La strana sensazione di trovarsi nel momento topico, l’ideale punto di verifica del proprio stesso locus d’esistenza. Le sublimi convinzioni di una personalità inerente: molte cose stupide o imprudenti sono state fatte, dai pregressi membri della società moderna, nell’intento di riuscire a perseguire il culmine di una simile catena percepita di cause ed effetti. Ciò che viene messo in mostra nel canale dell’utente di YouTube Kanálismus della città di Brno in Repubblica Ceca, d’altronde, pare giungere da un piano esagitato della stessa cognizione, l’ultimo capitolo del senso logico connesso all’effettiva percezione conseguenze. È questo dunque l’Instagrammer per antonomasia, per utilizzare il neologismo come antonomasia di coloro che mettono se stessi o gli altri in situazioni di pericolo, in un contesto totalmente originale che potremmo definire in tal senso come “nuovo”. Giacché se qualcosa andasse, in quei momenti, per il verso sbagliato non c’è nulla o nessuno che potrebbe frapporsi tra costui e l’ora prospettata della non-esistenza. Soltanto un folle, in altri termini, potrebbe mai pensare di mettersi a fare lo stesso!
Prima di passare ad una puntuale descrizione di quanto stiamo vedendo, sembrerà corretto a questo punto sollevare una fondamentale domanda. In quale luogo, tra l’ampia possibilità offerta da un centro abitato di oltre 400.000 anime, vorreste trovarvi MENO, al principiar di un catastrofico temporale? Il tipo di rovescio denso ed improvviso, trattenuto dalle dense nubi degli azzurri cieli, finché tutta insieme si potesse rovesciare la fluente furia di una stagione. Risposta facilmente prevedibile per molti dei presenti: in basso, sotto la precisa linea di demarcazione del suolo asfaltato. Là, dove ciò che scorre defluisce o almeno questo è ciò che avremmo l’essenziale aspirazione di veder succedere appropriatamente. Lontano dagli occhi e così anche dal cuore, ma non dalla mente di coloro che comprendono, sinceramente, il tipo d’investimenti e competenze messe in campo nell’odierno mondo ingegneristico. Affinché la gente possa vivere a stretto contatto e in circostanze sufficientemente stabili e sostanzialmente prive di pericoli capaci di condurre all’automatico disfacimento delle rispettive metodologie dell’esistenza. Nel dedalo fondamentale che permette alla convergenza di riuscire a perpetuarsi, la venosa ragnatela degli scarichi fognari e tutta l’acqua che là dentro viene indotta a propagarsi. Giù, dove le telecamere del cyberspazio non avevano mai avuto una ragione, né responsabile motivazione, di finire per trovarsi nel momento in cui ogni cosa viene trascinata fino all’ultimo capitolo del libro delle possibilità presenti…
Il tipico video di Kanálismus, di un genere che nel corso delle ultime due decadi è diventato sempre più popolare online, comincia in un crescendo privo di commenti ed ancor più per quel motivo infuso del profondo e imprescindibile senso della cosiddetta Presenza. Ovvero l’impressione molto forte, in altri termini, di trovarsi lì fisicamente a condividere il momento pratico di un’esperienza incomparabile ed al tempo stesso, come dicevamo, molto poco raccomandabile in termini di ragionevole comparazione del rischio e delle ricompense. Molte sono, d’altro canto, le figure tecniche con la mansione di recarsi in tali luoghi per i necessari controlli operativi e le opere continuative di manutenzione. Ma nessuno, tra coloro che operano sulla base di un qualsiasi logico ragionamento, sarà necessariamente incline a farlo in un momento come questo. Quando l’incessante susseguirsi delle precipitazioni genera il fondamentale flusso verso i luoghi di sfogo finali. Ed ogni isola prevista nel tragitto, così logico, tanto accuratamente progettato, potrà essere soltanto la più labile barriera, tra l’opportunità di assistere ad un’altra alba e quella di finire trasformati in una particella dei trascorsi presenti e futuri. In un luogo dove non c’è alcun tipo di appiglio per chi dovesse perdere davvero l’equilibrio, giacché tali orpelli avrebbero lo stesso effetto sugli occasionali pezzi di legno, grumi di spazzatura, altre possibili ostruzioni dello scorrimento vitale.
Fece notizia, lo scorso aprile, un’esposto effettuato dall’Ente dell’Impianto Idrico di Brno alle forze dell’ordine per la condotta imprudente di questo ignoto utente di Internet, in conseguenza di un video particolarmente irrispettoso in cui egli utilizzava uno dei tubi di maggiori dimensioni dell’impianto di deflusso “come uno scivolo d’acqua”. Contenuto almeno presumibilmente in seguito rimosso, sebbene ciò non fosse destinato a costituire l’ultimo capitolo della sua instancabile epopea, né l’opportunità di ridurre in alcun modo la produzione di materiale. Un tipo di documento videografico, a dire il vero, utile nel prendere atto dell’effettivo stato degli impianti ed approfonditamente documentato nelle descrizioni didascaliche da lui fornite, dettagliate nelle circostanze, sia climatiche che in termini di localizzazione nel substrato urbano, così da fornire dati pratici alla progettazione degli eventuali interventi necessari. Nonché informazioni di quel tipo che generalmente i cittadini non possiedono, rilevanti per le proprie possibilità di scampare senza danni materiali (o fisici) ad eventuali disastri destinati a prospettarsi nell’incedere dei giorni ulteriori.
L’acqua scorre d’altra parte, in questi luoghi, senza più il potere di cui la Natura sembrerebbe averla intenzionalmente dotata. Incapsulata nei tragitti, come piste delle biglie sulle spiagge oceaniche o marine, quegli stessi luoghi dove l’eccedenza delle acque cittadine a un certo punto verrà nuovamente scatenata nel mondo. Avendo già da lungo tempo perso la propria originale innocenza, sostituita dalle impurità inquinanti che derivano dal nucleo stesso della civiltà sapiente.
Quell’avida moltitudine di menti che, in maniera quotidiana ed incessante, tenta di mettere in relazione il proprio benessere con i sacrifici involontari del sistema che sostiene le viti del Mondo, negando al tempo stesso il suo costante quanto problematico principio di mutamento. Dove il ciclo delle acque rappresenta soltanto un singolo, benché fondamentale dente del grande ingranaggio… E chi può dire quale possa essere, al concludersi di un lungo viaggio, la collaterale persistenza delle emanazioni di quel singolo ed inevitabile, umido e impietoso destino manifesto?