Stampanti 3D come vespe giganti, per una casa ecologica priva di compromessi

Compare all’improvviso quando e dove non te l’aspetti: l’agglomerato marrone di terra e saliva d’imenottero alato, simile ad un piccolo vasetto d’argilla. Ogni primavera e lungo i mesi caldi d’estate, in cucina, dietro i quadri, tra le travi, in mezzo alle tende. È questo il segno della tipica vespa vasaia, operosa volatrice di un ampia varietà di territori, tra cui quello italiano. L’immagine evocata dalla nuova costruzione in corso d’opera in quel di Massa Lombarda (Ravenna) è di una tipo ed una scala radicalmente diverse. Poiché per la legge dell’inverso del quadrato (la grandezza fisica è in modulo inversamente proporzionale alla distanza) e la specifica struttura biologica degli insetti, nulla che abbia antenne e strisce in elegante alternanza gialla e nera potrebbe vantare una dimensione tale da poter costruire un habitat di fango alto 6 metri e dal doppio diametro di 10, a meno di metterci qualche dozzina d’anni, l’equivalente per lei di svariate generazioni. E ciò senza contare come Tecla, questo il nome dell’insolita struttura preso in prestito dal romanzo sperimentale di Calvino su “Le città invisibili” (1972) sia in sostanza la creazione quasi momentanea di un’impresa tecnologica, dalle tempistiche paragonabili a quelle dei leggendari ponti, muri o costruzioni cosiddetti “del Diavolo”, per l’intervento di una forza sovrannaturale nella loro architettonica implementazione finale. Questo perché non è stata una comune Sceliphron spirifex a creare tutto questo bensì una WASP, acronimo anglofono che mira a riassumere la locuzione vagamente idealista World’s Advanced Saving Project (Il Progetto di Salvataggio Avanzato del Mondo!) un termine mirato ad identificare la stupefacente startup italiana di Massimo Moretti, e per antonomasia la sua speciale concezione di stampanti 3D di grandi dimensioni, costruite per assolvere ad uno dei bisogni più antichi e irrinunciabili dell’umanità: uno spazio, valido, conveniente ed ecologico, che possa essere chiamato casa.
Ecco dunque, perché il nome scelto per il piccolo edificio totalmente in materiali naturali creato assieme alla ditta d’architetti Mario Cucinella MCA è stata prelevato dall’eterno cantiere di questo ipotetico luogo letterario, in realtà non particolarmente dissimile da certi ambienti urbani contemporanei, in cui l’intera popolazione è continuamente impegnata in un cantiere senza limiti procedurali o di contesto, senza nessun tipo di progetto o intento finale tranne allontanare continuamente la marcia inesorabile dell’entropia. Una visione non dissimile da quella della vespa programmata dall’evoluzione e che potrebbe essere, di contro, molto più proficua ed utile qualora l’unico a vìverne gli aspetti maggiormente faticosi fosse un singolo ed omni-comprensivo robot. Così nasce, e indubitabilmente cresce, il grosso vaso simile a un’igloo fatto di strati sovrapposti, ciascuno progressivamente deposto dalla rotazione dell’apposita testina montata sul lungo braccio. E a pochi metri di distanza, ne opera un secondo, per la prima opera in ensemble di due stampanti WASP, programmate per lavorare in accordo alla stessa interessante creazione: una villa, una magione, il perfetto castello dei nostri tempi che sia totalmente riciclabile, eppure nondimeno isolato dal freddo, il caldo e soddisfacente in ogni minimo dettaglio. La dimostrazione che l’uomo preistorico, e i suoi più attenti eredi, sapevano perfettamente cosa stavano facendo. Ancor prima d’iniziare a utilizzare la calce, il cemento e i mattoni…

Perché la costruzione di Tecla continua così a lungo? – gli abitanti senza smettere d’issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e giù lunghi pennelli. “Perché non cominci la distruzione” rispondono. E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la città cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: “Non soltanto la città.” 

