Così dicono, che all’interno delle alte/magiche mura della catena di grandi magazzini Walmart sia possibile trovare qualsiasi cosa: pneumatici, proiettili, papere di gomma e pulsossimetri di tipo non professionale. Addirittura le ossa di dinosauro. Ma chi l’avrebbe mai pensato? Che quest’ultimo particolare articolo potesse fare il suo ingresso oltre il dorato arco ancora ben protetto dalle piume candide di una creatura, che a tutti gli effetti può essere descritta come il più diretto erede del parasauro, con la sua cresta ossea che prosegue diagonalmente l’arco cranico superiore. Un essere che è al tempo stesso significativo dal punto di vista tassonomico, ed anche un grazioso ed amorevole animale domestico, per la risposta empatica mostrata a quel richiamo iterativo “George! George! GEORGE!”
Perché davvero, quale miglior modo di far avvicinare il pubblico di Internet al mondo fantastico degli animali? Che prenderne il rappresentante più vicino a se, vestirlo di tutto punto e trasformarlo, tramite la costruzione di una scena, nel vero e proprio personaggio di un cartoon… Calzino di Natale al collo, trasformato nel collo alto di un golfino a strisce bianche e rosse. Giubbotto da “cane di supporto” del tipo usato dalle guide a quattro zampe dei non-vedenti, benché sia probabile che l’oca in questione, nella realtà dei fatti, non abbia conseguito (ancora) il necessario tipo di diploma. Né appare necessario un tale passo, data l’energia e salute mostrate dal suo accompagnatore ed amico umano soprannominato CraZBob1 della regione di North Woods (probabilmente, siamo in Minnesota) che ne ha trasformato le peripezie, recentemente, in contenuti di alta visibilità su YouTube, Instagram e gli altri social network del Web. Perché tutti sono in grado di disegnare qualche piuma sul velociraptor, nel tentativo di farlo rassomigliare a un pollo gigante. Ma soltanto pochi eletti possono pensare di trasformare questo letterale ornitischio dei nostri giorni nella versione bipede di Spot o Felix, rappresentanti rispettivi della canide o felina persuasione. Specie quando si considera la discendenza effettiva di costui, pennuto, corrente depositario di una specie che trova le sue origini all’incirca 300.000 anni fa nell’entroterra mongolo, la Russia e la Cina settentrionale. L’Anser cygnoides, originariamente selvaggia e migratoria, prima di essere addomesticata soprattutto in funzione di una dote particolarmente significativa: quella di arrivare a deporre circa 100 uova ogni anno tra febbraio e giugno ed altrettante nella parte rimanente dell’anno. Abbastanza per nutrire una famiglia o alternativamente, costruirne una quanto mai numerosa. Ma dopo aver colpito i suoi nuovi amici umani grazie a tale dote, sarebbe stato successivamente proprio il suo carattere innato, a riuscire a conquistarli per la vita…
La prima menzione dell’oca cignoide o cinese, accomunata al tipico animale dei laghetti e della fiaba del brutto anatroccolo per la lunghezza e la snellezza del suo collo, si ha nel XIV secolo attraverso gli scritti del frate Odorico da Pordenone, che nei sui scritti di missionario in Asia minore menzionò di aver visto questi uccelli molto strani, dotati di cresta ossea ed un lungo bargiglio, successivamente perduto dalla maggior parte degli esemplari addomesticati. La prima rappresentazione visuale risale invece ad un più tardo 1631, ad opera del pittore di corte di Luigi XIV Gaston d’Orléons (1608-1660) con la didascalia esplicativa di Anser ferus Sphærorychus / Oie sauvage. Un riferimento diretto alla vistosa cresta o “maniglia basale” (in lingua inglese, basal knob) posseduta dalla particolare specie animale sulla sommità del suo becco, con funzioni che la scienza ancora oggi fatica a giustificare. Differentemente dalle ardite ipotesi elaborate sui dinosauri sopra menzionati, infatti, la semplice osservazione dei fatti ci ha mostrato come le oche cignoidi (di cui esiste anche una variante africana, più piccola) non usino tale strumento nei combattimenti, per marcare il territorio o altre arcane attività nel corso della loro vita. Benché sia ragionevole pensare, data la presenza maggiormente preminente di tale caratteristica negli esemplari di sesso maschile, che possa servire come una sorta di marker delle prestazioni fisiche e lo stato di salute, usato dalle potenziali partner per trovare controparti degne di accoppiarsi con loro. Il che potrebbe ricondursi direttamente al principio dell’handicap del biologo Amotz Zahavi (1928-2017) che ipotizzò come la presenza di tratti meno utili potesse servire nel processo evolutivo a rafforzarne degli altri, capaci di compensarne il peso esistenziale. Vedi ad esempio, la maniera in cui la maniglia basale sia in effetti molto vulnerabile al congelamento nei climi freddi di provenienza dell’oca cignoide cinese, costituendo un punto debole potenzialmente non indifferente.
Niente che un’adeguato adattamento alla proliferazione a oltranza non possa riuscire a contrastare, come soprattutto, la capacità di affezionarsi e rendersi utili ai loro vicini umani. Particolarmente rappresentativo di questa intera genìa di barcollanti volatili, nei fatti, risulta essere il loro carattere affabile e altruista, che li porta ad essere protettivi verso gli altri membri del proprio “branco” e proteggerli con tutti gli strumenti di cui la natura è stata in grado di dotarli. Primo tra tutti, il verso penetrante molto forte in termini di decibel, udibile a distanze significative, che può renderle delle perfette alternative ai cani da guardia, come dimostrato in un programma condotto dalla polizia della Regione Autonoma di Xinjiang Uygur nel 2013, pensato per scoraggiare i ladri d’appartamento. Occasione in cui fu dimostrato come tali oche, oltre a dare l’allarme, possano talvolta giungere a beccare e mordere direttamente l’intruso. E molti di noi conoscono, fin troppo bene, l’effetto che può avere l’assalto di un semplice cigno arrabbiato…
Ciò che CraZBob1 è riuscito a dimostrare coi suoi numerosi video, post di Facebook e Instagram è che un’amicizia può prescindere dai rispettivi ruoli predeterminati. E persino l’animale di servizio per eccellenza, da noi collegato normalmente alla sola vita di campagna nelle fattorie, possa diventare un cliente riverito e preso in simpatia dall’intero personale di un grande supermercato ad Hayward, nella regione dei Grandi Laghi.
E tutto il resto, se vogliamo, possiamo desumerlo dallo sguardo ammirato del bambino piccolo nel carrello della spesa, che osserva quelle penne come fossero il sentiero per l’accesso ad una sorta di rivelazione fondamentale: che non siamo, dopo tutto, soli su questa Terra e di quanto possano essere straordinariamente vari, nell’aspetto e nelle suggestioni, i nostri colleghi nella lunga e travagliata avventura dell’esistenza.
Poco prima che quel becco umano instancabile riprenda nuovamente a far vibrare l’apparato fonatorio, nel richiamo dall’enfatica insistenza: “George! George! GEORGE!”