L’allegra carica del ragno-cane

Cane ragno gigante

E allora tu conoscerai la PAURA di essere inseguito da un ragno gigantesco. Dieci chili di zampe, peli e un probabile veleno micidiale. Con la lingua penzoloni, gli occhi strabuzzati fuori dalle orbite e la coda che si agita festosa. Un mare di saliva… Con questa sequenza siamo giunti all’ultima frontiera degli scherzi buffi a beneficio della digitale collettività: piuttosto che mettersi direttamente in discussione, questa volta, il genio del settore SA Wardega ha qui bardato un buffo ma simpatico cane, metà volpino, metà mistery e naturalmente, per la terza sua metà, una bestia mutante all’inseguimento degli inconsapevoli passanti. Per giocare o farsi nuovi amici, perché il cane in questione non dimostra una comprensione concettuale dell’abbigliamento – soprattutto il proprio. E senza fermarsi alle apparenze, per caso oppure ingenua volontà, fa le feste a tutto e tutti, nonostante l’orrido aspetto di ciò che porta sulla schiena. Che sarebbe, praticamente, la ragionevole approssimazione dell’esoscheletro di un aracnide, scartato a seguito di una sua crescita ancor maggiore. Un chiaro frutto delle cose innominabili che si aggirano nella notte.
Terminata la scena di apertura, in cui un inquietante troll deforme, con gesto imperioso, libera la belva dodecapode (4+8) in mezzo a un parco cittadino, inizia la reale burla. E forse la prima scena del video, fra tutte quante, è quella che genera maggiormente un certo seme del dubbio sull’autenticità dell’intera operazione: un giovane con due sacchi della spesa apre una porta e si ritrova innanzi la creatura. Senza pensarci un attimo balza indietro e scappa via, nonostante la luce piena del vicolo potesse ampiamente bastare a dimostrare la vera natura delle cose. L’immediato quanto enorme successo di questo genere di candid camera, del resto, è un fatto largamente noto: da ieri sera, l’ora del caricamento, questo video ha già ottenuto oltre due milioni di visualizzazioni. Cosa vuoi che sia, al confronto, convincere qualche amico a fare finta di essere un tremendo credulone! Però il bello è proprio questo: resta sempre il dubbio. Esiste pur sempre l’aracnofobia, che fra tutte le paure psicologiche ed irrazionali, secondo studi sociologici recenti, sarebbe una delle maggiormente diffuse al mondo. E va pure detto che il costume, così collocato in movimento sopra il cagnolino, genera illusioni veramente interessanti. Le zampe del ragno, semi-flessibili, paiono muoversi autonomamente. Mentre, come nell’ormai celebre costume meccanico da dinosauro, la parte inferiore dell’interprete tende facilmente a scomparire. Non sarebbe forse poi così difficile, presi alla sprovvista, cadere vittime di questo scherzo.

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Pappagallo cacatua che nutre il cane