Wasp, intesa come l’azienda, nasce nel 2012 in Emilia Romagna dalla particolare visione del suo fondatore, già interessato alla stampa 3D da un periodo più che decennale, grazie alla collaborazione con un gruppo di giovani designer e abili artigiani della costruzione edilizia. Così Moretti, già creatore e detentore di una grande quantità di brevetti per l’automazione industriale e la prototipazione di elementi meccanici, tecnici e d’arredo, fa il suo ingresso in grande stile nel campo della creatività Open Source, creando ed applicando il motto quasi calviniano che sarebbe diventato essenziale in qualità di vision d’azienda: “Piccoli, Sottili Pensieri, Prendono Forma Depositandosi”. Il primo riferimento, in essa, all’opera feconda della vespa, capace di creare un qualcosa di grande un poco alla volta, aggiungendo gli strati sovrapposti che costituiscono lo spazio necessario a deporre il simbolo della sua prossima generazione ronzante. Perfetta metafora ed analogia, se vogliamo, al funzionamento della tipica stampante a tre dimensioni basata sul concetto additivo, con il filamento gradualmente srotolato e plasmato nella forma desiderata di volta in volta dall’umano demiurgo utilizzatore. Ciò detto benché, nei fatti, ben poco di tipico ci sia in alcune delle più rappresentative stampanti della Wasp, a partire dall’altezza unitaria di 3 metri del sostegno del braccio girevole per 10 del diametro raggiungibile senza interventi da parte di mano umane, senza togliere che l’edificio costruito possa raggiungere dimensioni esponenzialmente maggiori. Intrinseco nella concezione del sistema resta infatti la possibilità di spostare e riconfigurare le strutture temporanee di fabbricazione, in una fluida totalità perfettamente coincidente alla visione scorrevole dell’omonima città descritta da Italo Calvino.
Prima di raggiungere l’optimum della costruzione attualmente prossima a ricevere gli ultimi perfezionamenti, tuttavia, sarà opportuno ripercorrere almeno in parte i livelli progressivi che hanno portato il gruppo emiliano all’attuale fama nel settore anche su scala internazionale, con svariati articoli su importanti testate ed una lunga serie di riconoscimenti ricevuti a partire dall’anno 2013. Benché in assenza di una linea cronologica chiaramente pubblicata sul sito, quindi, è nondimeno possibile ricostruire dalla conferenza TED del fondatore i primi passi compiuti svariati mesi prima, mediante l’impiego di un prototipo di stampante robotizzata pensata per brandire un semplice tubetto di silicone finalizzato alla creazione di un modellino di casa esponenzialmente adattabile su scala decisamente superiore. Poi il lungo e complesso periodo necessario ad accedere ai finanziamenti e permessi burocratici necessari, fino all’accesso alla presa di coscienza del grande pubblico mediante l’evento del 2018 “Viaggio a Shambala” tenutosi all’interno del terreno omonimo dell’azienda poco fuori Massa Lombarda, con l’elemento d’interesse principale facilmente individuabile nella casa-habitat Gaia, il primo ambiente architettonico creato da un sistema automatico e con materia naturale interamente prelevata localmente. Terra cruda, in altri termini, con l’ausilio di sostanze agglutinanti come paglia, limo e lolla di riso verso una creazione del tutt’uno solido e inscindibile particolarmente caro agli architetti contemporanei del metodo sostenibile, come la nostra precedente conoscenza Anna Heringer e le sue notevoli creazioni in Bangladesh. Il tutto, d’altronde, non più “fatto a mano” bensì assemblato mediante un mero processo d’automatismo, tale da poter standardizzare il costo complessivo dei materiali non superiore ai 900 dollari complessivi. Un qualcosa che potrebbe, in futuro, rivoluzionare il mercato dell’edilizia su piccola o media scala.

La mescola del materiale usato dalle stampanti Wasp può includere, in un caso preso ad esempio, il 25% del terreno prelevato presso il sito stesso (30% argilla, 40% limo, 30% sabbia) ed il restante 40% da paglia di riso, 25% da lolla di riso e 10% da calce idraulica.

La nuova creazione della doppia-igloo Tecla vuole segnare dunque il momento in cui il sistema progettuale della Wasp mostra la sua scalabilità funzionale su livelli superiori ed interconnessi, verso la creazione di quella che potrebbe diventare la genesi di un nuovo tipo di città. Non più creata mediante l’introduzione di sostanze estranee al paesaggio, bensì tramite l’efficiente trasformazione di quanto era già presente, grazie all’impiego di uno dei migliori amici dell’umanità: la tecnologia.
Ed è certamente un peccato che, causa il gravoso problema della pandemia (al cui contenimento la stessa Wasp ha saputo dare un valido contributo creativo) la presentazione dell’edificio completato alla stampa sia stata per necessità rimandata fino alla primavera del 2021, nonostante l’effettivo completamento del progetto come osservabile mediante il video pubblicato online. Ma la resistenza nel tempo di un edificio di argilla, se appropriatamente costruito e protetto, può facilmente superare le generazioni e dunque resterà in paziente attesa, come i figli delle vespe pronti a scaturire dalle loro candide uova ricoperte di saliva. Perché il mondo possa finalmente apprezzare, per l’ennesima volta, l’ingegno e la capacità d’innovazione del design italiano. Verso l’apertura di un nuovo capitolo che, ne sono certo, porterà vantaggi significativi per tutti noi. Di sicuro, salvare il mondo una casa alla volta non è un proposito facile. Eppure…

Passaggio ulteriore dopo la creazione di Shambala è stato il prodotto del Maker Economy Starter Kit, un container fornito del necessario per costruire una casa completa di arredamento ed oggetti d’uso comune creati interamente mediante l’impiego di stampanti Wasp. Approccio omni-comprensivo e radicalmente pratico al problema dell’attribuzione reciproca delle responsabilità abitative.

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