Avere un superpotere non è la parte difficile, che sia frutto della propria eredità genetica o persino quando, nonostante i presupposti, si riesce ad acquisirlo tramite l’impegno nell’addestramento. Ciò che riesce, nella maggior parte dei casi, a fare realmente la differenza è in prima analisi l’effettiva capacità d’usarlo, coadiuvata dallo charme ovvero il fascino, la propria essenza personale in grado di cambiare per il meglio il mondo e le persone attorno a noi. Il che presuppone, d’altra parte, un certo grado d’intelligenza e d’empatia, possibilmente unito alla prestanza fisica esteriore sufficiente a risultare, in qualche modo, belli oppure affascinanti, simpatici, possibilmente “un tipo”. Poni il caso, per esempio, che il destino vi abbia dato l’opportunità di un superare un baratro, compiendo un salto equivalente a 7 volte e mezzo la lunghezza del vostro corpo; ora ciò che occorrerebbe chiedersi, è PERCHÉ vogliate compiere l’impresa. Per salvare? Per mangiare? Per sfuggire a un predatore? Oppure per il mero fatto che non farlo, costituirebbe un’occasione ormai perduta. La prova del fattore secondo cui ogni tentativo mancato è la negazione stessa di quello che siete finalmente diventati, grazie ai molti secoli d’evoluzione della specie…
Buongiorno! Il mio nome è Galago. Ma tutti sono soliti chiamarmi Bush baby (bambino della prateria) più che altro in forza del mio verso, ovvero la specifica maniera dell’eloquio, che uso nella notte per riuscire ad affermare la presenza del mio essere peloso e qualche volta solitario, un massimo vantaggio per me stesso, e gli altri. Certo non facile vederci, sopra gli alti rami di un arbusto, data quella dimensione che si aggira in genere tra quella di uno scoiattolo e di un gatto, benché gli occhi riflettenti siano soliti risplendere contro il bagliore di una luce artificiale (se presente). Il mio insieme tassonomico è quello degli strepsirrini, “l’altro” tipo di primati contenente vari tipi di proscimmie, inclusi lemuri, lorisiformi e tarsi. Ed in effetti c’è una somiglianza, tra noialtri e il Nycticebus coucang o loris lento della Sonda, l’animale che più d’ogni altro viene in mente al senso comune, quando si ricerca la corrispondenza naturale di un caratteristico pupazzo come Furby, oppur 14 specie diverse di Pokémon. Ma le somiglianze concettuali, dopo tutto, non sono tanto significative: a partire dall’areale, che vede quest’ultimo abitare nel Sud-Est Asiatico, laddove i nostri piccoli consimili, dal canto loro, si trovano più che altro tra il lati del triangolo che corrisponde sulle mappe al continente africano. E sopratutto, ancor più di questo, la naturale capacità di spostamento, consistente nella realizzazione dei più eccezionali salti da terra, in proporzione, praticati nell’intera classe dei mammiferi, capaci di condurci fino a meta. Di che tipo, siete a chiedermi? D’accordo, non se quanto sia in grado di descriverlo a parole. Proviamo con un video…
La questione principale da affrontare nella classificazione dei galagidi o nagapies che dir si voglia, termine Afrikaans che significa, letteralmente, “piccole scimmie notturne” è che nessuno, effettivamente, è mai riuscito con fermezza a confermare il numero e la variazione tipologica delle loro numerose specie. Questo perché ciascuna di esse possiede tratti distintivi molto lievi e difficili da individuare rispetto ai propri vicini, al punto che il numero attualmente riconosciuto di 14 varianti viene continuamente messo in dubbio, portando ad esempio alla scoperta verso l’inizio del 2017 del Galagoides kumbirensis o galago nano dell’Angola. Ciò che sappiamo per certo, ad ogni modo, è che esistono due macro-gruppi di questo animale, generalmente chiamati “minore” e “maggiore” in forza del divario presente nelle dimensioni, tra creature non più lunghe di 15 centimetri (coda esclusa) ed altre relativamente simili, ma in grado di raggiungere agevolmente i 45-50. Il che comunque non risulta sufficiente a superare quest’idea estremamente problematica, secondo cui tali creature sarebbero sostanzialmente ovunque nell’Africa Subsahariana, rendendo quasi impossibile la creazione di leggi mirate a proteggere in maniera diretta le varietà maggiormente a rischio d’estinzione. Il che genera, di contro, il paradosso di un animale tanto profondamente legato al suo mondo di appartenenza eppure spesso catturato e inviato all’estero, come vittima inconsapevole del bisogno altrui di possedere una creatura che sia in qualche modo strana ed interessante.
