Ogopogo è il plesiosauro che persiste dentro un lungo lago canadese

L’aspetto consistente indipendentemente dalla regione geografica di provenienza, il rapporto collettivo continuativo nel tempo, la tipica reazione dei media relativamente all’ennesimo avvistamento di un mostro lacustre, sembrano delineare uno specifico funzionamento della mente umana. Quasi come se l’esistenza di un qualcosa d’imponente, antico ed ignoto potesse comunicare direttamente col subconscio identitario della gente, rievocando immagini riconducibili all’io primitivo e il suo metodo per confrontarsi con la natura. Che poi è la base stessa, ovvero il folkloristico ragionamento, all’origine ancestrale della stessa creatura del lago Okanagan, un tempo venerata dai nativi delle Prime Nazioni all’interno della Columbia Inglese, in qualità di spirito supremo controllore delle maree e del vento. Il suo nome, in epoca precolombiana: nx̌ax̌aitkʷ ovvero “l’essere sacro delle acque”, una sorta di spirito capace di proteggere i naviganti oppure, in determinate e più rare occasioni, condannarli. Così come narrato nella storia cautelativa del capo in visita Timbasket, che avendo tralasciato gli opportuni sacrifici prima d’imbarcarsi sopra una canoa con la sua famiglia, finì per capovolgersi a causa del “sollevamento di una coda spropositata” che fece ribaltare questo scafo causando l’irrimediabile annegamento di tutti gli occupanti. Il che permette d’iniziare a configurare, nelle nostre menti, un’essere non propriamente formato dal puro spirito, nella maniera riconfermata in seguito dal colono del 1855 John MacDougal, il quale avrebbe visto i propri cavalli risucchiati in un attimo all’interno delle acque lacustri, rischiando egli stesso di fare la stessa fine se non fosse stato sufficientemente rapido a tagliare la cima della piccola barca sopra cui era posizionato. Episodio ben presto seguito, come di frequente in casi simili, da testimonianze di emergenti forme avvistate in lontananza in mezzo ai flutti, simili a serpenti, dorsi di lucertola o non meglio definite abnormi creature, con un consenso sulle dimensioni stimato attorno ai 15-20 metri. Che apparentemente era solito rintanarsi, e qualche volta emergere da sotto l’isolotto che oggi viene detto Rattlesnake (del serpente a sonagli) situato nella parte meridionale del bacino idrico lungo 135 Km e non più largo di 5.
Risale al 1924 quindi la canzone che avrebbe cementato l’appellativo assonante assegnato all’ipotetica Creatura, forse per l’associazione accidentale ad opera delle genti locali oppure come scelta satirica da parte dell’autore anonimo del brano di genere Fox-Trot “The Ogopogo”, scherzoso componimento che parlava di un mostro figlio di una balena e un earwig (l’insetto noto in italiano come dermattero o forbicina) descritto in modo assai sommario come dotato di una testa e coda piccolissime in rapporto al resto del corpo. Una visione, forse, compatibile con quella di un presunto dinosauro sopravvissuto al volgere dei secoli spropositati?

Molti degli avvistamenti del criptide dell’Okanagan risultano essere piuttosto labili, pur costituendo un fattore di costume primario per l’economia turistica della zona. Con reiterata protesta da parte delle genti native, infastidite dalla mercificazione della propria antica mitologia ereditata.

