L’insostenibile bestialità di Blanka

Blanka is a Troll

Come abbiamo un minuscolo consigliere sulla spalla destra, eternamente votato alla probità, e un diavolo su quella sinistra, con tanto di corna e forcone in miniatura, anche nel mondo fisico dovrà esistere una sorta di equilibrio. Inciampare, cadere in piscina, scivolare con la bici o rotolare nel fango sono imprevisti che possono capitare, frutto di coincidenze o errori di giudizio, essenzialmente inevitabili. Non si possono attribuire ad altri le proprie malaugurate distrazioni. Altri esseri umani, s’intende. Perché secondo certe branche del senso comune siamo seguiti, nel corso della nostra giornata, da spiriti attenti e vigili che intervengono per modificare il corso degli eventi. Il buon angelo custode e il suo nemico. Subendo le conseguenze repentine dell’impietosa forza di gravità, qualcuno maledice la sorte o il fato, altri riconoscono questa verità: colpa di Blanka, è ovvio! Più verde di Hulk, meno elettrico di Pikachu, spettinato all’incirca quanto Lady Gaga, il guerriero della strada percorre le vie occulte della creazione, spuntando dal nulla proprio quando non te lo aspetteresti mai. Ogni volta che le cose non vanno come dovrebbero, riecheggia distante il suo ringhio animalesco. Soltanto in pochi eletti riusciranno a sentirlo. Uno di essi, a quanto pare, sarebbe il creativo dei video di ParodiePub, canale francese specializzato in scherzi, satira insensata e altre curiosità. Nella sua ultima creazione, intitolata appropriatamente Blanka is a Troll possiamo assistere ad uno spettacolare reel di buffi incidenti, selezionati per il modo apparentemente inspiegabile con cui hanno preso il via. In ciascuno dei casi è stato aggiunto, grazie a tecniche di post-produzione, una manifestazione di questo impareggiabile figlio della giungla.

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Quel piccolo cane dall’ululato infernale

Cody the dog

Non tutti i cani dell’oltretomba hanno tre teste, collari borchiati e giganteschi occhi di brace. Cody, l’ultima star scoperta dal prolifico canale di YouTube Petsami è un grazioso maltese dal pelo folto e arruffato, alto all’incirca una 30ina di cm. La sua caratteristica speciale è il saper riprodurre la voce umana, compito che svolge con grande impegno e una certa dose di originalità, forse dovuta al tempo passato con il suo precedente padrone, l’Orco distruttore delle profondità del Tartaro. Non sembra possibile, eppure è così: quando il piccolo Cody spalanca la sua boccuccia di rose, subito scende la notte e le anime dei dannati gridano attraverso di lui cercando di turbare la debole psiche degli uomini. Per 5000 anni questa particolare razza di cani ha trovato posto nelle nostre case, fin dalle più antiche civiltà della Mesopotamia, costruttrici di ziggurat e maestosi templi. Attraverso le residenze dei faraoni, esportato su rapide navi fenicie, il fedele maltese approdò poi sulle spiagge di tutto il Mediterraneo, accolto in funzione della sua innata giocosità e simpatia, del suo coraggio e dell’abilità dimostrata nel dare la caccia ai topi. Nell’antica Roma possederne uno era l’invidiabile segno di uno status elevato, tipico delle famiglie patrizie o dei ricchi mercanti. Chi l’avrebbe mai detto? Se al posto delle oche del Campidoglio ci fosse stato uno come Cody, nessuno avrebbe dovuto combattere le orde dei Galli. Sarebbero tornati indietro da soli.

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L’attacco furibondo del capro allupato

Brazilian Goat

Il pericolo più grande è sicuramente quello che non ti aspetteresti mai. Quando la capra è serena, nel suo recinto a brucare l’erba mentre si gode il tepore dell’estate, non c’è nulla da temere. Nessuno infastidirebbe un leone o un orso, animali generalmente in grado d’incutere paura, mentre tutti amano il cornuto quadrupede dalla lunga barba. Lo nutrono e lo accarezzano, non privi d’interessata aspettativa per i beni che vengono inevitabilmente tratti dalla sua esistenza. Delle capre beviamo il latte, mangiamo il formaggio. Con la loro lana facciamo caldi guanti e cappellini, per meglio accettare il cupo gelo dell’inverno. Thor, dio del fulmine, cavalcava un carro trainato dalle capre immortali Tanngrisnir e Tanngnjóstr, di cui ogni giorno mangiava le carni per poi resuscitarle, al fine di continuare i suoi viaggi. Pensando soltanto agli aspetti positivi dell’animale, difficilmente proveremmo un giusto grado di timore vedendone un’esemplare per la strada. Dimenticandoci della sua natura selvaggia, immediatamente proveremmo spontaneo affetto e simpatia, tentando di aiutarlo a ritrovare la via di casa. Non così il gruppo eterogeneo di questi sfortunati passanti brasiliani, coinvolti accidentalmente nei 15 minuti di terrore causati da uno scornato capro in amore con la sua serafica compagna, smarriti, per un’accidente del destino, proprio nel mezzo di un affollato quartiere residenziale. Il fatto è che lui, preso dalla voglia di concludere al più presto o travolto da un forte senso di gelosia, a farsi aiutare non ci pensa proprio. E così da inizio al suo implacabile assalto.

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La felicità è un pranzo a base di riso e kimchi

Sa chaeeobja

La gioia e contagiosa, come del resto può dirsi anche la fame. In questo video che si sta diffondendo  a macchia d’olio, neanche fosse il nuovo singolo di un big dell’industria musicale, un giovane coreano diventa l’antonomasia del mangiatore solitario, pienamente appagato dal suo cibo. La scena si svolge di fronte al PC, con il protagonista che dimostra con orgoglio le straordinarie qualità del lauto pasto appena giunto per corrispondenza, rivolgendosi con strane movenze alla sua webcam. Sembrerebbe, in effetti, essere impegnato in una complessa video-chat. E gradualmente i commensali virtualizzati lo incoraggiano nel suo delirio, forse con una punta d’invidia piuttosto che riconoscendo il suo pontenziale di intrattenitore, finendo per creare una situazione estremamente insolita, quasi surreale. Fra moine e gridolini infantili, risate sguaiate e sguardi improvvisamente seri e tremendamente concentrati, specie durante le complesse operazioni di apertura dei piatti in un luogo che non sarebbe a questo deputato, ovvero la scrivania, costui pone le basi di quel che potrebbe trasformarsi in un futuro classico del web, affine per certi versi a The Numa Numa Guy (Gary Brolsma) un altro insolito comunicatore del quale tutti ancora si chiedono se davvero fosse quello che sembrava, per lo meno al momento in cui iniziò la sua strada verso la fama. In un mondo in cui, tra gli eventi di YouTube, la diffusione via streaming di segmenti televisivi e altre trovate pubblicitarie si sta ormai cercando di monetizzare ogni angolo del web, questo nuovo fenomeno del pasto informatico spicca per almeno due motivi. Intanto viene dalla Corea, un paese che ci affascina  per le implicazioni esotiche della sua cultura popolare moderna, sempre più sfrenata e originale. E poi, soprattutto, appare con le caratteristiche di una vera contingenza del momento. Un breve sguardo nella vita dell’uomo che amava mangiare di fronte al suo computer. E buon pro gli faccia.

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