 2006, come organizzazione indipendente sotto la supervisione amministrativa del Ministero delle Risorse Animali, con reparti già dedicati in modo specifico all’allevamento e la produzione di latte e suoi derivati. Originariamente privo di una sede propria o particolarmente celebre, esso vanta attualmente almeno tre sedi operative: un centro di controllo a Guwahati, una banca biologica e sito sperimentale presso la città fluviale di Bhubaneswar ed a partire dal 2012, il notevole quartier generale nell’Andhra Pradesh, diventato celebre nel corso degli ultimi anni proprio in funzione dell’atipica soluzione strutturale selezionata dai suoi committenti. Benché non venga dunque riportato l’architetto formalmente responsabile di aver dato forma all’idea, il progetto viene quasi casualmente attribuito al Dipartimento delle Opere Pubbliche dell’India, probabilmente grazie a un’insolita ed irripetibile convergenza di volontà, capacità di persuasione e perché no, preparazione tecnica capace di condurla fino alle sue più memorabili e soddisfacenti conseguenze. Con un giro panoramico maggiormente ravvicinato rispetto a quello normalmente offerto nelle fotografie ufficiali scattate dalla superstrada intitolata all’ex-primo ministro indiano Pamulaparthi Venkata Narashima Rao, che in questo caso riesce a offrirci la youtuber e cuoca locale del canale Dr. Suneethas house, è dunque possibile comprendere maggiormente l’ingegnosa progettazione del palazzo di uffici, che include accorgimenti come la doppia funzionalità della pinna sul lato sinistro, utile anche come tettoia per l’ingresso principale attraverso scala esterna fino ai locali del primo piano. Una fila verticale di finestre, oltre a quelle ben visibili, si trova nascosta nella coda del pesce, mentre l’unico punto di accesso della luce del sole all’area della testa sono gli occhi della creatura, lasciando immaginare la presenza al suo interno di un qualche tipo di sala riunioni, proiezioni, auditorium o altro. Questo per la funzione marcatamente educativa che costituisce uno dei pilastri dell’attività dell’NFDB, già organizzatore di un ampio numero di corsi informativi per gli allevatori ittici o pescatori, per non parlare dei documentari prodotti al fine d’introdurre la popolazione generalista a questo importante campo di studi e “fonte di proteine” per le gremite comunità dell’India. Forse funzionale a un altro importante compito del Dipartimento, d’altra parte, risulta essere l’ampio giardino che si estende sotto il pesce, ove poter tenere l’annuale premiazione del World Fisheries Day, finalizzata ad incentivare l’implementazione di nuovi metodi o soluzioni all’interno di questo importante industria nazionale.
Per quanto concerne l’effettiva estensione abitabile del pesce, possiamo invece fare affidamento al numero che accompagna talvolta la foto, di ben 1.920 metri quadri suddivisi tra i multipli piani, rigorosamente misteriosi nell’effettiva composizione e disposizione dei diversi ambienti. Unica certezza, grazie all’inquadratura ravvicinata della Dr.ssa Suneetha, è la presenza di un capiente acquario situato nell’ingresso al livello del terreno, probabilmente mirato a sottolineare ulteriormente il tipo di attività che si svolge all’interno del grande essere pinnuto. Ulteriore riconferma di un desiderio in qualche modo spontaneo e certamente un po’ naïf, come sottolineato dall’aspetto quasi primitivo nella sua chiarezza della rappresentazione soltanto vagamente naturalistica, senza tuttavia entrare nel più puro e astratto modernismo della scultura a cui viene talvolta paragonato online, il Peix d’Or del grande architetto Frank Gehry, costruito sul lungomare di Barcellona in occasione dei Giochi Olimpici del 1992. Una creazione sinuoseggiante in elementi reticolati metallici lunga 56 metri, in bilico sopra le coste del Mediterraneo. Con la funzione molto pratica di funzionare da tettoia per alcuni ristoranti, offrendo nel contempo nutrimento per gli occhi e le menti di chiunque si trovi ad essere fruitore della sua intrigante presenza. Laddove il pesce di Hyderabad, che sembra quasi disegnato da un bambino, forse è proprio a lui che si rivolge, inteso come anima presente nei pensieri ed i processi cognitivi di tutti noi.

Nelle ore notturne, il pesce viene illuminato con riflettori di colore blu, evidentemente finalizzati a dare l’impressione che si trovi sott’acqua. Una lieve luce lampeggiante rossa e blu, sotto il suo ventre, parrebbe voler creare l’illusione del movimento.

Difficile immaginare, d’altra parte, qualcosa di più naturale che un edificio mimetico, considerato l’applicazione architettonica di uno dei concetti alla base di ogni forma di magia. L’approccio filosofico, religioso o immaginifico, all’eterno rapporto conflittuale tra uomo e natura. Così efficientemente esemplificato dalla vicenda, più volte raccontata attraverso innumerevoli mitologie dell’uomo, di un individuo che finisce più o meno accidentalmente per trascorrere una parte della propria vita all’interno dello stomaco di una balena.
Per poi emergerne, alla fine, accompagnato da un diverso tipo di saggezza o arcana cognizione delle leggi istituite dall’ipotetico Demiurgo che ogni cosa domina, e sorveglia. Oppure in termini più pratici, l’aspirazione di ogni singolo dipendente d’ufficio, trangugiato dallo stesso mostro ciascun giorno alla stessa ora. Il pensionamento? L’occasione di riuscire finalmente a coltivare i propri hobby ed attività preferite? Non tutti gli anemoni vengono per nuocere. E qualche volta, echinodermi si nasce. La verità è nel plankton, che tranquillamente ondeggia, venendo trasportato via dalla corrente.

Lascia un commento