Il carosello funebre dei sassofoni taiwanesi

Yuan Rong Life

Il verde delle piante, il rosso del tappeto, bianco e nero per la struttura della tenda sotto cui si è tenuta la toccante, e a dire il vero pure un po’ bizzarra, cerimonia funebre della Taiwan dei nostri giorni; sono, questi quattro, i colori che corrispondono ai diversi elementi del cosmo e delle cose: legno, fuoco, metallo ed acqua. Mancava giusto il giallo degli ottoni, suonati da 9 fascinose majorettes.
Nel 2598 a.C, dopo un regno che riuscì a durare circa cento anni, l’imperatore dell’antica Cina, Huangdi, si ritrovò nel mezzo di una selva, forse oscura, forse luminosa, di fronte a una fenice fiammeggiante e ad un qilin, la mistica chimera dell’Oriente, tutta corna, zanne di coccodrillo, scaglie come pietre preziose e barba dragonesca, scintillante. Secondo la tradizione fu proprio allora, dopo un lungo colloquio assieme a tali e tante bestie, che lui scelse di lasciare questo mondo. Aveva insegnato ai sui sudditi come calcolare il tempo con l’astronomia, coltivare cereali ed allevare i maiali selvatici e le capre. Aveva costruito il carro, la nave, l’arco, la bussola magnetica e il guqin o cetra cinese, strumento musicale a sette corde. Fra le nebbiose valli del fiume Huáng Hé, evocata la dea creatrice Nuwa, aveva sconfitto quel guerriero dalla testa bronzea, l’orribile Chi You, e sbaragliato le nove tribù barbariche dei Li, fondando la sua forte dinastia. Tutto considerato, pensò probabilmente: “Può bastare”. Usando i suoi poteri, diventando pura luce, assurse in cielo e diventò la stella Chi, o Polare, nel pieno mezzo dell’Orsa Maggiore. I suoi immediati successori, e chi venne ancora dopo, presero quindi a chiamarlo Imperatore Giallo, per associazione con i draghi, la gloria, la saggezza e il quinto di questi elementi universali, la terra.
Nelle regioni d’Asia, meno affini al concetto di monoteismo, ciascun rituale religioso risulta sempre dalla commistione di diverse discipline, che siano autoctone o d’importazione. L’isola di Taiwan, che i Portoghesi chiamavano la bella (Formosa), non fa eccezione da tale fondamentale sincretismo. Basti osservare il video girato in questo fragrante funerale. Secondo l’usanza tradizionale di questi luoghi, con l’avvicinarsi del trapasso, le persone vengono portate via dagli ospedali e dagli ospizi. Sul proprio letto di casa, circondati dai parenti e dagli amici, passano oltre, serenamente. È a quel punto, si capisce, che le cose si fanno interessanti.

Trigrams

Successe quindi, dopo la straordinaria dipartita dell’Imperatore Giallo, che la morte diventò opzionale. Come scoprirono i dinasti degli Shang, dapprima, profetizzando sulle ossa di antiche tartarughe, e poi l’anzianissimo Laozi (VI sec. a.C.), coi suoi discepoli e colleghi, c’era una sublime via, d’inazione e grande contemplazione filosofica, che poteva sconfiggere l’entropia. Sarà meglio non parlarne troppo a lungo: come si usa dire, il Tao di cui si può discutere, ebbene, quello non è il vero Tao. Però, come accade nella fisica delle particelle subatomiche, pur non potendo osservare qualcosa, se ne vedono gli effetti. I principali saggi del taoismo, autori di classici letterari e poesie sublimi, avevano un elisir e tecniche di respirazione, speciali discipline fisiche o amici tra gli spiriti naturali, che gli permisero di andare oltre i limiti del corpo umano. Cuore di fuoco, milza di terra, polmoni di metallo, reni d’acqua e fegato di legno, ciascun organo cooperava per renderli degli Immortali. Stanchi della vita terrena, loro infine si ritiravano sui monti, oppure in fondo ai laghi, nel cielo e fra le stelle, per osservare questo mondo da lontano.
Tali credenze, di ancestrali religioni filosofiche, s’intravedono nel funerale musicale di Taiwan. Monaci con paramenti variopinti, ai lati dell’area designata, presenziano all’evento, testimoni con un ulteriore ruolo, l’esorcismo degli spiriti che si liberano, secondo il taoismo, al momento della morte. L’altare posto sul fondo, con fiori e un’immagine del defunto, è invece un’usanza tipicamente buddhista, praticata anche in Giappone. Il rispetto per chi è venuto prima, tipicamente confuciano. E poi ci sono loro, le ragazze suonatrici del gruppo Yuan Rong Life.

Yuan Rong Life2

Come dicevamo, il proprio caro viene riportato a casa, nelle ultime ore che gli restano da vivere. Dopo la sua prevista dipartita, si resta insieme a lui, per 10 ore, cantando per assistere il suo spirito, ricordandosi delle sue gesta. Quindi si erige una grande tenda nel giardino col suo feretro, e molti altri paramenti, affinché lui possa venire visitato da chiunque l’abbia conosciuto, o comunque abbia intenzione di onorarlo, per un periodo di 7 giorni. Vuole la prassi che gli si portino dei doni, veri o simbolici, come della carta ripiegata da bruciare (che rappresenta soldi) oppure modellini di beni terreni, quali auto, abitazioni oppure barche. E tra questi omaggi, secondo l’usanza di quei luoghi, deve trovar posto pure della musica, uno show di qualche tipo, per placar gli spiriti. Fece discutere, qualche tempo fa, la storia delle spogliarelliste da funerale, molto usate a Taiwan, soprattutto nelle zone più rurali, come esemplificato dal documentario intitolato Dancing for the Dead. Perché, ci si è chiesti, trasformare la morte di un proprio caro in uno spettacolo, in un’occasione di far festa? Che terribile momento. Dormire, morire, persino un po’ ballare….
Dovendo provare un’emozione molto forte, sarebbe bello poterla scegliere e indirizzarla a vantaggio di chi resta. In Cina si usa dire che per chi è vissuto oltre 80 anni, non sia giusto piangere, oppure rattristarsi. Completato il ciclo della sua vita naturale, egli si è trasformato in qualcosa, qualcun’altro. La sua situazione sarebbe quindi da invidiare.
Beviamo.

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