Un giro a bordo della cannoniera dei cieli

AC-130 Gunship

Molti nostalgici dei vecchi tempi, e tutti coloro che idealizzano la guerra senza averla mai vissuta, lamentano la sparizione di determinati metodi e valori. Dov’è finito il “bianco degli occhi” che un tempo segnalava l’attimo in cui la fanteria affiancata aveva il compito di premere il grilletto, in attesa di ricevere la salva di ritorno del nemico? Dove, il coraggio dei marinai sul ponte delle navi corazzate, che si affrontavano lanciando carichi esplosivi a miglia di distanza, in mezzo al fuoco divampante sopra le murate? Gunship le chiamavano, fin dai tempi della guerra civile americana, quando i proiettili volavano sopra le onde, in mezzo a barbe ed uniformi rosse e azzurre. Ma oggi le distanze d’ingaggio aumentano, e con esse i metodi di approccio alla battaglia. Così il concetto di due schieramenti l’uno innanzi all’altro, con le baionette pronte sui fucili, è ormai morto e sepolto, sostituito dalle tattiche del mordi & fuggi, ovvero la guerriglia diventata il massimo pilastro della strategia; e parimenti quel metodo del multiplo cannone galleggiante, riorientato grazie all’uso di un timone, serve decisamente a poco. Nel territorio nemico dei nostri giorni, non importa essere armati fino ai denti. Bombe, razzi, missili guidati. Questo ed altro può piombarti addosso, da un momento all’altro e senza un minimo preavviso. L’unica possibile soluzione allora, diventa colpire forte e velocemente; cioè giungendo, se possibile, dall’aria. Ed è a questo che servono i poderosi quadrimotori  Lockheed C-130 Hercules, stazionati principalmente presso le basi statunitensi sul territorio; ma in grado di partire senza preavviso verso qualsiasi paese del mondo, grazie ad un’autonomia di volo che si aggira sui 3800 Km a medio carico. Con la stiva piena di soldati, veicoli o in alternativa, armi d’attacco, nei due allestimenti della serie A(ttack)C-130, W Stinger II, oppure AC-130U Spooky, l’evoluzione dello Spectre dei tempi del Vietnam, quando nacque quel concetto.
Tra i termini dal significato maggiormente fluido della guerra moderna, va certamente annoverato il binomio del supporto aereo. Alla richiesta del quale, un certo numero di squadre o gruppi di fuoco operativi a terra possono aspettarsi, a seconda dei casi: bombardamenti a tappeto del campo di battaglia, piuttosto che strike chirurgici all’indirizzo dell’artiglieria. Oppure uno stormo di elicotteri che cali sulle file corazzate di rinforzo, o ancora il passaggio di un drone di pattugliamento, che illumini con l’infrarosso gli obiettivi da colpire. Ed è proprio nella capacità di rispondere a un tale ventaglio di circostanze, questa versatilità d’impiego e situazioni scritte nelle proprie dottrine operative, che le forze aeree di un paese si trovano classificate per utilità tattica, nonché valenza funzionale in uno sforzo bellico futuro. In questo video recentemente rilasciato al pubblico, e offerto sul canale di settore Daily Military Defense & Archive, è per l’appunto possibile conoscere la prassi di volo dei due principali modelli in uso dell’AC-130, durante l’annuale esercitazione denominata Emerald Warrior, che si è tenuta proprio in Florida, presso la base di Hurlburt Field, dove si trova il maggior contingente nazionale di Stinger II. Per la cronaca è invece da Cannon AFB, New Mexico, che decollano comunemente gli Spooky, uno dei quali è comunque il protagonista della prima e l’ultima parte del video, riconoscibile dall’emblema vagamente Heavy Metal impresso sulla rastrelliera delle munizioni. Il senso che restituisce questa sequenza d’immagini, presentata con assoluta professionalità, è quella di un’esecuzione perfettamente calibrata degli obiettivi di missione, ma anche, inevitabilmente, un certo senso di ansia latente. L’autore letterario americano Joseph Heller, ex armiere nei grandi bombardieri della seconda guerra mondiale, fece un resoconto ironico e spiazzante delle sue esperienze a bordo dei B-25, le iconiche fortezze volanti, nel romanzo del 1961, Comma 22, oggetto anche di un film del 1970 di Mike Nichols. Nel quale Yossarian, l’anti-eroe protagonista del racconto e miglior pilota del suo stormo, faceva di tutto per non trovarsi ad attaccare le postazioni armate dei tedeschi, semplicemente perché poteva sempre capitare di essere abbattuti, all’improvviso, da un colpo fortunato delle truppe a terra. E considerate pure che quel tipo di aereo, in condizioni ideali, volava rapido e sganciate le sue bombe, se ne andava via, verso lidi maggiormente rosei ed accoglienti. Mentre la missione di chi vola sulle cannoniere è totalmente differente, e se possibile, anche più precario…

