Il lavandino d’oro in cui spariscono gli uragani

Pareva il risvolto inevitabile di un triste destino. La città stato di Medium York, sui suoi cingoli giganteschi, pareva essere giunta al capolinea. Non tanto nel senso del movimento: il poderoso motore a vapore capace di farla muovere senza ombra di dubbio né colpo ferire, costruito da 4 secoli nella camera centrale del Nucleo Sotterraneo, l’avrebbe condotta facilmente ben oltre l’istmo angusto del Centro America, oltre i massicci montuosi della Colombia e nelle vaste praterie brasiliane, verso la terra promessa di un’Amazzonia distante. Ma il fronte della sua Nemesi meteorologica, prima che ciò potesse avvenire, l’avrebbe inesorabilmente raggiunta. Il Sindaco scrutò attentamente, ancora una volta, la parete quasi solida di nubi all’orizzonte. La faccia di un cubo, tutt’altro che naturale, percorso da una ragnatela di fulmini furibondi. “Bella eredità ci hanno lasciato, prima di distruggersi tutti quanti a vicenda!” Esclamò il Sindaco all’indirizzo della Pizia, sacerdotessa appartenente all’Ordine, un’anziana donna proveniente da San Francisco de Quito, che si diceva avesse visto di persona le ultime fasi della guerra. Impossibile, pensò nuovamente il suo esimio interlocutore: questa donna dovrebbe avere almeno 576 anni. Con la sciarpa candida annodata sul collo, il lungo poncho marrone, il caratteristico cappello simile a una bombetta ben calcato sulla fronte, per resistere alle raffiche di vento, la personalità religiosa scrutava pensierosamente oltre lo schermo di contenimento, dal margine più estremo del tetto del municipio. Uno strano sorriso iniziò ad apparirgli sul volto: “Mmmh, no. Perché dovremmo rimuginare? Questo è il momento di agire. Premere pulsanti, tirare le leve. L’oceano non è lontano, riesco a sentirne… L’odore” Sul quadro di comando costruito all’interno della cabina, come ad un segnale preparato da tempo, si accese quindi la dicitura sperata: “DEVIAZIONE”. Nella programmazione del Nucleo, gli antichi avevano previsto una simile possibilità. Riconvertire la città in arca, per imbarcarsi ed accelerare. In assenza di terreno solido da cui estrarre il carbone, la città avrebbe proceduto ad un ritmo accelerato per circa 1.500 Km. Quindi, inevitabilmente, si sarebbe fermata per un periodo di almeno 10 giorni. In molti l’avrebbero definito un folle azzardo. Ma non restava, ormai, una singola alternativa che potesse aprire la via della sopravvivenza…
Tutto aveva avuto inizio, in effetti, in una tranquilla giornata d’agosto, sotto il sole battente dell’Ecuador. La sacerdotessa frequentava, all’epoca, la seconda classe di liceo, in un paese in cui vigeva ancora la regola del “vivi e lascia vivere”. Ancora ben lontana dalla mente delle persone era, in altri termini, l’ipotesi di una terza guerra mondiale, condotta grazie ai meccanismi orbitali di controllo del clima. Da giovane rappresentante di classe della Escuela Tecnologica Central, Mayra Delgado era stata chiamata ad interloquire direttamente con la guida turistica, durante la visita alla Linea di Demarcazione degli Emisferi, il punto in cui, secondo la scienza geografica, la terra si divideva in due: “…Perciò vedi, ragazza mia: questo è il punto. Se scarico l’acqua senza spostare il mio lavandino, le foglie scenderanno giù diritte, senza roteare in alcuno dei due sensi.” Mayra aprì la bocca, come per parlare, poi ci ripensò. Avrebbe lasciato che la donna si tradisse con le sue stesse azioni. Un mormorìo d’assenso si sollevò dalla classe, quando l’operazione si svolse, seguendo il copione, esattamente nella maniera anticipata dalla guida. “Ora spostiamoci a Nord. Basteranno un paio di metri.” Il lavandino in questione, con una bacinella sottostante per il recupero dell’acqua, era un oggetto chiaramente creato per affascinare i turisti, ricoperto di una pacchiana verniciatura dorata. Con chiaro intento dimostrativo, la guida recuperò il contenitore del liquido, quindi lo versò rapidamente nel lavandino. Di nuovo, con flemma e una gestualità carica di pathos, rimosse il tappo centrale. L’acqua iniziò a fuoriuscire dal basso, ruotando però stavolta, come evidenziato dalle foglioline gettate nel flusso, in senso rigorosamente anti-orario. Pochi minuti dopo, l’esperimento condotto a Sud della linea avrebbe prodotto l’effetto inverso. “Oh, oh, oh, mia giovane studentessa.  A questo punto, potresti mai dubitarne? I Simpson avevano ragione.” Ah, se soltanto ci fossero altre persone col dono del Grande Spirito, di vivere ed assistere l’umanità fino al verificarsi della Quarta Rinascita, pensò la Pizia ormai pluri-secolare. Allora potrei parlare tra pari, dei vecchi uomini gialli, grande classico della Tv di allora! In quel mentre il Sindaco assorto, con espressione preoccupata ma ferma, abbassava il pugno sul Grande Bottone Rosso Fuoco (Che Funzionava Davvero). Un’impressionante scossone, in quel preciso momento, percorse tutti i palazzi e le strade di Medium York…