Per tornare dunque al suo comportamento in natura, ciò che caratterizza e distingue in modo particolare le diverse tribù dei galago è proprio il loro caratteristico richiamo, tanto spesso considerato inquietante per la somiglianza con il pianto di un bambino umano eppur talvolta ultramondano, nel susseguirsi surreale di note acute in un crescendo che parrebbe sottintendere un messaggio segreto. Animale esclusivamente notturno, il bush baby è solito seguire una specifica routine, costituita dal risveglio poco dopo il tramonto, con successiva pulizia del pelo portata a termine mediante l’uso dell’apposita unghia del secondo dito. Operazione a seguito della quale, fuoriuscendo guardingo dal cavo nascosto o altro recesso arboricolo, inizia la sua ricerca costante di cibo, costituito principalmente da insetti, frutta e la resina commestibile dell’albero della gomma, benché si abbia notizia anche di esemplari che si sono nutriti di rane, roditori e piccoli animali, catturati grazie all’agilità notevole del piccolo arrampicatore. Ogni qualvolta, quindi, il nostro amico fallisce nel procurarsi ciò di cui ha bisogno per sopravvivere sopra l’albero di appartenenza balzerà giù da esso, iniziando ad esibire quella che costituisce la sua più notevole dote fisica: i sopra accennati e dimostrati balzi, resi possibili dalla massa muscolare delle zampe posteriori capace di raggiungere, da sola, il 25% della massa dell’intero animale. Una volta lanciatosi in aria, quindi, il galago assume una caratteristica posa aerodinamica con le braccia raccolte vicino al corpo, mentre sfrutta la coda per bilanciarsi ed attutire l’impatto con il suolo. In questa configurazione, la sua velocità di spostamento risulta essere davvero notevole, permettendogli di sfuggire assai spesso alle attenzione di felini selvatici, canidi più o meno ferali, serpenti e gufi del Bush. Per quanto concerne invece l’accoppiamento, questo avviene generalmente due volte l’anno a novembre e febbraio, da parte di un singolo maschio con più femmine, evento a seguito del quale lei costruisce un vero e proprio nido di foglie dove potrà custodire i propri piccoli (1 o 2, più raramente si tratterà di 3) lontano dal pericolo. Lasciandoli quindi a loro stessi più volte mentre si sposta per procurarsi il cibo, ella sarà soliti spostarli soltanto occasionalmente, riuscendo a sollevarli con la propria bocca anche quando simili a se stessa per dimensioni e peso. Un ruolo paterno da parte dell’esemplare maschio, dal canto suo, non è stato mai documentato.
Almeno formalmente, dunque, non esiste alcuna specie di galagide che sperimenti ancora un rischio significativo d’estinzione. Essi rientrano piuttosto, grazie alle proprie ottime capacità di adattamento, alcuni tra i mammiferi maggiormente diffusi in Africa, capaci di costituire un filo conduttore, spesso addomesticato, tra la natura e l’uomo. Ciononostante, è importante notare come l’effettivo numero complessivo della maggior parte e di ciascuna singola specie sia largamente ignoto, per cui ogni importazione vada condotta mediante l’impiego di documentazione e una filiera di trasferimento ben precisa. Per quanto concerne l’effettiva capacità di vivere felici all’interno di una casa umana, basti affermare che l’animale richiede ampi spazi in qualche modo simili al suo ambiente naturale, possibilmente un certo numero di simili con cui convivere e costanti attenzioni e stimoli negli orari notturni. Tutti aspetti che non sembrerebbero farne, almeno in linea di principio, un ottimo candidato per sostituire Fido o Felix. Non che questo abbia fermato, storicamente, una parte significativa di persone dall’accoglierne rappresentanti tra le mura di casa propria. Perché come si usa dire: i risultati possono variare. Ma l’innata grazia di un tangibile personaggio dei cartoni animati dotato delle doti fisiche di un superman di gomma rimane una costante, assai difficile da superare….