Il fenomeno dei dischi dentro ai fiumi

Ice circle

È un procedimento misterioso, quello attraverso cui le cose ignote si trasformano in desiderabili opportunità. Ma si è verificato di continuo. Sia lungo le ripide pendici della storia proto-umana che (strano a dirsi) ancora oggi, ieri e l’altro giorno, benché meno di frequente: il sottile velo della quotidianità che si dissolve, per un’attimo soltanto, mostrando  strade oblique da seguire, verso nuove concezioni e strane idee. Era stato, per esempio, questo il caso pleistocenico, dell’ominide che prese in mano il suo bastone, strumento principe della sapienza, imbrigliando un fulmine celeste al suo inarrestabile bisogno. Fame, calore; fuoco! Disse quello dunque, ed a seguire, gradualmente, vennero l’ascia, il dardo, il sacro, il capo col suo trono, la corona, il campo arato, il segno e il carro. Portali metafisici dell’invenzione, valicati l’uno dopo l’altro, verso il soave regno del progresso. Ciascuna cosa, pura evoluzione tranne l’Ultima, questo Cerchio per viaggiare innanzi, un mezzo che apparentemente non aveva precedenti, perché gli animali raramente vanno in giro rotolando, bensì nuotano e zampettano, volano nel cielo. La spirale, il tondo che impossibilmente ruota?! Possibile che tali… Diametro e circonferenza, con il centro equidistante dal perimetro, fossero esistiti, innanzi tutto, in questa stessa forma? Con un gran tondo, dal moto perpetuo, precariamente in equilibrio, tra le pieghe tumultuose di un antico fiume…Forse l’ominide sapeva, soprattutto perché aveva uno strumento: gli occhi per vedere. Noi, comunque, facciamo un salto nel passato molto più recente.
26 novembre 2013: George Loegering, ingegnere in pensione del Nord Dakota, era a caccia di cervi con dei suoi parenti, presso le alte rive del fiume Sheyenne, dal corso semi-ghiacciato per il lungo inverno nordamericano. Tutto appariva normale, in quella tranquilla giornata fra molte meraviglie naturali, in cerca di gustosa selvaggina se non che… D’un tratto l’uomo si ritrova innanzi ad una scena singolare. Un perfetto disco bianco, largo circa 15 metri, che ruotava indisturbato in mezzo alla corrente. Fu allora, che lui ebbe due trovate molto intelligenti – la prima quella classica dei nostri giorni, prendere il telefono, accenderlo e inquadrare. La seconda è stata scegliere un così perfetto appellativo, per il curioso cerchio che l’avrebbe reso celebre sul web: amazing wonder of nature, l’incredibile meraviglia della natura.

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