L’iperrealista delle cose semplici nell’era di YouTube

Marcello Barenghi

Marcello Barenghi è il disegnatore di Milano, famoso a livello internazionale e sul web, che può riprodurre alla perfezione tutti gli oggetti e gli animali presenti in casa vostra, dal più prosaico, come questo dettagliato pacchetto di patatine, a preziosi gioielli, lumache o pizze al pomodoro. Senza l’impiego di alcuno strumento digitale o fotografico, salvo la messa in pratica di doti artistiche fuori dal comune, disegna, poi accelera in post-produzione e quindi pubblica online splendide sequenze come questa, almeno due volte alla settimana. Così costituirebbe, a mio parere, la personificazione dell’artista che crea, non produce, come automatica risultanza del proprio tempo libero; sapendo che la fama arriverà da se, purché meritata. Mettersi d’impegno senza preconcetti, in tale ottica, diventa una finalità particolarmente valida, specie qualora si scelga di farne un metodo d’insegnamento, a beneficio della collettività. E a guardarlo mentre si mette all’opera, alternandosi fra le matite e i pennarelli con la padronanza di un prestigiatore, vien quasi voglia di provare ad imitarlo, stimolati dalla natura contagiosa della più classica e pervasiva tra le forme d’arte. Proprio tenendo presente quel comune sentimento, che anche lui conosce tanto bene, Marcello ci offre l’ausilio del suo intero canale dimostrativo su YouTube, con piglio giocoso e generosità. Che diventa la guida pratica, più ricca di un ponderoso catalogo d’ipermercato, verso la perfetta riproduzione iperrealistica di…Qualcosa, un quibus qualsiasi, purché abbia quelle tre solite, rassicuranti dimensioni da poter tratteggiare.
Il segreto sta tutto nella luce, anzi nel chiaroscuro, che non vuol dire, in questo caso soltanto correr dietro all’ombra. Sopra un foglio formato A4 di color grigetto, per meglio dare risalto all’essenziale brillantezza di certi dettagli, prendono forma, uno dopo l’altro, i vari contorni, valorizzati dal prezioso apporto delle due matite contrapposte: quella nera e la bianca, teoricamente invisibile ma che qui si dimostra fondamentale quanto l’altra, come lo zero nella matematica.

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Ricrea nell’iPad la ragazza con l’orecchino di perla

Seikou Yamaoka

Doveva succedere prima o poi: Seikou Yamaoka si è dato alle riproduzioni delle grandi opere del passato. Ecco l’ultima impresa dell’eccezionale artista giapponese che usando le dita e un dispositivo touch, come un piccolo tablet o un iPod touch, riesce a simulare l’effetto realistico dei tradizionali colori ad acquerello. Chissà che avrebbe detto Johannes Vermeer, il pittore olandese che dal distante 1600 seppe trasmetterci l’enigmatica bellezza della ragazza con il turbante e l’orecchino, uno dei volti più famosi del Secolo d’Oro e forse dell’intera storia dell’arte. Per quell’artista così fortemente affascinato dalla luce in ogni suo aspetto e conseguenza, poter disegnare in digitale sarebbe stato davvero incredibile. Niente più costosi pigmenti da ordinare a caro prezzo presso i mercanti di Delft. La possibilità di effettuare i suoi numerosi esperimenti sul tema dell’inquadratura e della messa a fuoco in altrettante versioni di un singolo quadro, istantaneamente duplicato in decine di files indipendenti, da stampare tutti insieme alla fine. E soprattutto, più di ogni altra cosa, lavorare con una “tela” che non è fatta di mera carta o tessuto, ma nasce dalla moderna matrice a cristalli liquidi di un LCD retroilluminato, in grado di rendere vivido e sgargiante ogni singolo riflesso delineato nel quadro, quasi come ci si trovasse davvero là, nello stesso luogo in cui l’immagine era stata tracciata, dalla sua abile mano, a beneficio della posterità.

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Tracciando a matita un mandala cosmico interculturale

The Lullaby

Joe Fenton è l’artista, grafico e illustratore di origini londinesi, con sede operativa a Brooklyn, che riesce a dare forma visuale ai più reconditi luoghi della psiche. Nei suoi grandi disegni monocromatici, tracciati su carta mediante l’impiego di matite, penne e semplice inchiostro nero, lo stile compositivo delle allegorie barocche incontra il surrealismo di Hieronymus Bosch, le fantasie geometriche di Escher e la libertà espressiva dei canoni d’intrattenimento moderni, come il fumetto e l’animazione. In questo video, rilasciato qualche tempo fa per dimostrare il suo particolarissimo modus operandi, si può assistere ad alcune delle fasi salienti nella messa in opera di The Lullaby, tra le sue opere, forse, quella dal soggetto più squisitamente filosofico e religioso. L’intero lavoro ha richiesto due mesi circa. Si tratta di una scena complessa, ricca di personaggi ed in grado di trasmettere un forte senso del movimento; la forma circolare suggerisce l’idea di un’apertura, il portale mistico attraverso cui l’osservatore viene invitato a scrutare l’ignoto. Ma potrebbe anche essere una testa umana, con tanto di bocca e organi sensoriali. Nel centro spicca una figura antropomorfa, vagamente scimmiesca, la cui posa cruciforme e corona di spine sono un netto richiamo alla simbologia cristiana. Le ali di farfalla invece, perfettamente sviluppate, alludono all’imminenza di una sorta di apoteosi. Gli occhi chiusi e le orecchie tese dimostrano introspezione. Tale creatura rappresenta l’umanità. Alle due estremità del riquadro, in netta contrapposizione, gli estremi del nostro duplice aspetto esistenziale: in alto l’occhio della mente, in basso il corpo, sinonimo di mortalità. La funzione svolta da tali princìpi nell’economia estetica della composizione, ed il modo estremamente personalizzato con cui compaiono nell’opera, forniscono informazioni molto interessanti sulla metodologia espressiva dell’autore, ricca di implicazioni e sottintesi.

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I cattivi di Star Wars e Batman fatti con il sale

BashirSultani

Aprire i contenitori senza alcun tipo di criterio è un’attività rischiosa. Chiedetelo a Pandora. Per non parlare dei compagni dello scaltro Ulisse che, mentre si trovavano in vista dell’agognata Itaca, stapparono incautamente l’otre ricevuto in dono da Eolo, finendo per causare un terribile disastro. Persino la lampada di Aladino, con il servizievole e potente genio, spesso diventa per i suoi possessori uno strumento difficile da controllare, quasi pericoloso. O ancora, basti pensare al diavolo in bottiglia delle novelle medioevali e dei racconti di Stephenson… Di certo, sarebbe meglio non averci nulla a che vedere. Guai poi a chi, in un momento di distrazione, aprisse una boccetta di sale. Sostanza benefica, sinonimo di ricchezza e fortuna, rientra in quella classe di oggetti così onnipresenti, tanto utili da essere persino rassicuranti. Purché lo si tratti con il giusto rispetto. L’artista grafico Bashir Sultani, per sua (s)fortuna, l’ha versato. Scoprendo che al suo interno, neanche a dirlo, c’era si, un demonio. Ma moderno: il più famoso Signore Oscuro dei Sith, l’idolo per eccellenza della cultura geekdom. Casco Nero in persona.

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