L’effimero diagramma di arcipelaghi creato con il sollevarsi dell’alta marea

Tra i primi a notare un simile fenomeno figura il celebre esploratore norvegese Adolf Erik Nils Klaus Waldemar Freiherr von Nordenskiöld (1832-1901) durante i suoi viaggi nella provincia cilena di Última Esperanza. Navigando in uno stretto canale, mentre annotava dei rilevamenti in merito al plankton marino presente al suo interno, restando improvvisamente affascinato da una vista indubbiamente rara: la grande quantità di agglomerati circolari di sabbia di ardesia, silicati ed altri materiali granulari, dalla forma circolare simile a quella di un paramecio. Ma un diametro di 15, 20 cm ciascuna, intente a galleggiare mantenendosi rigorosamente ad una valida distanza di sicurezza. Quasi come se una forza misteriosa, frutto del volere divino della Provvidenza, si occupasse del mantenimento dello strano disegno, replicato a qualche metro di distanza sul fondale limpido, tramite le ombre delle strane zone di offuscamento. Storia singolare eppure in qualche modo spiegabile, come può essere apprezzato dalla sua capacità di offrire repliche in diversi momenti storici dell’osservazione scientifica o documentata degli eventi. Così una descrizione simile compare nell’articolo di Cecil Carus-Wilson ed R. C. T. Evan intitolato Floating Stones per la rivista Nature del primo febbraio 1900. E qualcosa di assolutamente simile può essere ammirato in questo video della giornata di ieri, registrato e pubblicato su Internet dall’utente di Reddit/Youtube dal nome di Clarissa Tzeng. Ma cosa stiamo osservando, esattamente? Fermo restando che l’esatta posizione della contingenza non viene fornita, forse per ragioni di privacy, è piuttosto semplice qualificare la particolare configurazione acquatica come appartenente ad una regione particolarmente del bagnasciuga. Dove al termine di un periodo di bassa marea, l’acqua salmastra sembrerebbe essersi nuovamente sollevata con un singolare tipo d’accompagnamento: chiazze individuali di sabbia, con un’ordinata disposizione paragonabile a quella delle macchie di leopardo. Tanto immobili da far pensare che qualcuno le abbia disegnate, tramite l’impiego di un magico pennarello. Eppure non c’è niente di più spontaneamente armonico, di ciò che la natura tende a produrre sotto i nostri occhi ostinatamente increduli rispetto all’evidenza. Particolarmente nella sua accezione frutto delle leggi della fisica, che ogni cosa condizionano in maniera tante volte opposta ai nostri preconcetti “logici” acquisiti. Tanto da richiedere definizioni che ci rassicurano, citando cose come ciotole di cereali per la prima colazione. Piccole ciambelle, sospese nella lucida sostanza dello spaziotempo…

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