12 perfette sanguisughe intrappolate nella giostra che anticipa la bufera

L’aria nella stanza al piano superiore del museo di Whitby appariva stranamente statica, come talvolta càpita nel frangente di quiete che anticipa un qualche monumentale accadimento. Il medico chirurgo George Merryweather, temporaneamente in pausa dai suoi molti impegni nel vicino ospedale, stava visionando alcuni documenti relativi all’inserimento nel catalogo di nuovi fossili provenienti dalle colonie africane, destinati ad occupare gli scaffali più alti del salone al piano terra della prestigiosa istituzione. A fianco dello spazio usato come scrittoio, sul grande tavolo da lavoro, era collocato uno strano marchingegno circolare. Oggetto all’interno del quale, una volta ogni 40 minuti, egli riversava alcuni piccoli contenitori di esche vive, per nutrire gli esseri famelici che vivevano al suo interno. “Ah, la mia piccola giuria di consiglieri filosofici” ripeteva tra se e se talvolta, immaginando un futuro di gloria e fama imperitura per i piccoli animali, acquistati a poco prezzo dalla farmacia del proprio luogo di lavoro principale. Con il proseguire del tardo pomeriggio, e all’addensarsi delle fosche ombre del tramonto, Merryweather aveva quindi cominciato a riporre i documenti in archivio, quando un suono squillante spezzò l’illusione persistente del silenzio. “Dong!” Fece la macchina, richiamando istantaneamente la sua totale attenzione. E mentre si affrettava ad infilare a forza i fogli tra quei mucchi polverosi, nuovamente si udì risuonare in un peana veemente: “Dong! Dong!” Esse sorgono, si svegliano! Lode all’ora del supremo cambiamento. “Ding! Dong!” Prima ancora che potesse risuonare il sesto rintocco, lo scienziato ridestato aveva preso nuovamente in mano la sua penna. E con gesto attento, dava forma al proprio avviso per l’amico e collega posto in quel periodo a capo della Royal Society d’Edimburgo: “Esimio Dr. Young, al momento della ricezione di questo messaggio, consulti gli almanacchi meteorologici di Whitby, nello Yorkshire settentrionale. Sono pienamente certo che, anche stavolta, potrà trovare notizia di copiose precipitazioni e forte vento. Forse la tempesta più terribile di queste parti, da quella che infuriò nella precipua baia di Robin Hood lo scorso inverno…”
Certezza…. Imprescindibile capacità di anticipare il corso degli eventi. Una visione chiara del metodo e lo svolgimento dei processi sopra cui si fondano le mutazioni dell’atmosfera terrestre. Con l’entrata nel vivo dell’Epoca Vittoriana, verso la metà del XIX secolo, l’approfondita comprensione del metodo scientifico e la presa di coscienza in merito al funzionamento della valutazione oggettiva, avevano favorito il diffondersi tra la popolazione di una serie di strumenti scientifici di varia e più o meno utile natura. Principali tra questi, diverse versioni antesignane del concetto di un barometro, l’oggetto in grado di prevenire repentine variazioni climatiche, con chiare conseguenze positive sull’organizzazione delle partenze via mare. Che tanto, troppo spesso sembrava somigliare all’estrazione di un numero fortunato dal bussolotto della lotteria di stato. Possibili risposte tecnologiche a una necessità effettivamente esistente, tra cui forse la più stravagante, eppure stranamente ed innegabilmente precisa, sarebbe derivata dalle attività collaterali di una mente fervida e creativa, appartenente all’uomo che già nel 1832 aveva ottenuto una notevole risonanza con la sua speciale lampada “Platina” capace di produrre luce da un misto economico di alcohol e whisky, per il costo di appena un penny ogni otto ore. Per dedicarsi in seguito, a una decade da quel momento significativo della propria eclettica carriera, alla risoluzione del problema dei suoi giorni, tramite un approccio che potremmo solamente definire come frutto di un’esperienza personale pregressa di assolutamente originale ed insolita natura…

Lungi dal considerarle un semplice ingranaggio del meccanismo, Merryweather aveva messo le sanguisughe in cerchio affinché non fossero “afflitte dalla solitudine”. Egli citò, inoltre, nel suo trattato la maniera in cui anche animali molto semplici potessero provare attaccamento per il proprio padrone. Come le api.

