Steven Seagal dimostra l’aikido a 63 anni

Seagal Aikido

C’è pur sempre una ragione se vengono definite “arti” e non semplici tecniche o meri sistemi di combattimento, come si usa fare per gli approcci più moderni all’autodifesa: l’esperto seguace di una delle differenti vie marziali fiorite in Giappone o Cina all’inizio del secolo scorso, come del resto chi conosca le più antiche controparti, non si muove alla maniera di una persona normale, non contrappone la sua forza al fiume in piena! Ma piuttosto fluttua lieve, sopra la corrente impetuosa dell’istinto e della rabbia dei guerrieri. Ciò è tanto più vero nel contesto del complesso sistema di valori filosofici e approcci alla manipolazione degli attacchi dell’avversario concepito dall’Osensei (grande maestro) Morihei Ueshiba verso gli anni ’20, all’interno di una dottrina che, non a caso, riuscì a trovare un terreno fertile tra gli studenti della corrente shintoista dell’Ōmoto-kyō, fondata sulla venerazione degli antichi kami (dei) della terra, verso il raggiungimento di una grande pace ed armonia futura. Molte parole sono state spese, da quell’ormai lontana epoca, in merito al fatto che l’aikido sia in efficace in situazioni reali di pericolo, ovvero se possa servire nel bloccare o disarmare un teorico bandito di strada, soprattutto in funzione dell’aspetto fortemente stilizzato delle sue dimostrazioni: il fatto è che nella forma più pura, ovvero quella trasmessa originariamente dal suo inventore, quest’arte marziale non glorifica alcuna forma di attacco preventivo. Risultando piuttosto fondata, in aderenza ai valori spiccatamente non-violenti dell’intero contesto, su una serie di approcci all’evitare danni a se stessi (nel dojo: nage) come pure al proprio avversario (detto uke). Eppure resta innegabile come lo stesso aikido (合気道: letteralmente, la via dello spirito armonioso) assieme alla sua versione coreana detta hapkido, venga insegnato con profitto nei principali corpi speciali delle forze armate o di polizia di mezzo mondo, nonostante si tratti di una tecnica concepita originariamente per combattere senza l’intento di ferire. Forse… Perché ciò non compromette in alcun modo i suoi presupposti di efficienza? Giudicate un po’ voi.
Questo video girato in Russia durante un evento divulgativo, comparso su Internet verso la fine di Maggio, mostra l’attore, sportivo, musicista ed incisore Seagal mentre affronta sul tappeto giallo, dinnanzi a un pubblico ammirato, due praticanti del Sambo, l’adattamento per fini bellici del judo, inizialmente praticato dai membri dell’Armata Rossa verso la stessa epoca in cui visse Morihei Ueshiba. È una scena che colpisce fin da subito, in parte per il contrasto creato dai due sportivi con le sambovka bianche (una sorta di gi della tradizione russa) e lui che si avvicina indossando un minaccioso completo nero dotato di cappello, che non avrebbe sfigurato indosso ad uno dei cattivi dei suoi migliori film degli anni ’90. Ma è soprattutto ciò che segue ad aver colpito la fantasia dei molti commentatori sul web, fin troppo pronti a condannare l’intera sequenza come uno spettacolo dotato di copione: perché l’americano, incredibilmente, nell’affrontare tali e tanti attacchi pare spostarsi appena, mentre il grosso dei movimenti apparenti derivano, in effetti, dalle piroette e dai salti dei due giovani avversari. Naturalmente, poi, il noto background cinematografico del protagonista non fa che amplificare questo senso d’incertezza e labile realismo.
L’intera questione non può che riportare alla mente quella memorabile contingenza della settima stagione dei Simpson, in cui l’assistente di regia del film sull’Uomo Radioattivo si ritrovava a spiegare ad un Bart pendente dalle sue labbra come: “I cavalli non sembrano realistici su pellicola, normalmente preferiamo usare mucche dipinte. Mentre se serve un bovino in una scena, l’unica soluzione è legare assieme un mucchio di gatti miagolanti”. Valutate, di contro, il glorioso ritorno di Van Damme nella fantasia popolare giusto l’anno scorso, a seguito della pubblicità della Volvo, in cui effettuava la spaccata tra due grossi camion in corsa. Quella si, realizzata grazie all’uso degli effetti speciali, se non addirittura all’interno di un teatro di posa. Mentre ecco un altro attore della stessa generazione che si mette in discussione senza filtri, ricevendo suo malgrado un mare di critiche disinformate. Morale: la realtà è problematica, va interpretata. Talvolta sarebbe meglio non dare al pubblico quello che chiede…

