L’idea di una città con una parte rilevante delle proprie infrastrutture dedicate all’attrazione dei turisti ed il loro intrattenimento, come Las Vegas o Dubai, parrebbe concettualmente incompatibile con con l’area culturale dell’ex blocco sovietico, ivi incluso il paese sul Mar Nero della Georgia, un tempo visitato da Giasone e i suoi Argonauti alla ricerca del mitico vello d’oro. Persino l’eroe imparentato con Ermes ed Apollo, tuttavia, non avrebbe potuto fare a meno di sostare e rivolgere lo sguardo verso l’alto, dinnanzi ad una simile manifestazione di stravaganza. Ecco l’approssimazione emblematica di un emblema solare, saldamente incernierata nel suo perno in una torre vagamente piramidale di 200 metri d’altezza. Le cui pareti vantano l’accento addizionale di finestre colorate in modo tale da creare forme geometriche affini al gioco del Tetris. Tutto questo grazie all’opera dell’architetto David Gogichaishvili, già coautore di una scenografica fontana equestre nella piazza Davit Aghmashenebelis in questa stessa facoltosa città portuale di Batumi, repubblica autonoma di Agiaria, nella parte meridionale del triangolo che forma la Georgia. Ma sparito in questo caso l’intento identitario riproducente i reperti archeologici degli scavi a Kolkhida, rimpiazzato da una sorta di ambizioso… Modernismo dei modelli di riferimento? Neo-futurismo da Luna Park? Strutturalismo della compenetrazione delle forme? O potenziali innumerevoli altri tipi di -ismi, possibilmente coinvolti nello stravagante quanto chiaro desiderio di cambiare il “punto di vista” possibile su questo centro cittadino dalle molte attrazioni visuali. Qui la grande spiaggia che affianca il porto sul Mar Nero, lì un McDonalds costruito in una cupola geodetica riflettente. Lì un giardino formale in stile Rinascimento Francese, e poco più avanti la cosiddetta “Piazza”, zona d’intrattenimento ispirata ad un estetica spiccatamente italiana. Un po’ come le piccole Parigi o Venezia ricostruite nei parchi cinesi, ma sempre con un quantum di personalizzazione, come l’inclusione di un grande mosaico nella pavimentazione o lo sfondo di chiese ortodosse ed altri edifici storici di rilievo. Un gusto sincretistico che avrebbe dovuto raggiungere l’apice, nell’opinione dell’allora presidente Mikheil Saakashvili, tramite l’edificazione della Torre del Politecnico concepita all’inizio degli anni 2010, in buona sostanza una letterale sorta di università verticale, che avrebbe dovuto coinvolgere una serie di docenti e soluzioni didattiche importate direttamente dagli Stati Uniti. Ma il progetto di un luogo d’istruzione dislocato lungo i piani di un grattacielo risultava già abbastanza problematico, dal punto di vista organizzativo, anche senza l’inclusione a mezza altezza di quella che può essere soltanto definita come una giostra per il divertimento dei proverbiali grandi & piccini…
La proposta fisica di una ruota panoramica, per di più dalle dimensioni relativamente ridotte, incorporata nella struttura di un grattacielo risulta essere in effetti piuttosto bizzarra, quando si considera il modo in cui lo stesso scopo di una tale attrazione sia quello di osservare il panorama dall’alto. Quando tale scopo risulta già egualmente raggiungibile in maniera assai più semplice salendo piuttosto all’ultimo piano visitabile dell’edificio. Che tra l’altro finirà per ostruire, in questa configurazione, un’intero lato del proprio campo visivo nei confronti dello spettacolo sottostante. Considerate inoltre il modo in cui una simile struttura, per la sua implicita conformazione e funzionamento, possa costituire una sfida significativa dal punto di vista ingegneristico, data la necessità di considerare il flusso dei venti ed altri imprevisti di natura meteorologica, in aggiunta alle difficoltà già inerenti in tutti gli altri edifici di rilievo antistanti la principale baia di Agiaria, soggetta a rischio sismico e liquefazione del suolo. Trattandosi tuttavia di un progetto con significative partecipazioni governative, nonché un importante supporto politico, la torre sarebbe stata portata a termine nell’anno 2012, ancor prima che il progetto universitario potesse venire finalizzato, tra proteste reiterate da parte della popolazione e varie associazioni di quartiere del contesto urbano. Così che dopo le elezioni parlamentari di quello stesso anno, ed il conseguente cambio nelle priorità d’investimento del budget statale, l’associazione a un luogo di studio dell’insolita torre sarebbe passata in secondo piano ed in seguito avrebbe finito per essere accantonata. Il che portò all’abbandono sostanziale del nuovo edificio per un totale di due anni, finché non si sarebbe concretizzato un progetto di vendita nel 2015. Il che, dietro considerevoli investimenti privati, avrebbe portato alla creazione nel palazzo rettangolare incorporato nel complesso del grattacielo di un casinò ed albergo di lusso della catena Le Meridien, perfettamente in linea con le priorità evidenti in una parte considerevole di questo centro urbano. E la ruota? Essa sarebbe stata messa in funzione, secondo una leggenda, soltanto una singola volta a beneficio dello stesso presidente Saakashvili, che ebbe l’occasione in tal modo di giovarsi e produrre un loquace encomio della propria “ingegnosa” idea. Per poi rimanere purtroppo, negli anni a seguire, totalmente statica a perenne dimostrazione della propria sostanziale quanto oggettiva inutilità. Eppure, alla fine, che differenza potrà mai fare? Una volta decaduto il metodo misto in cui questa meraviglia visuale avrebbe dovuto trovare l’impiego, funzionando sia come luogo accademico che un sito di svago, la torre non poteva essere in definitiva nulla più che un simbolo di… Qualcosa. Ed è indubbio che in tal senso la missione possa definirsi, a tutti gli effetti, riuscita.
C’è ben poco che possa rivaleggiare un tale edificio unico al mondo nello skyline di Batumi, del resto, con la possibile eccezione della Torre Alfabetica (Anbanis K’oshk’i) costruita soltanto l’anno prima, nel 2011, altro luogo panoramico con un corpo in struttura reticolare ed una grande sfera sulla sommità, che la fa assomigliare ad un serbatoio per l’acqua dell’altezza spropositata di 130 metri. Ma contenente al suo interno niente meno che uno spettacolare ristorante, raggiungibile dal pubblico mediante un ascensore rapido a ulteriore riconferma della passione dei georgiani per il proprio panorama cittadino, che ancora una volta viene posto in posizione di preminenza assieme ai riferimenti storici, come la statua di Medea col vello d’oro in un’altra piazza ed attrazione del contesto, la suggestiva Europe Square. Anche per chi guarda, di rimando, dal basso, vista l’inclusione nella doppia spirale decorativa nella torre, dichiaratamente ispirata al DNA, dell’intero alfabeto nazionale, una delle forme di scrittura più antiche al mondo. E tutto considerato, è possibile immaginare investimenti meno funzionali del significativo budget di un centro urbano di tale concezione, in cui lo stile visuale sembra parte integrante delle priorità e dello stile di vita. Poiché anche un orologio fermo può indicare l’ora giusta due volte al giorno. E lo stesso vale per una ruota panoramica, la cui ombra, nonotante l’abbandono, continuerà ad agire come una sorta di simbolica meridiana.