Ricrea nell’iPad la ragazza con l’orecchino di perla

Seikou Yamaoka

Doveva succedere prima o poi: Seikou Yamaoka si è dato alle riproduzioni delle grandi opere del passato. Ecco l’ultima impresa dell’eccezionale artista giapponese che usando le dita e un dispositivo touch, come un piccolo tablet o un iPod touch, riesce a simulare l’effetto realistico dei tradizionali colori ad acquerello. Chissà che avrebbe detto Johannes Vermeer, il pittore olandese che dal distante 1600 seppe trasmetterci l’enigmatica bellezza della ragazza con il turbante e l’orecchino, uno dei volti più famosi del Secolo d’Oro e forse dell’intera storia dell’arte. Per quell’artista così fortemente affascinato dalla luce in ogni suo aspetto e conseguenza, poter disegnare in digitale sarebbe stato davvero incredibile. Niente più costosi pigmenti da ordinare a caro prezzo presso i mercanti di Delft. La possibilità di effettuare i suoi numerosi esperimenti sul tema dell’inquadratura e della messa a fuoco in altrettante versioni di un singolo quadro, istantaneamente duplicato in decine di files indipendenti, da stampare tutti insieme alla fine. E soprattutto, più di ogni altra cosa, lavorare con una “tela” che non è fatta di mera carta o tessuto, ma nasce dalla moderna matrice a cristalli liquidi di un LCD retroilluminato, in grado di rendere vivido e sgargiante ogni singolo riflesso delineato nel quadro, quasi come ci si trovasse davvero là, nello stesso luogo in cui l’immagine era stata tracciata, dalla sua abile mano, a beneficio della posterità.

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Qui l’artista applica tutta la sua sapienza nei soli 4 pollici di un dispositivo tascabile.

Le opere del suo nuovo imitatore nipponico potrebbero sembrare il risultato di ore di applicazione in un silenzioso e tranquillo atelier, ma non sempre è così. Seikou Yamaoka racconta infatti, ai molti iscritti del suo canale di YouTube, di aver iniziato a creare queste immagini mentre si recava da casa al posto di lavoro, seduto all’interno di un rumoroso treno per pendolari. Il mito dell’efficientissimo trasporto pubblico giapponese è assai diffuso nel mondo, insieme alle immagini popolari dei sararīman (サラリーマン) che lo sfruttano quotidianamente come estensione di casa propria, mentre sono intenti a leggere ogni tipo di manga o magari giocando in cooperativa coi videogame del genere di PokémonMonster Hunter. Soltanto, fino ad ora, nessuno aveva pensato che poco più in là si potesse (ri)creare un capolavoro, nel giro di una 20ina di minuti o poco più.
Spesso i quadri che colpiscono l’immaginario collettivo non sono i più complessi o elaborati, ma quelli che riescono a sottintendere un certo grado di mistero. Sulla ragazza con l’orecchino di perla ci sono molte ipotesi, la più famosa delle quali è anche stata fatta oggetto di un romanzo da parte dell’autrice statunitense Tracy Chevalier, da cui proviene l’omonimo film con Scarlett Johansson, che riscosse nel 2003 un meritato successo di pubblico e critica. Chi fosse veramente l’aggraziata fanciulla, da dove provenissero il suo accenno di sorriso e chi gli avesse regalato quei super-costosi orecchini, probabilmente, non lo sapremo mai. Forse, in definitiva, dovremmo soltanto apprezzare la bellezza del suo candido languore, mentre siamo presi fra il caos della vita moderna. Come dimostrato dal solo e unico pittore dell’ultra-rapido Shinkansen.

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