Questa semplice lancetta è l’arma segreta del carpentiere navale

Il compunto visitatore dal casco giallo e la cravatta sottile completò il suo discorso di presentazione, giusto mentre il vecchio Elijah con la camicia a quadri, deposta la sua sega a nastro ai piedi dell’ennesimo pino di Ponderosa situato ai margini della sua “zona”. Quindi quest’ultimo, accarezzandosi la barba, considerò per qualche attimo la strana idea. “Cosa intende esattamente quando afferma, senza fatica?” Giusto, se lo sarebbe dovuto aspettare. L’uomo cominciò di nuovo e DA CAPO ad elencare i punti forti del prodotto che la sua compagnia di trasporto del legname da cinque o sei anni, con sede presso la vicina città di Bridgeport, sembrava fermamente intenzionata a fargli acquistare. “Magnifico, stupendo, eccezionale. Signor taglialegna noi sappiamo riconoscere, dal tipo e dalla quantità di materiali caricati settimanalmente sul camion trasportatore, le figure professionali migliori tra i diversi fornitori della nostra compagnia. Proprio per questo, lei è stato selezionato tra i possibili corrispondenti per il nostro nuovo progetto: introdurre sul mercato una serie di sedie rustiche costruite direttamente sulla scena dell’abbattimento, ciascuna ricavata dal singolo moncone di un tronco…” Si ok, pensò a questo punto il boscaiolo veterano. L’intento iniziale non è totalmente priva di una logica di base: il cosiddetto ciocco, dopo tutto, viene normalmente abbandonato là dove si trova, data l’inefficienza economica di trasformarlo in qualche cosa di diverso. E con l’interesse contemporaneo nei confronti del presunto “artigianato manuale” oggetti di una tale foggia, chi può dirlo, un investimento in tale senso avrebbe anche potuto funzionare. Ma se aveva ben capito la sezione successiva durante le ore di lavoro, sopra il suono ragionevolmente assordante della sega elettrica simbolo del suo mestiere, la parte ridicola veniva solo successivamente. “Quindi, signor Stephenson, le presento l’ultimo modello di scanner tridimensionale.” E qui sollevò, ancora una volta, il bizzarro oggetto simile a una pistola tenuto strettamente nella mano destre. “Guardi qui: basta puntarlo verso il moncone di un tronco…” qui Elijah dovette spostarsi di lato, per lasciar passare l’uomo presso quanto rimaneva dell’abete bianco che aveva, fino a pochi attimi da quel momento, ricevuto tutto il “taglio” delle sue attenzioni “… E premere il grilletto, così. Ora nel giro di pochi secondi, tramite una semplice connessione Bluetooth, il mio cellulare riceverà le misure esatte dell’oggetto, perché io possa preparare la seduta da incastrarvi all’interno per produrre un intrigante oggetto d’arredo.” E qui fece una piccola pausa, forse per riprendere fiato. “Naturalmente, perché possa scrivere il suo nome nell’elenco delle figure professionali interessate, ci sarebbe un piccolo investimento per l’acquisto del macchinario.” Ecco, avevo capito bene, sussurrò tra se e se l’uomo della foresta. Quindi essendo un uomo di poche parole, pensò di rispondere impiegando, piuttosto, i gesti. Del resto quel giorno si sentiva stranamente creativo! Emise quindi un grugnito indecifrabile, che il rappresentante sembrò interpretare come un moderato cenno affermativo, prima di raccogliere l’ascia dal cassone del suo Ford 4×4. Subito seguita, a stretto giro di lancette, da un pezzo di legno lungo e affusolato, probabile scarto da una precedente visita presso la segheria o un cantiere di Bridgeport. Quindi, senza proferir parola, iniziò rapidamente ad intagliare…

“Quando ritagliate con la sega un pezzo la cui forma avete riportato con il compasso, ecco il mio consiglio: non portate la vostra sega proprio in corrispondenza della linea. Ma piuttosto lasciate un lieve margine di sicurezza, che successivamente eliminerete mediante l’impiego di una levigatrice.” Consigli come questi, per i non esperti, sono vie d’accesso ad una significativa semplificazione dell’esistenza!

