Da robot leggendari a eroi di cartone, i pepakura di Wakabua

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I mecha giapponesi e i guerrieri sentai non sono semplici supereroi tecnologici. Sarebbe facile guardare i cartoni animati di quel paese o i colorati, buffi e un pò kitsch telefilm d’azione del genere tokusatsu (Power Rangers…) ritrovando in essi un’espressione creativa equivalente ai più stereotipati tra i fumetti americani, in cui un giustiziere mascherato dai poteri soprannaturali agisce seguendo un proprio codice a vantaggio del bene comune. In realtà i combattenti fantastici del Giappone moderno sono qualcosa di molto più simile ai samurai delle loro leggende guerresche: personaggi con tecniche, armi o veicoli particolari, generalmente ereditati da parenti o appresi come mistiche cognizioni da un qualche tipo di saggio maestro, intenzionati ad elevarsi al di sopra dei propri umani, comprensibili difetti. E tra le più diffuse culture giovanili della corrente così detta degli otaku, spicca in modo particolare il collezionismo dei loro modellini, talvolta in scatola di montaggio, altre da dipingere o semplicemente da acquistare a caro prezzo e esporre su qualche mensola insieme alle immancabili collezioni di manga e videogiochi. Il designer Wakabua, grazie a un suo particolare talento, ha però deciso di fare tutto da solo: nel suo laboratorio di Warabi, prefettura di Saitama, realizza infatti modellini di cartone piegato e dipinto, in base alle procedure artistiche del pepakurao paper-crafting. Alcuni sono persino trasformabili.

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La danza folkloristica dell’airone bianco giapponese

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La danza degli aironi bianchi, detta Sagimai (鷺舞) è un’affascinante tradizione culturale, in origine parte delle festività shintoiste praticate presso il tempio di Yasaka, a Kyoto, dove antichi dipinti la raffigurano a partire dal XVI secolo. Parte della lunga serie di rituali che si tenevano annualmente in questo importante centro religioso, costituisce la rappresentazione di una leggenda importata dalla Cina, romantica e al tempo stesso un pò malinconica, in cui l’elegante uccello diviene il simbolo dell’amore impossibile tra una dea e un comune essere umano.  La più famosa versione moderna di questa danza, qui ripresa da un inviato del portale Photoguide.jp, viene occasionalmente messa in atto ad Asakusa, uno dei quartieri più caratteristici di Tokyo.

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La grande rivolta del robot in scatola 2.0

É tornato in un vortice roteante di fuoco e scintille, ha una matrice di punti luminosi ed è più agguerrito che mai. Questo buffo ed inutile macchinario in grado di spegnersi da solo è il discendente di una vecchia conoscenza di Nico Nico Douga, il famoso sito di video sharing che si affianca in Giappone al più internazionale YouTube. Lo スイッチをONするとOFFするロボット (Robot che muove l’interruttore da ON ad OFF / Suitchio-ONsuru-to-OFFsuru-robotto) originariamente ospitato in una scatola di legno, vi combatteva con il suo creatore Kairoshi grazie a tecniche di montaggio video, cambiando a piacimento l’espressione disegnata con un semplice pennarello. Oggi, nell’epoca dei droni da combattimento e degli smartphone quasi senzienti la potenzialità di ribellarsi delle creature artificiali appare aumentata a dismisura, tanto da rendere necessario un upgrade digitale di questo grande classico del web – ma anche il suo predecessore vorrà dire la sua. La guerra per la posizione dell’interrutore è appena iniziata, chissà cosa ci riserva il futuro…

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La folla in attesa è una macchina perfetta che viene dal Giappone

Per eventi come il Comiket di Tokyo, in grado di attirare oltre mezzo milione di persone nel giro di tre giorni, l’organizzazione è tutto. Si tratta infatti della più grande convention di fumetti al mondo, dove è possibile trovare ogni genere di dōjinshi a tiratura molto limitata, materiale per i cosplay, accessori, decorazioni e rare bambole costruite artigianalmente. L’autore di questo video, ospitato sul canale di YouTube Animax, sceglie di paragonare la ressa sulla piazza antistante il Tokyo Big Sight a quella del famoso Black Friday, la giornata di saldi folli che tiene l’America sulle spine subito dopo il Thanksgiving Day ma la scala è del tutto fuori parametro. Come gestire un intero esercito di giovani appassionati, nerd in visita ed otaku borderline, così follemente concentrati nel tempo e nello spazio? La risposta è questa precisa macchina umana collettiva, in cui ogni persona fa la sua parte e tutto funziona in assoluta regolarità, con un ordine e una cadenza quasi surreali.

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