Pappagallo da biscotti

Con gli occhi che strabuzzano dalle orbite pelose, la lingua grondante una saliva rosea e soddisfatta, il pelo delle orecchie un po’ scomposto. Un osso bianco che gli fluttua sulla testa, dall’invitante dicitura: MILK-BONES. Guardo il border collie sulla scatola e capisco: si, proprio questa è la felicità. Ricevere un biscotto in dono, da qualcuno, all’ora splendida della Rivoluzione. Sia Rovesciata l’aristocrazia delle credenze, non domani! Adesso, immediatamente! Venga distrutto l’autoritaria Cospirazione degli umani che acquisiscono, attraverso incomprensibili stregonerie, sapori Prelibati. Solamente per nasconderli nel buio delle cose oscure malamente scalcagnate. Non c’è barriera valida allo scopo di fermare il cambio delle ere. Perché il cane è grande e nero, pacifico e satollo. Si accontenta di ricevere il suo rancio quotidiano. Mentre io, il pappagallo.
Sorge il sole sopra un mondo differente: Cacatua alba, potere ai piccoli artigliati. Scientificamente identificati da cotanto appellativo, un misto del patrio idioma malese e della lingua dei latini, tanto carico di metaforici significati. Comunque,  il nome proprio dell’uccello è solamente Spike. Come una punta: spike, penetrata per abuso nella limpida cucina, con lo scopo di riscrivere la costituzione delle bestie casalinghe. È una scena, curiosa. Interessante, senza dubbio. Il volatile, una nuova conoscenza internettiana grazie solamente al suo canale aperto ad-hoc, ha trovato sopra il piano di lavoro questa confezione di primizie quasi incommestibili, pensate per dare soddisfazione al più accondiscendete dei palati; perché il cane mangia, quasi sempre. È la sua prerogativa massima, il sincero fondamento del suo ego. La potenza del suo naso, che lo guida a una maggiore comprensione delle cose. Come questa, soprattutto. Che il pappagallo stia per capovolgere i rapporti di potere. Provocando il caos.
Gli appartenenti alla famiglia dei cacatuidi, tra tutte le creature dell’ordine degli psittacidi, sono certamente i meno benvoluti. Nelle loro terre di selvatica appartenenza, tra cui l’Australia, l’Indonesia, le Filippine e la Nuova Guinea, sono visti come l’approssimazione ragionevole e piumata degli orrendi Gremlins cinematografici. Divorano e distruggono le coltivazioni del sorgo e dei girasoli. Mangiucchiano l’involucro dei fili della luce, causando interruzioni elettriche e il profumo tipico del pollo arrosto. Poi, una volta giunti presso i centri urbani, strappano le guarnizioni delle finestre, rosicchiano gli arredi da giardino. Questi uccelli sono estremamente prolifici e il loro becco, duro e ricurvo, ha la capacità di penetrare anche la terra, che talvolta scavano in cerca di cibo. Sono tali approcci al passatempo quotidiano, veri istinti primordiali. Che ben difficilmente possono sparire, anche nel caso in cui si cresca in una casa amorevole quanto ospitale, dove l’abbondanza fa da onnipresente schema delle cose. Non è pura disobbedienza civile. O pura e semplice anarchia…

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Il dilemma del cavolo e del cane

Maymo Vegetables

E del broccolo e della banana. Del porro, della rutabaga e della salvia. O della mezza melanzana. Può il cane, divorare i peperoni? Il limone da cui prende il suo colore? La scaròla, un pezzo di radicchio, lo spinacio e la biancastra foglia dell’indivia belga? Certamente, che domande. Se gli piace, addirittura. Ma non tutto fa verdura: ogni valida primizia della terra, nell’ultimo video di Maymo “The Cute Dog”, viene posta sulla cima della sua graziosa testa e soppesato. Affinché i principi maggiormente nutritivi di ciascuna cosa possano acquisirsi per osmosi, dallo sguardo di quel muso bianco e un pò rosato. Carico di un bizzarro sentimento, della devozione e di pazienza, soprattutto quest’ultima, nonostante le bizzarre imposizioni del padrone, in dura marcia verso la celebrità. Sembra di sentirlo articolare una parola, a un tale cane…A me, ancora! (Di salvezza).
È del resto un lemon-beagle, questo, che ben conosce le ragioni della fama digitale: ogni settimana, sospinto dall’aspettativa di ricevere una manciata di biscotti, si lascia coinvolgere in diverse situazioni. Molto differenti dalla vita quotidiana, l’insegna di un quadrupede comune. Ti sorprenderò. Disse l’uomo senza volto al suo migliore amico: c’è un continuo crescere dei presupposti, tra lo tsunami di palline, l’incontro con lo squalo-dirigibile, gli abiti ridicoli e le corna di renna e così via. Che, per l’appunto, mai furono particolari come questi dell’ultimo exploit, né tanto carichi di controsensi. In quanto è noto che, nonostante sia teoricamente onnivoro, il cane non gradisce le verdure. Nella ciotola, né tantomeno innanzi ai propri occhi, come capita coi cuccioli, posti a confronto con oggetti poco adatti ai loro teneri palati. Ma che lo sembrano, dal primo sguardo e dall’odore. E chi non ha presente la classica scena del cagnolino, oppure cagnolone mai cresciuto, che saltella intorno ad un limone, ad un fagiolo o una noce dentro il guscio. Devo…mangiare…ma?! Il nesso ultimo di un irreale show: dare prova finalmente, in barba a tutti i cani militari sottoposti a duri addestramenti, che l’unica salsiccia che profuma è quella della mente. Ed è inutile, invero, sventolarla come prova irresistibile d’autocontrollo. Il cane vuole, sopra ogni altra cosa, che sia soddisfatto il suo padrone. Non la patria, né la divisa o il medaglione del suo battaglione. Soltanto quando ciò è impossibile, talune volte pensa a se. [Bark, bark!] E così via, cocomero e carota. Quanto dura, dannazione? Cento, CENTO tra frutti e verdure, dall’A di asparago alla Z di zucchina, l’aureo cane ha ricevuto, alla media di uno per secondo, collocati attraverso alcuni lunghi mesi di lavoro, tentativi e la ricerca, lo sviluppo di particolari soluzioni. Alcuni degli oggetti alimentari in questione, troppo tondeggianti per poter trovare posto sopra il cranico emisfero della belva, sono stati lavorati come fossero cappelli. Da una mano sempre posta fuori della scena, affinché sia chiaro chi è il protagonista: solamente lo stupendo tavolino, vivido e vivente, ma pacifico, latente. Che parrà, di volta in volta, un pompiere o un poliziotto, il centrotavola di un pranzo luculliano. Piuttosto che l’improbabile ballerino, di un pomeriggio a perder peli, presso il carnevale di Rio de Janeiro. Quanta calma, ci dimostra. E quale pace d’animo assoluta. Finché, dopo un lungo pazientare, non riceve in dono un cavolo indifeso, da fagocitare:

