Il senso biliardesco del chihuahua

Amadeus Pool Dog

Il mastino morde gli stinchi del malvivente, il bracco riporta l’anatra impallinata, il terrier divora il topo eccessivamente incauto. Ogni essere canino tende ad avere una mansione perfettamente definita, tranne lui: il chihuahua. Diretto discendente del beniamino preferito dai grandi sacerdoti della civiltà tolteca, questo quadrupede dall’abbaio penetrante è da sempre in cerca di una vocazione davvero sua, in grado di renderlo speciale. Oggi, grazie al piccolo Amadeus, mascotte di una sala da biliardo della città di Washington, sembra averla finalmente trovata. Giocare meglio del signor Quindicipalle.
Certe specie di animali, osservate dalla confortevole distanza della civiltà urbana, tendono a diventare la personificazione di particolari doti o virtù. La volpe, ad esempio, è furba e così via… Le loro strette nicchie evolutive li hanno predisposti a rivestire quel particolare ruolo, ancor più enfatizzato, ai nostri occhi, dalle generalizzazioni perpetrate nei libri di autori fiabeschi o letterari. Molto più difficile, invece, è ridurre ad antonomasia le bestie che vivono a più stretto contatto con noi. Ciascun cane, gatto, uccello e pesce rosso può assorbire, come una spugna, le prerogative domestiche della sua famiglia adottiva, diventando così un qualcosa di ben più complesso e stratificato della sua ipotetica controparte naturale. Un gatto di casa non ha molto a che vedere con quello che, quotidianamente, viene incoraggiato dai suoi padroni a girare libero per il quartiere. Il pappagallo di un pub inglese impara a tenere il punteggio delle freccette, mentre il merlo indiano del benzinaio saluta il cliente quando sente accendersi un motore. Una munifica carpa koi non si accontenterà, il più delle volte, del mangime economico comprato in un centro commerciale. In nessun caso, poi, tale diaspora dei tratti innati è più evidente che nell’animale cane. La ragione, secondo i recenti studi di alcune università statunitensi, sarebbe da ricercarsi in una dote particolare del suo codice genetico…

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Quel piccolo cane dall’ululato infernale

Cody the dog

Non tutti i cani dell’oltretomba hanno tre teste, collari borchiati e giganteschi occhi di brace. Cody, l’ultima star scoperta dal prolifico canale di YouTube Petsami è un grazioso maltese dal pelo folto e arruffato, alto all’incirca una 30ina di cm. La sua caratteristica speciale è il saper riprodurre la voce umana, compito che svolge con grande impegno e una certa dose di originalità, forse dovuta al tempo passato con il suo precedente padrone, l’Orco distruttore delle profondità del Tartaro. Non sembra possibile, eppure è così: quando il piccolo Cody spalanca la sua boccuccia di rose, subito scende la notte e le anime dei dannati gridano attraverso di lui cercando di turbare la debole psiche degli uomini. Per 5000 anni questa particolare razza di cani ha trovato posto nelle nostre case, fin dalle più antiche civiltà della Mesopotamia, costruttrici di ziggurat e maestosi templi. Attraverso le residenze dei faraoni, esportato su rapide navi fenicie, il fedele maltese approdò poi sulle spiagge di tutto il Mediterraneo, accolto in funzione della sua innata giocosità e simpatia, del suo coraggio e dell’abilità dimostrata nel dare la caccia ai topi. Nell’antica Roma possederne uno era l’invidiabile segno di uno status elevato, tipico delle famiglie patrizie o dei ricchi mercanti. Chi l’avrebbe mai detto? Se al posto delle oche del Campidoglio ci fosse stato uno come Cody, nessuno avrebbe dovuto combattere le orde dei Galli. Sarebbero tornati indietro da soli.

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Scout, microvolpe starnazzante del deserto

Scout the Fennec

Poche persone possono dirsi così fortunate da avere in casa un fennec, o volpe notturna del deserto. A giudicare da questo video di Dro Simoes, musicista e grande amante degli animali, c’è almeno un’ottima ragione. Questo grazioso animale, il più piccolo canide al mondo, è noto per l’aspetto furbesco e vivace. Potrebbe descriversi come una via di mezzo tra un chihuahua selvatico e un grosso pipistrello senz’ali. Ciò che colpisce maggiormente in questa scena casalinga di risveglio mattutino, con protagonista l’eccitatissimo esemplare di nome Scout, è il sonoro. Come tutte le sue cugine europee ed asiatiche, la volpe del deserto dispone di un vasto repertorio di versi, che impiega per comunicare un eventuale pericolo, richiamare la compagna o gli altri membri del gruppo familiare. Così, nella relativa sicurezza di un appartamento, visto il continuo rumore fatto dai proprietari, anche lei un pò parla. Se così si può dire; in effetti, non appena esce dalla sua gabbietta, il grazioso esserino inizia a saltare da tutte le parti, come un cucciolo eccitato, squittendo e ululando senza posa. Corre intorno al suo coinquilino peloso, un bonario cane nero di stazza piuttosto importante (specie rispetto al fennec, che pesa all’incirca 1,5 Kg) scodinzola e si arrampica sulle cose. Non sembra aver paura di nulla. Il suo padrone, nella descrizione del video, riferendosi a Scout afferma che è dotato de “l’atteggiamento del cane e l’agilità del gatto”. Bisognerebbe forse aggiungere “i decibel di un impianto surround 5.1”.

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Il gesto gentile del cagnolino disegnato

Omelette

Potrebbe dirsi la cosa più graziosa dell’anno, anzi perché no, di sempre. Questo brillante corto, disegnato attraverso l’uso di pochi e armoniosi colori, animato con uno stile semplice eppure estremamente personale, racconta la storia tenera di un cagnolino tondeggiante, probabilmente un bulldog francese, che aiuta il suo stanco padrone a prepararsi un’omelette. Si tratta della nuova creazione di , studentessa del California Institute of Arts. La forza espressiva della scena, commovente nella sua spontaneità, nasce proprio dalle sue varie possibili interpretazioni: l’argomento principale sembrerebbe essere l’amore di un cane per il suo proprietario; ma potrebbe anche trattarsi di una metafora per il bisogno di assistenza che si ha in un momento difficile della propria vita; o ancora, semplicemente di un racconto pseudo-avventuroso su di un tema classico, quello dell’animale domestico che assume, di nascosto e per brevi periodi, caratteristiche che sarebbero prettamente umane. In molti conoscono la condizione che domina la prima parte del cartoon: ci sono volte in cui lo sfinimento, fisico e mentale, è talmente dominante che ci si ritrova a proseguire col pilota automatico. La solitudine, allora come mai, non fa certo piacere. Per superare quei momenti, nulla funziona meglio della compagnia del proprio cane. Anzi, qualcosa ci sarebbe: un amico tondo, bianco e peloso che ti aiuta con le faccende quotidiane.

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