L’ardua ricerca della piuma di pollo suprema

C’è un tesoro, una ricchezza, di cui molti di voi non sono a conoscenza. L’oro a strisce bianche e nere, potremmo chiamarlo, oppure bianche e marroni, o ancora blu, grigio-bluastro, verde o totalmente nero. Come il petrolio, oppure il sale (l’altro oro bianco, se vogliamo) condotto per analogia al più nobile e prezioso dei metalli. Al suo stesso modo, utilizzabile in campi molto diversi della produzione umana. Inclusa la decorazione personale! Che sostanza degna di essere ammirata! E non serve neanche, in caso di esaurimento, ritornare nelle viscere del mondo con la pala ed il piccone, per scovarne piccole pepite sparse in giro. Nossignore. Ciò perché è frutto di un miracolo che si ripete, sempre disponibile, facile da avere qui a disposizione. A patto di aver preparato bene il fertile terreno. E con ciò intendo i galli e le galline nella loro genetica contestuale. Sto parlando, dopo tutto, di nient’altro che piume. Nient’altro? Chiedetelo a Forrest Gump. Dentro una sola penna aviaria, possibilmente trasportata dal vento, c’è lo stesso principio d’impermanenza e indeterminazione che governa le nostre fragili vite. C’è la poesia del volo e dell’esistenza. E se unita a varie sue compagne, attentamente preparate e impacchettate, ci può essere anche un’occasione di guadagno. Fino a 130 dollari per la “sella”, se vogliamo essere precisi. 100-130 per il manto, la parte dietro al collo dell’uccello. E un’altra sessantina per la coda. Contro il dollaro e 50, poco più, della semplice carne d’animale. Che poi tra l’altro, siamo chiari: dopo aver rimosso le piume, puoi anche vendere lo stesso. Tutto questo purché stiamo parlando di materiale di alta qualità: che non sono in molti, dopo tutto, a utilizzare. Si ma utilizzare per COSA, esattamente? Ci sono diversi campi in cui le piume di pollo tornano profondamente utili, più o meno ameni, ma ce n’è soltanto uno per cui la clientela risulti disposta a valutare la qualità, ad un punto tale da spendere le cifre sopra citate. Rullo di tamburi, siamo nel settore de… La preparazione dell’esca artificiale, ovvero l’attrezzo più efficace per catturare il pesce persico, il bluefish, il crappie, la trota arcobaleno e così via. Una disciplina chiamata negli Stati Uniti, patria mondiale della pratica, fly tying, ovvero letteralmente, legare la mosca. Ma non la mosca-MOSCA, bensì un accorpamento di fili, paglia, perline e chiaramente piume di vario tipo attorno all’amo stesso, finalizzato alla creazione di una convincente approssimazione di quelle creature insettili, che fin dall’epoca della preistoria nutrono con la loro mancanza di cautela il pesce del laghetto, suo cognato e suo fratello.
Il che conduce in modo quasi istantaneo, al tema e all’argomento di giornata. Perché nell’ambito in questione vi sono dei pattern, ovvero le ricette di particolari creazioni, che prevedono esclusivamente l’impiego di piumaggio di alta qualità, con un singolo scalpo che può arrivare a fornire materiali per 1000-1500 esche. Stiamo parlando di quintali di pesce, e quel che conta maggiormente per chi ha l’hobby, ore, ore, intere giornate di divertimento. A questo punto, capirete che c’è tutta un’industria dietro alla produzione delle piume. Di cui quest’uomo, in particolare, sembrerebbe occupare uno dei posti d’onore. Sto parlando di Tomas Whiting del Colorado, fondatore e proprietario della compagnia che porta il suo nome, allevatrice di alcuni dei polli più inconsueti, e splendidi, che vi sia mai capitato di vedere. Uccelli con piume così lunghe da sembrare quelle del pavone, o che almeno gli assomiglierebbero, se non fossero portate a strascico, come il mantello di uno stregone. Livree straordinariamente variopinte, soprattutto nell’ambito di questa specie, tra le più comuni ed usuali delle nostre fattorie. Ma cosa c’è di eccezionale, fondamentalmente, in tutto ciò? Ben conosciamo la potenza della selezione artificiale, che ha permesso all’uomo di creare dagli stessi geni il San Bernardo ed il chihuahua, l’uno grande, calmo e stolido come un monte, l’altro piccolo e sfuggente, carico di abbai e nervosismo. Soltanto che nel caso dei polli allevati solamente nel piumaggio, siamo di fronte a una bellezza ed utilità che non si realizza solamente, né soprattutto, durante la vita dell’animale. Ma successivamente alla sua estemporanea dipartita, da cui consegue la diretta trasformazione in materiale per la creazione di opere d’arte. Volete un esempio? Ecco…

Questa larva di libellula è un’opera di Ruben Martin, tra i migliori legatori di mosche che operano presso le regioni di YouTube. Il realismo e la bellezza dell’insetto risultante è tale da far quasi dispiacere che debba essere concesso come ultimo (ed insipido) pasto a una qualche scagliosa trota di passaggio.

