La fuga rocambolesca di un trasportatore ubriaco

Russian Truck

C’è un solo paese tra la Finlandia e la Corea del Nord. E i suoi territori, che superano per estensione la superficie del pianeta Plutone, sono uniti dalle strisce di un asfalto che ne ha viste molte, pure troppe. Sono strade estremamente forti e lunghe, queste, come testimoniato quasi quotidianamente da dozzine di registrazioni video, messe a conoscenza del grande pubblico internazionale. Forse, assai probabilmente, nessuna pari a questa, appena rilasciata dal dipartimento di polizia di Grodno, nel Belarus, come esempio didascalico di un pericolo scampato, solo per un pelo, esclusivamente grazie all’abile intervento degli agenti in uniforme. Siamo, per usare il termine italiano, nella nazione della Bielorussia. E questa è una delle Avtomobil’nye dorogi federal’nogo znacheniya Rossiyskoy Federatsii (Strade d’importanza federale nell’Unione Russa) tanto simili alle vene ormai cristallizzate di un antico dinosauro, titanico e indefesso, lo spettro di un’epoca dimenticata. Eppure assai vicina, nella coscienza culturale di chi l’ha vissuta.
Tanto che, ad oggi, non esiste un’immagine in Occidente di quel vasto mondo operoso, dei suoi campi coltivati, delle industrie e degli ingenti sforzi necessari per tenere collegate le sue città, assai remote. Circondati dalle visioni ammirevoli dei colossali 18-wheeler statunitensi o dei loro corrispettivi canadesi, splendidi e cromati, siamo pronti a trascurare la figura dell’autotrasportatore slavo, che senza mai stancarsi viaggia fino alle propaggini della Mongolia. Come un tempo fecero all’inverso le orde del temuto Gengis Khan; finché non succede, all’improvviso, questo. L’aberrazione di un tremendo rischio o l’impossibile follia di un tardo pomeriggio, certamente meno che ordinario, all’apparenza. Comunque valido ad aprirci gli occhi sulla verità. Tutto inizia alle ore 20:15 dello scorso 27 luglio, presso un’area di parcheggio della Baranovichi – Vaŭkavysk. Un camionista, alla guida di un articolato Scania per il trasporto di autoveicoli, urta un furgoncino Mercedes Sprinter. Aveva 1.9 ppm di alcol nella vene, contro la soglia nazionale permessa di  0.3 parti per milione. Tanto è bastato, incredibilmente, a scatenare la follia. Inizia così una fuga senza criterio, nel corso della quale l’uomo viola ogni regola del codice della strada, guidando anche contro mano, sfiorando numerosi autoveicoli e con essi la tragedia. A fargli da scorta indesiderata alcune coraggiose auto della polizia, che presto aumentano di numero in maniera esponenziale. Verso le ore 20:37, il dipartimento di Grodno chiede aiuto al distretto di Baranovichi, mentre già vengono sparati i primi colpi in aria, senza nessun tipo di risposta dal fuggiasco. Ciò che succede dopo…Va detto: le proporzioni, a volte, fanno la differenza. 

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Sbrogliatori di animali strambamente intrappolati

Cow in a Pot

Il manubrio stretto fra le mani, gli occhi accesi come fari e in cerca di traguardi posti troppo avanti. La pentola magica sul finire dell’arcobaleno, da che Irlanda è tale, ha già guidato molte menti verso la completa dannazione. Siamo tutti leprecauni, in potenza della pedalata. Conosciamo quella sensazione trascinante, il bisogno di rincorrere impossibili speranze: se varco l’ultima collina… Se discendo dentro un’altra valle… Alla fine, dopo di essa, forse qualche cosa.. Troverò! Oro, argento e splendide pietre preziose. Opali che risplendono del sole o delle stelle; non è semplice curiosità, questa. Ma un sentimento molto umano, anzi, veramente naturale. Che ci rende non dissimili dalle creature che colorano la nostra vita quotidiana. Curiosità, il tuo nome è mucca, gatto, cane, capra. E nella prima incarnazione, fra questi quadruplici quadrupedi, la tale pentola l’hai già trovata: era in Cambogia (con buona pace di chi voleva andarci in bicicletta). L’hai vista, sei rimasta avviluppata. E ci sei entrata? Possibile? O forse, non è questa la ragione.
Parlavano le storie di una volta, di esseri nati da procedimenti artificiali. Coltivati come piante dentro a un vaso, nutriti verso sera, con la luce della luna e cantilene d’incantesimi dimenticati. Simili omuncoli, o vituncoli, virguntoli e a seguire, sarebbero cresciuti dalla polvere del mondo, finché un giorno, finalmente liberati, avrebbero trovato la stupenda glorificazione: di essere mangiati, come bistecca, presso tavole dorate, con tovaglie ricamate. Anche questo è possibile, chissà. Perché altrimenti, non si spiega. Il teorema matematico dell’imponenza della mucca, MC per il quadrato Donalds, prevede regole precise. Il packaging non è una semplice opinione commerciali. Se i bovini potessero essere infilati in un barattolo, ebbene, saremmo abituati a scene come queste. I supermercati e i centri commerciali, su scaffali rinforzati, esporrebbero le giare come queste. Che voltate, riprodurrebbero quel suono colmo di appetito ritrovato: MUUUUsica per le tue orecchie. Con buona pace del suino, finalmente liberato. Che non ficca quel suo muso in altri luoghi, che nel fango. E non ruzza coi suoi zoccoli fessurati, se non in luoghi comodi, spaziosi. Sufficienti a far passare la sua intera mole, inclusa quella buffa coda attorcigliata.

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