Soltanto una ruota, Solowheel

Solowheel

Quale magnifica eleganza, che sublime distinzione, c’è nell’orso che si tiene in equilibro sopra al monociclo. Senza doversi preoccupare del manubrio, fluttua lieve in mezzo all’aria, magistralmente retto in piedi dalle unghiate zampe posteriori. I suoi occhi risplendono dell’orgoglio del carnivoro sagace, beniamino di un magico momento al circo. Stando in piedi, sembra quasi una persona. Stretta saldamente fra gli artigli della sua “mano” destra, potrebbe esserci una tazza di caffé. In quella sinistra, invece, la rigida 24 ore nera, con dentro i fogli necessari al suo lavoro. Lui, manager di se stesso, non si riduce a muoversi con un comune motorino. Né si accontenta di una tessera del bus, peloso pendolare. Eh, no! Da oggi, grazie all’invenzione motorizzata di Shane Chen, potremo fare tutti come l’animale. Solowheel, lo scooter elettrico con una ruota sola. Esclusivamente quella, niente più.
Se vado a cena fuori, chiamo il cameriere, mi ordino un filetto, perché dovrebbero portarmi al tavolo una mucca? Volevo mangiare solo una bistecca alla fiorentina, mica il bovino intero. Riassumere, ridurre ai termini migliori: questa è l’esperienza che cercavo. Ciò vale in molte situazioni, per chiunque ed ogni cosa. Soprattutto nell’ambiente delle cose tecnologiche, che sono il cibo dello spirito moderno. Le parti che guardiamo nello smartphone, al momento dell’acquisto, sono il microfono, lo schermo. Nessuno, o quasi, gli preferirebbe tasti e batteria. E i primi, guarda caso, sono in estinzione; l’altra serve sempre, però è meglio che sia piccola. Invisibile allo sguardo. Di ben altra caratura è il nesso dell’oggetto, la sua componente principale, che costituisce fonte di attenzione. Come nella macchina, o la moto, dovrebbe essere la ruota.

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