Proboscideale! Un pianelefante che suona il ragtime

Elefante_Pianista

La giornata di Peter l’imponente era iniziata come al solito. Un giro nel recinto, due passi con i micro-cani, qualche nocciolina per merenda. La vita dell’elefante tailandese in fondo è così, semplice e lineare, mai una sorpresa, nessuna sfida. Ma al momento della visita giornaliera da parte delle affabili cose-uomo si verifica qualcosa di strano, l’imprevisto che minaccia di rovinargli il pomeriggio: uno sconosciuto ha portato con se un bizzarro tronco orizzontale, inutile e voluminoso, che osa gettare nel suo amato fango senza troppe cerimonie. “Prrumph“, “ahrunngh”, “hrrannhhh“? (Chi è tale individuo e da dove proviene l’insulso borbottio acustico?) Peter non sa come usare YouTube e quindi, a differenza di noi esseri umani, non ha riconosciuto a prima vista l’eccentrico pianista Paul Barton, venuto fin lì da Londra per insegnare musica a chiunque abbia voglia di ascoltare e qualche volta, perchè no, anche ai più placidi e noncuranti animali di tutto il Siam. Ma costui, grazie al ritmo gradevole della famosa The Entertainer di Joplin riesce dove altri fallirebbero. Il pachiderma finisce presto per avvicinare la volubile proboscide e….

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TanTe, ovvero l’alternativa cinese a Trololo di Ėduard Chil’

Se c’è un brano in grado di rappresentare presso il mondo digitale lo spirito millenario e l’antica tradizione teatrale del popolo cinese, non può trattarsi che dell’improbabile TanTe (Turbata/o) di Gong Linna, un tour de force recitativo e musicale del tutto privo di parole intelligibili ma altrettanto ricco di sentimento e forza espressiva. Ecco l’artista mentre, sul palco televisivo del concerto di capodanno 2011 della Hunan Satellite TV, ancora una volta riconferma la particolare nomea di questa sua canzone, della quale è stato più volte detto: “Non potrai impararla neanche se la ascolti 10.000 volte” e che per questo viene anche definita “Canto Divino” (神曲).

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La Carmen suonata con gli attrezzi di un’officina

I componenti del gruppo francese Zic Zazou utilizzano da 30 anni strumenti improvvisati e altre strane apparecchiature per i loro spettacoli musicali in cui eseguono musica classica, jazz e moderna con uno stile personale ed umoristico. Vincitori da pochi giorni del talent show francese La Grande Battle, sul web stanno riscuotendo un certo inaspettato successo anche grazie al video di presentazione che avevano inviato due mesi fa al programma. In un’officina dall’aria dismessa, indossando abiti da lavoro, i nove artisti suonano con nonchalanche un pezzo d’opera tra i più famosi, usando il loro improbabile assortimento di bottiglie, pentole, scatole e assurdi didgeridoo metallici sovradimensionati. L’esecuzione televisiva, benchè musicalmente più efficace, non colpisce altrettanto lo spettatore dal punto di vista dell’estetica improbabile, che riesce a creare l’illusione di essere stata raffazzonata lì per lì e messa insieme alla buona.

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L’orchestra dei mini robot volanti

Il Grasp Laboratory dell’Università della Pennsylvania colpisce ancora. Questo hub di ricerca e sviluppo collaborativo, dal budget di 10 milioni di dollari, era già comparso su social network e blog in occasione della loro fenomenale dimostrazione pratica di ciò che fosse possibile fare, a fronte di un notevole impegno realizzativo, con uno sciame di droni programmabili ed una stanza piena di telecamere dotate di misuratori ad infrarossi. Il perfetto volo in formazione di questi piccoli quadricotteri KMel Robotics viene stavolta impiegato con finalità artistiche ben più significative: eseguire una colonna sonora polifonica utilizzando strumenti musicali veri. Il risultato finale e lo spettacolo visivo che ne deriva sono davvero sorprendenti.

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