Del resto, benché l’attore appaia meno in forma di quanto lo sia stato precedentemente, ben pochi potrebbero negare i meriti sportivi della sua carriera. Il primo incontro di Seagal con le arti marziali avviene, secondo l’aneddoto quasi leggendario, a soli 13 anni, quando iniziò a lavorare come lavapiatti presso un ristorante di Orange County, California. Naturalmente aveva mentito sulla sua età, come altrettanto naturalmente (questo è un vero punto cardine della filiera narrativa) proprio lì scoprì che il cuoco giapponese era anche un maestro cintura nera del karate shotokan, nonché pronto a notare la notevole sveltezza e agilità del suo assistente. Fu così quest’ultimo, di cui purtroppo non ho rintracciato il nome, a indirizzarlo verso il vicino dojo del maestro Harry Kiyoshi Ishisaka, insegnante che Seagal tutt’ora considera il maestro di arti marziali più importante della sua lunga carriera. Il caso volle quindi che successivamente, quando il giovane guerriero aveva 19 anni, l’intera famiglia si trasferisse temporaneamente in Giappone, a seguito di esigenze lavorative del padre, che era un ufficiale militare. Qui, avendo avuto l’occasione di incontrare alcune delle personalità più influenti nel mondo del karate e dell’aikido, tra cui Seiseki Abe di Osaka e Kisaburo Osawa della prefettura di Saitama, il promettente figlio decise di restare più a lungo, giusto il necessario a conseguire il settimo dan (grado) successivo alla cintura nera, nella disciplica in cui lo vediamo qui impegnarsi all’epoca della sua gioventù:

Seagal Aikido 2
Le piroette e i salti effettuati dagli uke (attaccanti) nell’aikido durante una dimostrazione in stile randori (attacco e difesa) non sono parte di una semplice coreografia: in loro assenza, infatti, costoro soffrirebbero di gravi danni alle articolazioni. L’infortunio negli ambienti dell’aikido avviene in genere quando il nage (difensore) sopravvaluta l’abilità delle malcapitate controparti.

Ritornato per un viaggio in California nel ’74, quindi, Steven conosce l’insegnante di aikido di Los Angeles Miyako Fujitani, che riporta con se in Giappone e sposa, fondando assieme a lei l’organizzazione Tenshin Aikido di Fusa, vicino Osaka, continuando a dirigerla fino alla metà degli anni ’80. Sarà proprio in questo periodo che conseguirà i suoi maggiori meriti d’insegnamento, guadagnandosi il titolo onorifico di Take Sensei. E se qualcuno avesse ancora dubbi sull’effettiva abilità marziale di Seagal, consideri soprattutto la maniera in cui era riuscito conseguire l’alta considerazione dei suoi studenti giapponesi di allora, pur essendo uno straniero chiaramente proveniente da un background culturale e un sistema di valori differenti. Sarebbe quindi un grande errore basarsi, nell’interpretazione del suo exploit russo di questi ultimi tempi, unicamente sulla sua carriera cinematografica successiva, nella quale era solito interpretare il ruolo di un qualche improbabile ex-agente della CIA, ex-FBI, ex-poliziotto, ex-Navy Seal impegnato a raddrizzare torti e/o sventare i piani di pericolosi terroristi, tramite approcci che sembravano, paradossalmente, più reali. Come il collega citato Van Damme, ma anche come l’ormai mitico Bruce Lee, stiamo dopo tutto parlando di un qualcuno che conobbe a fondo un sistema di tecniche davvero meritevoli, portandolo a un qualche significativo grado di risoluzione. Per scegliere poi di collegare ad altro la sua immagine pubblica e il suo tempo, tra cui un sentito attivismo ambientale e il sostegno verso particolari schieramenti politici, ma questo non dovrebbe portarci sottovalutare le sue capacità, ancora indubbiamente significative, nella lotta codificata dell’aikido.
Cos’è la gioventù, cosa la forza e la prontezza muscolare? Uno dei fondamenti di qualsiasi tecnica di combattimento non istintiva, se osservata da lontano, è il raggiungimento di uno stato di accrescimento individuale. Il grande maestro e fondatore Morihei Ueshiba aveva ricevuto nel 1925 una sorta di illuminazione, a seguito della sua vittoria nel combattimento contro un ufficiale di marina armato di bokken (spada di legno). Egli raccontò infatti di aver subito dopo ricevuto, tra le piante del suo giardino, la visita di uno spirito dorato, che sorse dalla terra per ricoprire il suo corpo e pervarderlo della sacra sostanza della Creazione. Si dice che proprio a seguito di quell’evento sovrannaturale, il fondatore dell’aikido avesse dimostrato un improvviso e inspiegabile aumento della sua abilità guerriera. Non credo che per simili esperienze esistano dei limiti di età. E se Steven ancora è in grado di farsi rispettare, dai suoi colleghi russi, se non dal popolo di Internet (che come è noto, non rispetta assolutamente nulla) probabilmente una ragione ci sarà. Non tutto è propaganda o semplice apparenza. E la poesia ha una sua innegabile importanza, persino ai nostri tempi ormai pervasi da un supremo senso d’illusione!

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