Studiando approfonditamente il ricco sito della Whiting Farms, come ausilio educativo all’ottimo, benché conciso video del solito canale Great Big Story, si scopre un background del proprietario molto più complesso e stratificato di quanto si potesse tendere a pensare. Thomas Whiting, individuo dall’estrema eloquenza ed autore di numerosi testi tecnici ed esplicativi, poteva già vantare lauree multiple nei campi dell’allevamento e della genetica, oltre ad un’esperienza pluriennale nella gestione di uno stabilimento per la produzione di uova del Colorado, in grado d’immetterne sul mercato ben 3 milioni la settimana. Tutto questo quando attorno alla metà degli anni ’80, non gli capitò di fare la conoscenza e diventare ben presto l’allievo di Henry Hoffman di Warrenton, Oregon, proprietario di vecchia data una compagnia a gestione familiare per la produzione di piume da usare nella pesca con la mosca. Nonché creatore, ed unico depositario, della particolare linea genetica da lui medesimo creata negli anni ’60, ovvero i polli ormai semi-leggendari della varietà Hoffman Grizzly. Che presentavano, e tutt’ora presentano nella loro versione allevata presso le Whiting Farms, una particolare colorazione delle piume con un’alternanza estremamente regolare di due o più colori, tali da essere considerate l’unica scelta ideale per creare le ali ed altre particolari parti dell’insetto sull’amo da pesca. Una condizione genetica in realtà tutt’altro che naturale, derivante da una mutazione delle cellule dell’epidermide dedicate dall’organismo alla produzione della piuma, selezionate attraverso le generazioni per andare incontro ad una intermittente reazione auto-immune, che interrompe quindi attiva nuovamente la produzione del pigmento nero. Ed è proprio questo, in effetti, a creare l’aspetto striato dei polli in questione, tra i più valutati dell’intero settore rilevante. Il fatto è che i polli, con la loro riproduzione rapida e le brevi generazioni, costituiscono la specie ideale per l’allevamento selettivo, potenzialmente persino migliore dei cani e dei gatti. Ciò permette, ad un abile allevatore, di ottenere risultati ineccepibili in pochissimo tempo. Un’origine simile, ad esempio ha un altro tratto fondamentale dei polli della Whiting, ovvero la loro capacità di produrre un piumaggio che sia molto più lungo e regolare di quello di un uccello normale. Caratteristica derivante da un altro tratto genetico, che impedisce al follicolo di produrre una piuma completa, ovvero dotata di un inizio, una parte mediana ed una fine, la cosiddetta “punta” che risulta migliore nella creazione dell’esca. Mentre le piume di questi animali, nei fatti, sono soltanto un prolungamento estremo della parte finale, ripetuta all’infinito o quasi, nella creazione di un’eredità postuma che possa dare vita ad una quantità superiore di mosche. Nei fatti, esse assumono la caratteristica e il funzionamento metabolico dei capelli umani.

Come per il maiale, ogni parte del pollo può essere utile. A differenza di quello, tuttavia, occorre che a monte ci sia stata una selezione genetica degna di questo nome.

Allo stato attuale dei fatti, le Whiting Farms possiedono il maggior numero di linee genetiche di pregio presenti all’interno di una singola azienda. Dopo aver acquisito quella di Hoffman, che portò all’apertura del primo grande stabilimento in Colorado, Mr. Whitman continuò la sua ricerca di eccezionali allevatori, arrivando a rilevare nel 1995 l’attività di un altro genio del pollame, Ted Hebert, famoso per la notevole varietà dei colori da lui prodotti e la conseguente validità di queste piume nell’impiego per la pesca con la mosca “asciutta” (ovvero concepita per rimanere in superficie). Alla metà degli anni ’90, quindi, il re dei polli fece importare dalla Spagna una certa quantità di uova, appartenenti alla stimata ed antica linea detta Coq de Leon. Ma come potrete facilmente immaginare, la sua attività non si è mai limitata alla semplice acquisizione del lavoro altrui, trovando bensì la massima espressione nel progressivo miglioramento, attraverso gli incroci, di quanto già esisteva sul mercato. Il che avrebbe dato vita, tra gli altri, a prodotti immediatamente rinomati come le mosche per pesca “bagnata” American Hackle (1992) Le Spey Hackle (1997) e le Bhrama Grey (1996). A tal proposito, sul sito aziendale è addirittura presente un’immagine comparativa di quanto siano aumentate negli ultimi 40 anni in lunghezza, e conseguente qualità, le piume di pollo specificamente create per l’industria del fly-tying, soprattutto grazie all’opera di selezionamento compiuta all’interno delle Whiting Farms.
Un’opera davvero significativa, dunque, anche se alcuni potrebbero trovare da opinare sulla sua importanza. Certo, non tutti nascono o diventano nel corso della loro vita dei pescatori. E c’è da aggiungere che per la mentalità odierna, probabilmente, l’eliminazione di una creatura vivente per un’attività apparentemente “futile” come la creazione di esche artigianali possa sembrare un’indegno spreco.
Ma dal punto di vista personale, non posso fare a meno di aggiungere di nuovo quanto segue: ogni anno, globalmente, vengono macellati e immessi sul mercato alimentare all’incirca 51,4 miliardi di polli. Circa sette volte l’intera popolazione umana. Che la loro reiterata esistenza continui indisturbata, giunti a questo punto, è semplicemente indispensabile per la sopravvivenza di entrambe le specie, la nostra e la loro. Quanto pollame potrebbe mai esistere in un mondo in cui ormai oggettivamente, mancano gli spazi anche per adorabili animali a rischio di estinzione? In un simile scenario, preoccuparsi di qualche migliaio di esemplari dedicati alla produzione di piume appare quanto meno… Superfluo. Per non dire privo di significato. Sarebbe forse più utile pensare a COSA i pescatori stiano in effetti catturando, da richiedere l’impiego di tante meravigliose, costosissime mosche…

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