Dimostrazioni chiare per dirimere lo scetticismo moderno: Derek e Destin, due degli youtuber a tema scientifico più famosi, realizzano il primo video sincronizzato tra due emisferi (a patto di leggere i commenti e fare almeno un paio di tentativi con il browser) in cui una piscina viene svuotata in condizioni idonee a dimostrare l’effetto Coriolis. Almeno in questo caso, dunque, i Simpson avevano effettivamente ragione.

L’influenza della rotazione della Terra sui sistemi adeguatamente preparati ad evidenziarlo è una questione assai nota a tutti gli ambienti scientifici, a partire da quando nel 1851 il fisico francese Jean Bernard Léon Foucault, di fronte al pubblico dell’intera Académie des sciences appese il suo pendolo di 30 Kg alla cupola del Pantheon di Parigi con un filo di 68 metri, includendo una punta in grado di tracciare linee sulla copertura distesa per l’occasione al di sopra del pavimento del prestigioso edificio. Ben sapendo, e finalmente dimostrando, la maniera in cui il moto di un sistema inerziale sufficientemente grande a una latitudine diversa dai Poli o dall’Equatore, come sarebbe stata per l’appunto quella di una qualsiasi capitale europea, non avrebbe avuto un passo che potesse definirsi in alcun modo lineare. Così che i grafemi tracciati dall’altalenante attrezzo, una manciata di minuti dopo l’altra, sembrarono tracciare sul suolo una sorta di fiore, i cui petali s’intersecavano tra loro in maniera assai suggestivo. Era stato così dimostrato, tra lo stupore generale e il riverente silenzio degli spettatori, l’effetto Coriolis della rotazione del nostro pianeta.
Ma poiché un conto è conoscere una cosa dal punto di vista teorico, un altro accettarne le implicazioni (viviamo in un’epoca, dopo tutto, in cui la gente pensa ancora che la Terra sia piatta) da allora sono molte le prove inconfutabili che sono state ricercate, a più livelli, nel tentativo di far accettare al grande pubblico questa fondamentale faccenda. Tra cui una delle più famose resta il tentativo, per lo più leggendario, di ridurre la questione ai minimi termini: “Scaricate un WC nell’emisfero settentrionale. Poi fatelo in quello meridionale. Noterete, senza ombra di dubbio, che il senso della rotazione dell’acqua risulterà invertito.” Chiunque abbia avuto, a causa dei suoi viaggi, l’occasione di mettere alla prova una simile idea, lo sa fin troppo bene: non è quasi mai vero. Ci sono bagni che scaricano sempre in senso antiorario, altri che fanno il contrario. Ed alcuni, addirittura, che possono scaricare in entrambi i sensi. Questo perché l.a quantità d’acqua e lo spazio disponibile nel tipico trono di ceramica è semplicemente insufficiente, troppo stretta ed angusta a far verificare in maniera affidabile la questione. Stiamo in effetti considerando di un’affermazione per lo più problematica, perché parla di un fenomeno reale, ma tenta di definirlo attraverso un’osservazione che non potrà sempre essere corretta neppure nell’esperienza di una singola persona, a meno di una serie di fortuite coincidenze. La ragione è, ritengo, palese: si, la Terra è effettivamente uno sferoide, o se vogliamo una sorta di palla rotolante. Così che, facendo volare un aeroplano in maniera perfettamente perpendicolare rispetto all’equatore, in direzione nord, esso si troverà a deviare immancabilmente verso destra rispetto alla geografia; questo perché sarà stato lo stesso paesaggio ad essersi spostato sotto di lui. Mentre scegliendo la rotta diametralmente opposta, per volare in direzione della Terra del Fuoco, il nostro aeromobile devierà a sinistra. Questa è una delle ragioni per cui, nei lunghi viaggi, i piloti non si spostano mai effettivamente in linea retta, bensì disegnando delle eleganti linee curve sulle mappe col piano di volo (l’altra è la stessa curvatura della superficie terrestre. Ma questo è materiale per un altro articolo, che in effetti ho già scritto e potete trovare cliccando qui). Vi basti ad ogni modo sapere, a sostegno dell’esposizione corrente, che si: con gli uragani, tifoni e cicloni, succede esattamente la stessa cosa. Cos’è dopo tutto, la tipica tempesta tropicale, se non un fronte di bassa pressione che attrae verso di se delle spaventose masse d’aria? E pensate che queste ultime, nel muoversi verso l’Occhio della Tempesta, non siano abbastanza grandi di doversi alla stessa ferrea legge dimostrata dal pendolo di Foucault?