In tempi più recenti, i racconti degli avvistamenti del mostro del lago Okanagan si fanno più frequenti ed iniziano a beneficiare di contributi documentali utili a definire una sua presunta nicchia ecologica e stile di vita. A partire dal caso del 1968 di Art Folden, che guidando lungo l’Autostrada 97 ebbe il tempo di puntare la sua cinepresa riprendendo un’onda che si muoveva lungo il pelo delle acque, poi confermata corrispondere digitalmente a un qualche tipo d’oggetto tridimensionale alla distanza di 270 metri dalla riva. Nel 1980 , circa 50 turisti confermarono di aver visto qualcosa d’enorme che nuotava per circa 45 minuti a largo di una spiaggia presso la cittadina costiera di Kelowna. Forse un caso d’isteria collettiva, comunque avvalorato dal filmato di 10 secondi su pellicola da 8mm del cittadino di Vancouver di una qualche misteriosa forma galleggiante sulla distanza in quel particolare frangente. Ed ulteriori casi ben documentati nel 1992, 2008 e 2009, fino all’ultimo e più in alta definizione sul finire del 2022, dell’escursionista in barca Dale Hanchar e sua moglie Colleen, i quali videro e fotografarono una strana testa sotto il pelo delle acque (vedi sopra) vagamente simile a quella di un drago disegnato o descritto in precedenza dagli occasionali testimoni del criptide locale. Una forma in realtà più simile a quella di un grosso pupazzo caduto in acqua o magari la polena di una barca-drago in stile asiatico, del tipo effettivamente utilizzato per occasionali gare nell’oblungo lago di Okanagan. Oppure, secondo altri, una coppia di uccelli acquatici intenti a tuffarsi, il che presupporrebbe comunque l’identificazione successiva da parte dell’autore di cosa effettivamente potesse essere il soggetto della sua foto, omessa al fine di fare uno scherzo o acquisire i propri cinque minuti di fama. Notazione biologica, quest’ultima, già utilizzata in precedenza al fine d’identificare l’effettiva origine dei video e foto scattate, possibilmente riconducibili a presenze tutt’altro che insolite in un lago di questa zona. Tra cui gruppi di lontre abituate tanto spesso a nuotare in fila indiana, creando l’illusione di un singolo serpente in emersione tra le acque, oppure un tronco galleggiante sfuggito durante il trasporto delle numerose attività di foresteria limitrofe. Per non parlare della possibilità sempre presente di un massiccio storione giunto fin qui risalendo le acque del fiume Okanagan, principale effluente di questo lago di origine per lo più glaciale. Creature in realtà mai avvistate al suo interno, tanto che sussiste attualmente una taglia di 10.000 dollari per prove tangibili fornite a sostengo dell’esistenza di tali creature all’interno, un possibile cambio di paradigma per la cognizione dell’ecosistema locale.

L’isola di Rattlesnake, un punto di riferimento molto celebre della zona, è stata oggetto di un surreale contenzioso in epoca moderna. Che potrebbe, o meno, aver contribuito alla serenità esistenziale dell’Ogopogo.

Così come, potrete facilmente immaginarlo, numerose offerte sono state istituite nel corso degli anni al fine d’incentivare la ricerca, e possibile cattura dell’Ogopogo. A partire dal 1980, quando la stessa organizzazione internazionale Greenpeace si sentì in dovere di spezzare una lancia a favore dell’animale misterioso, chiedendo che venisse lasciato per quanto possibile in pace. Ma il suo valore potenziale come attrazione turistica, se davvero fosse esistito, era semplicemente troppo elevata per lasciar correre, come anche esemplificato dai numerosi monumenti, statue e raffigurazioni che ricorrono negli immediati dintorni della sua presunta dimora. Per non parlare del famoso tentativo fatto dal libanese naturalizzato localmente Eddy Haymour, il “ribelle” che nel 1971 era riuscito a comprare dallo stato l’intera isola di Rattlesnake, con l’intenzione di costruirci sopra un resort completo di pista da mini-golf, albergo ed un cammello meccanico dispensatore di gelato. Soltanto per andare incontro ad una serie di ostacoli e lungaggini burocratiche, che l’avrebbero in seguito indotto a fare ritorno nel suo paese e prendere in ostaggio con fucili e bombe a mano l’intera ambasciata canadese a Beirut. Restando non soltanto impunito per l’assurdo gesto, ma ottenendo persino che il suo caso fosse preso nuovamente in considerazione dal governo, per ottenere infine un rimborso pari a 250.000 dollari per l’ingiustizia originariamente subita. Forse il più grande miracolo collegato a queste acque ed il loro misterioso contenuto, capace di sottintendere l’effettiva esistenza di un qualche tipo di benevolo spirito protettore di tutti coloro che si sono dimostrati pronti a celebrarne o farne conoscere l’esistenza. Ammesso, e non concesso, che al dinosauro del sommerso mondo perduto locale potessero piacere anche lo sciroppo d’acero e la poutine.

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