Due tagli per una sola spada: Chivalry vs War of the Roses

E’ sempre stata una questione tecnologica… In fondo è chiaro che per chi realizza un videogioco le armi da fuoco siano semplici. Un lampo, un botto, l’effetto del colpo di pistola sui muri, sulle cose, sui nemici. Nessuna animazione per le parti coinvolte tranne quella implicita del dito sul grilletto ed una semplice ragdoll automatica della vittima che cade a terra. I migliori shooter online di tutti i tempi hanno mantenuto le cose semplici e a buon merito si sono costruiti un seguito tra i più grandi dell’industria su PC e console. Ben diverso è dover rappresentare le gesta di un cavaliere medievale in battaglia: una spada non colpisce come una mazza o un’alabarda, per non parlare di tutte le complesse dinamiche di parata con scudi, finte, contrattacchi e la difficoltà di avere un netcode tanto efficiente da gestire collisioni e movimenti ravvicinati. Per questo forse da quando esiste il multiplayer online spariamo a tutti e tutto, ma di spade ne abbiamo impugnate ben poche; con la possibile eccezione di quelle laser (licenza di Star Wars permettendo). Si può dire tuttavia che in tempi recenti abbia iniziato a soffiare il vento del cambiamento.

E’ stato un mese pieno di grandi release guerrafondaie ad alto budget, con alieni Covenant e terroristi, fucili, cannoni, in cui abbiamo visto persino la serie un tempo rinascimentale di Assassin’s Creed cedere al fascino delle armi da fuoco dell’America rivoluzionaria. E sul lato indie e semi-indipendente del mercato PC? A sorpresa ecco non uno ma due giochi di combattimento all’arma bianca, rilasciati con una settimana di distanza sulla piattaforma Steam. Dopo tanti anni è finalmente tempo di indossare l’elmo piumato e rivestirsi con piastre e maglie di ferro: il re è morto, il re ha bisogno di noi.

War of the Roses (link alla pagina su Steam)

 

 

 

L’offerta a medio budget di Paradox/Fatshark è un gioco in terza persona con ambientazione storica basato su tattica di squadra e personalizzazione degli armamenti. Siamo nel XV secolo e la casata dei Plantageneti ha qualche serio problema a decidere chi debba salire sul trono d’Inghilterra. Come cavalieri senza nome o nobili non meglio definiti saremo chiamati a partecipare in una serie di battaglie storiche e un torneo a Londra, facendo la nostra parte in qualità di arcieri, cavalieri o fanti dell’uno o dell’altro schieramento. L’obiettivo a lungo termine sarà lo sblocco graduale di una ricca serie di armi ed armature d’epoca, ricostruite con una fedeltà storica se non perfetta almeno piuttosto convincente – il nuovo aggiornamento include ad esempio l’intero equipaggiamento dei cavalieri dell’Ordine degli Ospitalieri, tanto preciso nell’estetica quanto fuori luogo per epoca e luogo della guerra rappresentata nel gioco. Si inizia scegliendo il proprio blasone e la decorazione sull’elmo: potrà sembrare un dettaglio da poco, ma una volta sul campo di battaglia poter riconoscere i nemici dal grifone sullo scudo o la penna di fagiano sopra il cimiero è un aspetto divertente quanto realistico, in grado di generare nel giro di pochi minuti faide o alleanze tra le decine di giocatori per parte: si arriva a ben 64, ma le modalità di gioco offerte sono solo il capture & hold dei punti di controllo più due varianti del classico deathmatch, con o senza respawn.
Dopo qualche partita sarà possibile acquistare un cavallo, il cui impiego in battaglia viene simulato con dinamiche del tutto simili a quelle del famoso action-rpg Mount&Blade: caricare uno schieramento di giocatori con la lancia mantiene indubbiamente il suo fascino, tanto quanto tirare giù il cavaliere nemico e vendicarsi prontamente della sua spregiudicata impudenza. La grafica è piuttosto buona ma non eccelsa, con ambienti spaziosi e ricchi di dettagli nonchè ottimi effetti di luce, ma animazioni rigide e poco credibili. Il tutto è per qualche motivo molto pesante dal punto di vista dei requisiti hardware; bisogna inoltre ammettere che il motore grafico non è privo di bug. Persiste ad esempio un problema con i driver Nvidia che costringe a volte a riavviare il gioco, pena artefatti colorati simili ad un trip allucinogeno. Non che questo mi abbia impedito di fare la differenza sui campi di battaglia delle casate di York e Lancaster.