È importante notare come uragani, cicloni e tifoni siano in effetti da un punto di vista meteorologico esattamente la stessa cosa. Cambia solamente la zona geografica in cui si verificano: rispettivamente Atlantico e Pacifico del Nord Est; Pacifico del Nord Ovest; Pacifico del Sud ed Oceano Indiano.

“Signora guida, deve scusarmi. Mi pare evidente che lei sta effettuando una dimostrazione del tutto priva di un metodo scientifico.” Anche prima di essere eletta Pizia per il volere del Grande Spirito, Mayra Delgado non era tipo da farsi prendere in giro: “Crede che non abbiamo notato come lei abbia versando l’acqua nel lavandino da destra, mentre ci trovavamo da un lato dell’equatore, e da sinistra la volta successiva? Poiché non ha poi dato il tempo al fluido di tornare in situazione di quiete, è naturale che le foglioline cambino il senso di rotazione.” La guida assunse allora un’espressione accigliata: “E poi, chi potrebbe mai credere che l’effetto Coriolis sia così forte, anche qui all’equatore, da poter invertire il senso di rotazione in un semplice lavandino… Qualcosa di simile, al limite, potrebbe succedere ai Poli…”
A quanto riguardava la somma sacerdotessa, il seguito di quella giornata non fu particolarmente gradevole. Pur tra l’entusiasmo dei suoi compagni, il suo appunto non fu in effetti gradito dall’insegnante, che la redarguì per una presunta “scortesia”. Ciononostante, se soltanto avesse potuto farlo… “Non mi dispiacerebbe affatto ringraziare personalmente quella simpatica… Truffatrice.”
Lo squarcio squillante di un fulmine terribile la riportò al momento presente, mentre il fronte tempestoso si avvicinava minacciosamente al tetto del municipio. Quella mattina stessa, la loro folle navigazione si era conclusa oltre il mare e la città di Medium York giaceva perfettamente immobile, circa 20 Km al di là della linea dell’equatore. I cingoli non sarebbero ripartiti prima di una settimana. Il Sindaco assieme a quattro militari dai fucili spianati, aveva dato ordine di tenere sotto tiro l’anziana donna. Spettinato, senza cravatta, con le maniche a brandelli, l’uomo l’aveva minacciata ferocemente con una dichiarazione sulla falsariga di “Prima che la tempesta dell’Apocalisse ci raggiunga ed uccida tutti, dovrai morire. Tu! Falsa profetessa, la causa della fine di questa nobile e antica città!” La Pizia, per nulla impressionata da una così terribile minaccia verso la sua persona, continuò a fumare il suo pregevole sigaro cubano. Quindi lo mise da parte, e parlò: “Mmmh, interessante. Persino oggi, gli uomini non hanno imparato la pazienza. Pensare, osservare, considerare. Da quando abbiamo oltrepassato la linea di separazione tra i due emisferi, l’uragano ha smesso di muoversi. Del tutto, oramai. Secondo i miei calcoli (sia resa lode al Grande Spirito) la sua capacità di contrastare la forza di Coriolis dovrebbe esaurirsi più o meno… Ora.” Il Sindaco si voltò di scatto. Le nubi già iniziavano a diradarsi. Gli ultimi fulmini, come pilastri alle porte del Cielo, parvero condensarsi nell’accenno di un punto esclamativo. La città era salva. La furia degli elementi, placata. Mentre il vasto mondo continuava, imperterrito, a roteare.

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