Energia, risolutezza ed altre doti dell’ideale giovane taglialegna cinese

Come una matrice di punti che diventa progressivamente più definita, così le multiple espressioni del flusso di dati digitale tendono a moltiplicarsi, rimpicciolirsi ed estendersi oltre i matematici confini di ogni ragionevole aspettativa. Da una manciata di emittenti televisive, alle migliaia di canali rilevanti di YouTube, fino a dieci volte tanti profili di una pletora di social, Facebook Instagram, TikTok… Dove ogni aspetto dello scibile si trova in qualche modo rappresentato, diventando oggetto di disanima più di quanto potesse mai esserlo stato in precedenza. Avevate mai pensato, ad esempio, che una ragazzina del peso apparente inferiore ai 45 Kg, con abiti alla moda e un aspetto decisamente “urbano” potesse sollevare agevolmente una coppia di tronchi grandi almeno quanto le colonne di un tempio romano? Nella solitudine della foresta, dove nessuno avrebbe mai potuto assistere alla scena. A meno di volerci ricamare sopra un qualche tipo di “sovrastruttura cognitiva” in grado d’attirare l’attenzione e le interazioni dell’impressionabile collettività internettiana…
La storia di oggi è quella dell‘utente di TikTok “1l50v8l” un nome che potrebbe anche sembrare un messaggio segreto, o forse il codice ASCII di un qualche carattere cinese, la cui attività e specializzazione fondamentale appare quella di eseguire faticose opere logistiche direttamente interconnesse all’industria del legname del suo paese. E nella fattispecie il sollevamento di carichi dal notevole livello d’ingombro, un compito comunemente riservato a nerboruti possessori di folte barbe, o le loro colleghe dall’aspetto altrettanto resiliente alle fatiche del corpo e della mente, all’interno di situazioni così remote e distanti dalla quotidianità contemporanea. In una serie di gesti ripetuti all’infinito sulla sua pagina personale immancabilmente accompagnate da una breve didascalia in lingua inglese sulla falsariga di “È dura la vita delle ragazze di campagna…” oppure “Quanto bisogna faticare per vivere!” o ancora il vecchio classico: “Questo metodo per l’utilizzo della sega elettrica mi è stato insegnato da mio padre” etc, etc. Sempre silenziosa, stoica e concentrata, qualche volta accompagnata dalla “sorella minore” (in Estremo Oriente non è raro utilizzare termini di parentela per amici e colleghi) l’antologica selezione di contesti appare quindi a pieno titolo inserita in un’estetica assolutamente definita, quella del cosiddetto trend cottagecore della nuova comunicazione cinese, in cui le sfide costanti di chi sceglie di vivere all’antica e fuori dalle grandi città vengono idealizzate in una sorta di scenario fiabesco, in cui si muovono spesso ragazze dall’aspetto impeccabile e perfettamente curato che raccolgono verdure, cucinano o costruiscono opere del fai-da-te una martellata alla volta. Come una sorta di principesse Disney dei nostri giorni, in un termine di paragone esplicitamente richiamato dalla più famosa iniziatrice di questo stile a livello internazionale, la celebre Li Ziqi (vedi articolo del 2018) che in più occasioni si è vestita con abiti idealizzati simili a quelli di Elsa di Frozen, Biancaneve o altre colleghe del mondo del vasto repertorio immaginifico post-moderno. Il che non placa d’altra parte il mistero in linea di principio di come riesca questa giovane collega a sollevare carichi tanto imponenti, finché non ci s’interroghi su cosa, esattamente, siano i tronchi co-protagonisti delle sue notevoli scene…

Boscaioli in Ecuador sollevano e trasportano i tronchi di balsa scortecciati, dimostrando come il possesso di muscoli adeguatamente sviluppati permetta di manovrarli con assoluta semplicità ed agilità d’intenti. Ciò detto, non sembra propriamente un lavoro alla portata di chiunque.