Un complemento di 13 membri dell’equipaggio, tra cui 5 ufficiali (pilota, copilota, navigatore, artigliere, addetto alle contromisure) ed otto avieri di reparto (ingegnere di volo, addetto alle telecamere, al visore ad infrarossi, alle munizioni e quattro assistenti ai cannoni) che cooperano nello stabilire una rotta attorno all’obiettivo che può essere riassunta nel concetto di pylon turn, una virata che disegni la base di un cono invertito, con al vertice il bersaglio da colpire. L’impiego di una gunship, naturalmente, presuppone l’ottenimento dell’assoluta superiorità aerea, ma anche la (quasi) totale assenza di postazioni SAM, pena l’immediata messa a rischio dell’intera operazione. L’armamento di bordo, inoltre, deve essere scelto attentamente in base alle necessità. Questo è in effetti il principale tratto distintivo tra i due modelli di aeromobile mostrati nel video, il cui rispettivo clima operativo di bordo può essere facilmente saggiato grazie all’assenza di artifici di montaggio o indesiderabili commenti di contorno. Nella sequenza più lunga, che inizia con il carico di munizioni ed un decollo diurno, i soldati addetti ai cannoni sono più loquaci, dovendo collaborare tra loro. L’AC-130U Spooky, infatti, prevede un complemento d’armi più complesso (e costoso) della controparte: una mitragliatrice a cannoni rotanti da 25mm GAU-12 Equalizer, un cannone anti-aereo Bofors ad alta penetrazione da 40mm, qui usato per colpire bersagli di terra, e un poderoso howitzer M102 da 105 mm, sostanzialmente un vero e proprio pezzo d’artiglieria. Nella scena dell’AC-130W Spectre II, invece, regna un silenzio reso ancor più pesante dall’impiego di una telecamera a infrarossi, che induce l’idea (altamente improbabile) che nella carlinga regni il buio pressoché assoluto. Qui, due soldati si occupano di mantenere operativa la singola mitragliatrice a catena Mk44 Bushmaster II, raccogliendo i grossi bossoli in apposite borse a sacco, forse per un successivo riutilizzo. A completare l’armamento di bordo, che potrebbe erroneamente sembrare leggerino, ci pensano un lanciamissili AGM-176 Griffin e un carico di bombe GBU-39 da 250 libbre ciascuna, purtroppo non mostrate nel video. Si può comunque desumere che l’impiego di questo secondo allestimento sia sostanzialmente più convenzionale, e simile a quello di un comune bombardiere. Un’ultima nota significativa: tutte le armi a fuoco continuo, su questi aerei, sono montati dalla parte sinistra, per mantenere il bersaglio a tiro nel corso dell’intera pylon turn.

AC-130 Gunship 2
Abbiamo visto il comportamento dei soldati a bordo, ma a questo punto sarà lecito chiederci: come appare un attacco delle cannoniere da terra? Per mostrarcelo, interviene il canale AIRBOYD, con questo video registrato durante un’esercitazione nel 2013.

Ma forse il momento più affascinante e memorabile dell’intera sequenza arriva nel minuto finale, quando tornati a bordo dello Spooky, ci offre una breve intervista quello che DOVREBBE essere Charles Lenox, aviatore del Quarto Squadrone per le Missioni Speciali. Dico dovrebbe, perché questo è l’unico nome inserito nel fotogramma iniziale del video, ma dalla qualifica non è impossibile che si riferisca ad una delle voci fuori campo che si prodigano nello spiegare l’importanza dell’attenzione ai dettagli, durante la parte dedicata allo stivaggio delle munizioni. Il giovane soldato semplice in divisa ad ogni modo, qui mostra tutto l’entusiasmo di chi stia facendo qualcosa in cui crede fermamente, descrivendo l’importanza del suo compito semplice, eppure essenziale, l’inserimento delle munizioni nel caricatore. Colpisce in modo particolare la sua risposta ad una domanda, che non ci viene fatta sentire ma s’intuisce essere sulla linea del: “Cosa ami maggiormente del tuo lavoro?” Mentre lui risponde, senza esitazioni: [parafrasando] “Aiutare i commilitoni a terra! Perché se noi facciamo un buon lavoro, vuol dire che non importa quanto stesse andando male la giornata. D’un tratto, tutto sembrerà volgere al meglio.”
È forse questa, un’interpretazione della Guerra totalmente nuova? O il semplice ottimismo transitorio del soldato ancora privo delle terribili esperienze di Yossarian/Heller, che dopo la tragica perdita di un membro del suo equipaggio, NON poteva volare sopra le basi tedesche, ma nemmeno poteva NON volare? La verità è difficile da comprendere, almeno senza aver vissuto il percorso professionale di chi sceglie di far questo nella vita, ma forse si può intravedere nei precisi gesti del mouse, che dirigono le fiamme dell’inferno sugli ammassi pixelati dei soldati digitali, nell’ultimo episodio delle popolari serie di simulazione per il pubblico generalista. Non a caso, la cannoniera statunitense è diventata un “personaggio” irrinunciabile di molti film e videogiochi: più aumenta la distanza dal nemico di turno, meno si tende a sviluppare un fastidioso senso d’empatia. Ma senza farsi coinvolgere dall’altruismo, cosa spari a fare… Si tratta, dopo tutto, di un’applicazione inversa dello stesso, eterno Comma 22.

Lascia un commento