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L’impresa interminabile del Corgi rotativo

Corgi Carousel

È il cane, soprattutto, che può risolverci un problema. Quello che da sempre assilla il mondo dell’industria tecnologica moderna: energia infinita, pulita, senza controindicazioni. Funziona, pressapoco, come una turbina. Si prende il rossiccio rappresentante della razza inglese Corgi, nella variante ultra-intelligente del Pembroke. Una scelta che ha radici nel profondo: un gran danese, certamente, correrebbe più lontano. Ma sarebbe presto stanco per la mole. Un robusto cane da pastore tedesco, o il volenteroso Labrador, non passerebbero agilmente sotto le maniglie di metallo. Un bel problema! E qualsiasi cane piccolo, come un Chihuahua, oppure il Jack Russell Terrier, avrebbero una resa deludente. Solamente lui, con le sue zampe corte ma possenti…
Ergo, elettricità infinita. Basterà collegare un alternatore magnetico al mozzo centrale della ruota. Una turbina, però attentamente camuffata. Altrimenti, che noia. Deve sembrare, fra le innumerevoli possibilità, esattamente, niente meno che un enorme carillon; l’effetto è veramente straordinario. La resa, senza pari. Poiché il tempo vola quando ci si diverte, il compatto corridore inizierà a girare. Per lunghi minuti, forse quasi un’ora. Giorni, mesi, anni e secoli infiniti. Ovviamente, occorrerà avere almeno due o tre cani per ciascun impianto, affinché possano darsi il cambio quando è l’ora di mangiare. Quindi, tanto meglio cominciare la spassosa procedura d’indottrinamento. Nell’originale video di Carter Grebbien, risalente al 2011, tutto partiva da una fortunata contingenza. Il padre del giovane, restauratore di reperti metropolitani, aveva acquisito in qualche maniera misteriosa una giostrina da giardino. Di quelle tipiche dei parchi per bambini, senza nessun tipo di motore, spinta innanzi unicamente dalla forza centrifuga e dai muscoli dei conducenti. Per metterla lì, davanti casa. E che passeggeri! Dopo un breve periodo di adattamento, oltre al ragazzo sopra c’è salito Meatball (Polpetta) questo fulmine peloso. Perché in breve tempo, dentro di lui si era risvegliato un vecchio istinto. Le origini del Corgi, dopo tutto, non sono estremamente chiare.
Esistono dei manoscritti gallesi, risalenti all’undicesimo secolo, in cui si parla di un minuto cane da pastore, ben distinto dai suoi colleghi del profondo sud. Del suo naso a punta e delle orecchie triangolari, della macchia bianca sulla schiena. Dovuta, secondo le leggende al tocco delle fate. Servitrici del re occulto del crepuscolo lunare.

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