La gente di Reddit e i commenti di YouTube scambiati sull’argomento, laddove il suo profilo TikTok appare stranamente privo di partecipazioni dirette, sono concordi nell’identificare da semplici ragioni di contesto l’imponente carico in questione: si tratterebbe del legno della pianta sudamericana Ochroma pyramidale, più comunemente nota come balsa e nota per la sua leggerezza e versatilità nel campo dei materiali di origine naturale. Un tipo d’arbusto dalla crescita molto veloce, che raggiunge la sua altezza massima nel giro di appena una quindicina d’anni dopo essersi diffuso a macchia di leopardo nella foresta grazie a semi trasportati dal vento, e per questo presenta fibre legnose particolarmente poco dense e compatte, rendendolo particolarmente adatto alla creazione di modellini o a dire il vero, anche veri e propri aeroplani. Vedi il formidabile bombardiere inglese della seconda guerra mondiale de Havilland Mosquito, che ne utilizzava copiose quantità nella struttura ovale della sua fusoliera. Nei tempi odierni, tuttavia, l’utilizzo industriale primario di questo tipo di legno avviene all’interno di un ambito specifico e globalmente rilevante, quello d’essere integrato all’interno delle pale eoliche per la generazione di energia elettrica su larga scala. Un tipo di apparati oggi straordinariamente rilevanti anche in Cina, proprio per l’importanza data in questo paese al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, massimizzando le possibili angolazioni di prestigio e vantaggi negli accordi d’interscambio internazionali dell’odierno scenario geopolitico in cui parrebbero essersi risvegliate le coscienze ambientaliste delle moltitudini e dei potenti (sebbene non al punto d’incontrarsi in telepresenza, risparmiando all’atmosfera terrestre i molti metri cubi di emissioni dei loro ingombranti jet privati). Un’attribuzione questa, per tornare a noi, che nel caso specifico appare ragionevolmente plausibile, dato l’allestimento di significativi spazi dedicati alla coltivazione intensiva dell’O. pyramidale soprattutto nella prefettura di Xishuangbanna nello Yunnan, successivamente all’inizio della pandemia quando i commerci d’importazione dall’Ecuador, fornitore di circa il 95% del legno di balsa al mondo, si ridussero a seguito delle restrizioni imposte a causa del lockdown. Alberi la cui crescita potrebbe aver già raggiunto, idealmente, la dimensione di quelli sollevati e portati in giro dalla nostra amica 1l50v8l. Stiamo d’altra parte parlando di un tipo di legno con un peso di 0,17 grammi per centimetro cubo o 170 g per litro, il che permetterebbe di attribuire ad occhio ai due oggetti cilindrici sollevati nel video di apertura un peso approssimativo di 20 Kg circa ciascuno. Un carico certamente notevole dunque, ma non certo impossibile per la schiena di questa ragazza, a patto di non preoccuparsi eccessivamente di dolori ed altre problematiche future. Prima di dare per buona l’ipotesi collettiva, fermo restando come nelle sue didascalie 1l50v8l manchi d’identificare direttamente la provenienza del suo legname, sarebbe opportuno notare come la corteccia degli alberi di balsa appaia in genere piuttosto liscia e priva dei numerosi solchi apprezzabili all’interno di questi video, sollevando almeno un ragionevole alone di dubbio in merito a cosa, come e perché si possa essere giunti a queste immagini. Al tempo stesso tanto memorabili e misteriose.

Il trasporto veicolare a motore resta chiaramente possibile, con il valore aggiunto di poter contare sul mantenimento dell’equilibrio garantito dall’ingombro evidente di siffatte bisacce. Ma non il peso che potremmo, idealmente, essere indotti ad immaginare.

Un albero tra i primi a fare la sua comparsa dopo l’apertura di uno spazio all’interno della foresta equatoriale a seguito di un incendio, il cui obiettivo ecologico appare quello di fornire uno spazio d’ombra, sotto cui permettere la crescita di virgulti e piantine meno adattabili alle circostanze. Allo stesso modo la balsa apparirebbe su Internet come un’importante strumento di fascino ed abbellimento estetico, e talvolta largamente poco plausibile, della fatica personale. Poiché difficile risulta immaginabile qualcosa di più notevole, che la scena di straordinari traguardi fisici, mirati alla risoluzione ultra-rapida di un significativo problema: trasportare quello che si trova dentro, verso il fuori. Così come le tonnellate di legname, avviene per l’immagine drammatizzata e desiderabile di un modus vivendi per noi sostanzialmente ignoto: la tranquilla dedizione di coloro che lavorano giorno dopo giorno, in compiti superficialmente privi di un qualsivoglia tipo di prestigio trascendente. Eppure proprio per questo, tanto più desiderabili proprio poiché tangibili, onesti ed autentici nello schema dei valori correnti.
Previa accettazione di un certo grado di comunicazione finalizzata ad uno scopo tutt’altro che nascosto: coinvolgere in qualche maniera il grande pubblico internazionale nell’apprezzamento della vita di campagna cinese. Un po’ come avvenuto con le multiple generazioni di film, telefilm ed altre opere d’ingegno mirate a mostrarci le mirabolanti avventure dei poliziotti e militari statunitensi. Ma forse, un tipo di messaggio più costruttivo?

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