Avete mai sentito parlare del canale di YouTube appartenente a Leah Bolden? Dall’alias di See Jane Drill (soprannome la cui origine, in effetti, risulta ardua da ipotizzare) e una lunga storia professionale nel mondo delle costruzioni edilizie, nonché l’artigianato a conduzione autogestita, come appare facile desumere dall’abilità con cui manovra i propri attrezzi ed implementa soluzioni del mestiere. Ma soprattutto, una voce chiara e la capacità di spiegare in modo estremamente puntuale tali approcci, a massimo vantaggio di noialtri spettatori, giungendo a costituire nei fatti la migliore via d’approccio conoscitiva verso utili nozioni che le ultime generazioni, per una ragione o per l’altra, sembrerebbero aver completamente dimenticato. Vedi, nel caso specifico, l’approccio niente meno che fondamentale in falegnameria noto come tick sticking, capace di riportare con precisione sopra un foglio le misure di una forma irregolare. Affinché quest’ultima possa, successivamente, essere riprodotta in maniera esatta e priva di difetti. Ora come molte simili e ben collaudate procedure, diffuse in una forma o nell’altra nelle diverse regioni del pianeta, non c’è sembrerebbe esserci una singola persona responsabile dell’invenzione o una precisa storia di quest’ultima. Benché l’ideazione formale del processo in Occidente venga generalmente attribuita all’occupazione britannica alto-medievale dei ship-wryhta o wyrhta, ovvero tutti coloro che lavoravano il legno al fine di produrre imbarcazioni in grado di sfidare le feroci onde dei mari del Nord. Il che, come potrete facilmente immaginare, richiedeva la produzione in serie di pezzi ragionevolmente simili tra di loro, un letterale millennio prima che i sistemi industriali potessero semplificare tale intento finale. Dal che nascevano, prevedibilmente, approcci estremamente funzionali alla creazione di modelli, pattern o template risolutivi. Uno dei più importanti tra i quali risultava dal cosiddetto spiling, ovvero quanto derivava dall’applicazione diretta di un tick stick o l’ancora più efficace joggle stick, differenziato da quest’ultimo per la presenza di una quantità multipla di tacche, piuttosto che la singola presente nel tipo di arnese dimostrato da See Jane Drill. Per un oggetto che nei fatti, è talmente semplice e diretto nel suo utilizzo, da poter funzionare anche nella totale assenza di queste ultime, sostituite da un singolo segno tracciato a penna su di un assicella rettangolare in legno. Ma poiché, come afferma orgogliosamente la nostra traghettatrice in tale favoloso mondo di scoperte, siamo in effetti al cospetto dell’unico strumento che il carpentiere viene chiamato effettivamente a costruirsi da solo, e che probabilmente accompagnerà i suoi lavori per mesi o addirittura anni, tanto vale seguire un metodo tradizionale, facendo le cose bene fin da subito. E così via a seguire…

Ecco dunque l’applicazione di una procedura di spiling da parte di un effettivo carpentiere navale, Chris Rees, qui mostrato all’opera presso il canale “Traditional Maritime Skills”. Una scena che dimostra in modo chiaro la versatilità stupefacente di un sistema tanto semplice, in apparenza.

Ora Elijah, sotto lo sguardo perplesso del suo ospite dal casco giallo, completò con pochi colpi d’ascia lo strano oggetto che si era prefissato di costruire. Appuntito da una parte, con una curva simile a quella di un pennino e dotato di una pratica impugnatura dall’altro lato. Quindi prese un pezzo di cartone e con appena una mezza dozzina di passi, raggiunse il tronco che il rappresentante si era premurato di scansionare. Con appena un’occhiata di traverso a quest’ultimo, quindi, fissò il foglio sopra il legno, mediante il rotolo di nastro adesivo che aveva nella tasca sinistra, mentre dalla destra tirò fuori una matita. Preso nuovamente in mano il misterioso arnese appena costruito, quindi, ne diresse la punta verso uno dei lati del tronco irregolare, per tracciare la precisa posizione della tacca di quest’ultimo sul cartoncino. Poi lo fece ancora, e ancora, ricavando sopra il foglio la completa raffigurazione quantistica delle diverse posizioni possibili, data la situazione di partenza. 10…15…20 volte il gesto venne ripetuto. Mentre l’inviato della compagnia, con gli occhi spalancati e il braccio lungo il fianco, sembrava cominciare a sospettare cosa stesse per succedere. “Ecco, vedi?” Fece al suo indirizzo il boscaiolo, sorridendo sotto la sua lunga barba e i baffi lievemente stravaganti: “L’ho… Com’è che dite voi ragazzi? Scansionato. Adesso seguimi fino allo spiazzo di lavoro, ti faccio vedere.”
Ma non forse giunti a questo punto, per noi non ci sarà neanche bisogno di farlo. Perché il concetto, ritengo, dovrebbe essere chiaro: perché quando hai un foglio che riporta le misure esatte di una letterale bacchetta magica frutto delle circostanze favorevoli, sei praticamente già all’80% dell’opera. E tutto quello che ti resta da fare, è fissare bene il tuo modello di cartone, riposizionando volta per volta la lancetta, ai vertici del pezzo che hai intenzione di creare. Sia questo la perfetta paratia ad incastro di un’imbarcazione, oppure la seduta di una…Strana sedia-tronco, sogno irrealizzabile di un arredatore nato attorno all’anno 2000.
Perché nell’epoca delle macchine CNC, d’Illustrator, CAD e Photoshop, nessuno sembra ricordare la fondamentale verità! Di come penne, sagome e vettori, esistessero anche prima… Avendo l’innegabile vantaggio d’essere manipolabili, tangibili e persino entrare nella tasca delle persone. Senza neanche il minimo pericolo di ritrovarsi, nel fatal momento, privi di carica all’interno dell’inesistente batteria.

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