Chivalry: Medieval Warfare (link alla pagina su Steam)

 

 

 

Chivalry è frutto del lavoro un vero sviluppatore indipendente, i Torn Banner Studios, fatto che si riflette nel costo minore rispetto al suo rivale Paradox. Il gioco può vantare le origini prestigiose di un progetto Kickstarter, ovvero finanziato dal grande pubblico, avendo inoltre una community già attiva sul prequel gratuito di qualche anno fa, un mod di Half Life 2. Qui l’azione si svolge preferibilmente in prima persona (ma è possibile cambiare inquadratura) e due schieramenti dai nomi altisonanti, che potrebbero semplicemente chiamarsi squadra rossa e blu, si affrontano in missioni ad obiettivi del tipo più svariato. L’enfasi è posta sulla rapida brutalità del combattimento, con uno o due colpi di spadone che bastano il più delle volte ad eliminare il proprio rivale, anche grazie a decapitazioni ed altri effetti sanguinosamente realistici. Benchè non siano offerte possibilità di personalizzazione molto avanzate, al momento del respawn si sceglie la propria classe tra quattro (soldato, assaltatore, arciere o cavaliere pesante) e le tre armi da portare con sè: principale, secondaria e una a scelta tra quelle speciali: scudo grande, piccolo o coltelli e asce da lancio. Gli scenari sono colorati e caotici, con le due squadre che si affrontano per accendere fuochi di segnalazione su scogliere piovose, tentano di saccheggiare villaggi, assaltano castelli o semplicemente si sfidano in un’anacronistica arena in stile antico romano. Sono anche presenti armi da assedio come baliste o catapulte, ma la loro gestione non è eccelsa e finiscono per essere usate molto poco. La costante del fuoco amico genera situazioni divertenti e imprevedibili, in cui cavalieri con asce bipenni si gettano nella mischia finendo per tagliare a metà più amici che nemici, mentre gli arcieri devono prestare attenzione nell’offrire supporto a distanza non richiesto o rischiano di fare parecchi punti per la squadra avversaria.

Il confronto

L’aspetto viscerale e coinvolgente di questo tipo di giochi è difficile da sopravvalutare. Non stiamo parlando di prodotti dalle meccaniche di gioco particolarmente complesse, ma l’abilità del giocatore conta in ogni momento e i conflitti non si risolvono certamente a caso. War of the Roses offre un sistema interessante di regolazione di potenza e direzione del colpo, in cui mantenere premuto il tasto del mouse porta ad attacchi più lenti ma che penetrano meglio le armature. Il modo in cui l’arma incontra la corazza nemica viene considerato per calcolare quanto e come questi ne risente ed è possibile persino chiudere la visiera dell’elmo per proteggersi a discapito della visibilità. Chivalry se la gioca di più sull’immediatezza ed il timing delle parate: tasto destro devia l’attacco nemico, ma solo per una frazione di secondo. Gli avversari avanzano e indietreggiano con finte e accenni di combo, magari fermate dallo scudo nemico, fino al colpo fatale che può arrivare in tre modi diversi: di taglio, dall’alto o per l’allungo in profondità dalla distanza.
Entrambi i giochi gestiscono la differenza tra spade e mazze con una maggiore efficacia di quest’ultime sui nemici pesantemente corazzati, mentre in Chivalry l’uso dello scudo risulta essere stranamente meno efficace, con la maggior parte dei giocatori che gravitano di conseguenza verso armi a due mani in grado di colpire più forte e lontano. Il combattimento a distanza con archi e balestre risulta essere in entrambi i casi un jolly imprevedibile e i cecchini interrompono a piacimento i duelli con freccie e quadrelli tra le scapole dei nemici meno fortunati, un’eventualità fastidiosa ma a conti fatti inevitabile; le balestre sono molto più lente nella ricarica in War of the Roses, continuando il trend di maggiore realismo di quest’ultimo. E’ importante notare che Chivalry è tuttavia il prodotto meglio realizzato dal punto di vista tecnico, con requisiti hardware più ragionevoli ed una quantità di crash decisamente più sopportabile.

Quale scegliere

Per chi apprezza l’arma bianca nei videogames e vorrebbe finalmente usarla in ambienti multiplayer sarebbe giusto acquistarli entrambi: con poche decine di euro vi troverà ore su ore di divertimento. Personalmente ho apprezzato di più War of the Roses, maggiormente tattico nei combattimenti e molto ricco nell’ambientazione, ma chi  preferisce il dinamismo e l’immediatezza del gameplay, ad esempio scegliendo Mario Kart piuttosto che un simulatore di guida come Gran Turismo, potrebbe trovarsi meglio con Chivalry: Medieval Warfare. Quest’ultimo è anche molto più vario per le situazioni rappresentate, grazie alle mappe ad obiettivi e alle diverse modalità. In sostanza, non importa come, ma sfoderate le spade ed unitevi alla battaglia perchè le armi del gaming online stanno cambiando: sarà meglio essere preparati!

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