Stiamo qui parlando, dunque, dell’apparto noto come “Un Telegrafo Elettromagnetico atmosferico, funzionante grazie all’Istinto Animale” o più in breve il “Pronosticatore delle Tempeste” secondo i crismi operativi descritti nell’approfondito trattato a corredo della sua invenzione, che il Dr. Merryweather dal saliente cognome tentò per oltre una decade di promuovere a più livelli del governo inglese, nella speranza non del tutto priva di basi che potesse essere adottato su larga scala nelle istituzioni meteorologiche del Governo Inglese. Il tutto a partire dalla propria prese di coscienza di un particolare comportamento dei vermi segmentati appartenenti alla sottoclasse Hirudinea, famosi per la voracità con cui erano soliti succhiare il sangue da coloro che se li ritrovavano attaccati alle caviglie dopo una scampagnata in palude, nonché il largo utilizzo che se ne faceva in medicina per curare un’ampia varietà di malanni. I quali, ogni qual volta si avvicinava una perturbazione atmosferica, sembravano agitarsi in modo significativo, cercando di risalire verso la superficie dei contenitori d’acqua in cui venivano tenuti dai farmacisti. Una verità osservabile oggettivamente, per cui Merryweather scelse di utilizzare come contrappunto una particolare poesia del suo predecessore e celebre polimata Edward Jenner (1749-1823) il grande sperimentatore responsabile in larga parte per l’invenzione dei vaccini moderni. Il quale aveva scritto, documentando il comportamento degli animali prima della pioggia, di come le rane diventassero più scure, gli uccelli smettessero di cantare e le sanguisughe per l’appunto “nuovamente disturbate, salgono verso la sommità delle proprie prigioni.” Da cui l’idea, del complicato marchingegno consistente essenzialmente in un certo numero di bicchieri. 4, 6, 8 o 12 a seconda dell’ambizione dei vari “modelli”, ciascuno sormontato da uno stretto tubo di vetro. Sulla sommità dei quali, collegati ad altrettante cordicelle, si trovavano degli ossi di balena. Per cui ogni volta che ne avessero trovato la motivazione, i vermi carnivori sarebbero saliti faticosamente fino all’interno del pertugio. E disturbando quel grilletto sospeso, avrebbero causato la vibrazione della corda, collegata preventivamente ad una piccola campana. I cui rintocchi, progressivamente indotti con variabile frequenza, avrebbero perfettamente anticipato il verificarsi della tempesta.
Una teoria stranamente… Convincente, soprattutto quando supportata da un riferimento alle recenti teorie del chimico Michael Faraday sulle variazioni dell’elettricità atmosferica prima del verificarsi dei fulmini, che Merryweather notò nel suo trattato essere in qualche modo percepibili dalle sue piccole striscianti amiche. Al punto da convincere, almeno in parte, gli organizzatori della Grande Esposizione Mondiale del 1851, occasione per la quale gli riuscì di costruire un Pronosticatore d’imponenti dimensioni, con la forma ispirata a quella di un “tempio indiano” per rendere ulteriore omaggio alla presunta forma del Palazzo di Cristallo all’interno del quale fu organizzato l’evento. Riuscendo in tale caso ad ottenere un significativo successo di pubblico, tanto che la strada per il successo della sua invenzione apparve momentaneamente assicurata. Non fosse stato per l’arrivo sul mercato, di lì a poco, di un significativo e assai più maneggevole concorrente…

L’unica replica esistente dell’apparato originale andato ormai perduto fu prodotta per il centenario della Grande Esposizione, il Festival of Britain del 1951 tenutosi lungo il Tamigi, all’ombra del futuristico e monumentale Skylon. Oggetto che oggi si trova nel museo di Whitby, proprio dove si ritiene furono compiuti i primi esperimenti da parte del suo curatore.

Il fatto è che a tutti interessava prevedere l’andamento del tempo atmosferico, mentre davvero molto pochi erano interessati a dover accudire una dozzina di sanguisughe, creature repellenti in base a qualsivoglia definizione facente parte del senso comune. Così i vittoriani furono immediatamente colpiti, e maggiormente affascinati, dalla proposta nei primi anni del 1860 dell’ammiraglio Robert Fitzroy, il quale disse di aver scoperto la maniera in cui una capsula trasparente di sali d’ammoniaca, nitrato di potassio e canfora fosse in grado di cristallizzarsi senza falla all’avvicinarsi di una perturbazione, in quello che egli fece brevettare con il nome di storm glass o “vetro della tempesta” (vedi precedente articolo). L’ipotetico appalto per la rete di stazioni costiere di apparati delle sanguisughe svanì quindi come neve al sole, mentre continuava a diffondersi l’alternativa, nonostante le interessanti proposte a margine da parte del suo inventore. Merryweather aveva infatti non soltanto prodotto nel frattempo varie dimensioni del Pronosticatore, ma anche anticipato con un balzo d’intuizione significativo il primo esempio di avviso meteorologico trasmesso a distanza: “Un vantaggio importante rispetto alle proposte del mio concorrente: piuttosto che a una semplice campanella, le cordicelle della macchina potranno essere connesse ad un generatore d’impulsi elettrici. Che adeguatamente connesso ad una stazione di ricezione, potrebbe azionare uno strumento più grande, come quella in cima al campanile della cattedrale di St. Paul. Avvisando in questo modo tutta Londra, con largo anticipo, dell’arrivo di una tempesta.”
Uno scenario piuttosto irritante: immaginate il risuonare occasionale e imprevedibile di quei rintocchi possenti, ogni qual volta le sanguisughe provassero il momentaneo desiderio d’esplorare i limiti delle proprie prigioni. Eppure, statisticamente parlando, il barometro di Merryweather aveva un vantaggio rispetto al vetro di Fitzroy: sembrava funzionare in una maggior quantità di casi. Questo perché le sanguisughe, che respirano attraverso la membrana della propria stessa pelle, hanno necessità di assumere l’ossigeno dall’acqua. Ed al calo della pressione atmosferica, tendono naturalmente a spostarsi in alto, dove la presenza del prezioso gas è maggiormente significativa nelle proprie acque di pertinenza. In altri termini, il buon dottore aveva semplicemente anticipato il funzionamento del barometro moderno. Nella maniera più barocca e convoluta immaginabile eppure, nondimeno, dotata di una certa base logica di funzionamento. Peccato solo dovesse richiedere una certa dimestichezza, con le creature più simili al terribile concetto di vampiro su questa Terra.

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