Letale Radithor: il terribile fraintendimento dell’omeopatia radioattiva

Chi è pieno di dubbi, colui che vive perennemente nella titubanza, coltivando l’incertezza e interrogandosi continuamente in merito all’opportunità di ciò che dice o fa nel corso delle proprie giornate, è quasi impossibile da trarre in inganno. Avere successo nel corso della propria esistenza, centrare il bersaglio ancora ed ancora ritrovandosi al centro di lusso, successo e celebrità, tende tuttavia ad erodere questi specifici tratti caratteriali. Creando un tipo di personalità fondata sui presunti meriti dell’intuizione: “Sono perfettamente in grado di comprendere l’origine, la decorrenza e il sentiero utile risolvere il mio problema.” Si sarebbe congratulato con se stesso nel 1927 il facoltoso golfista, imprenditore e mecenate delle arti Ebenezer McBurney Byers, uscendo dallo studio del suo medico, il Dr. Moyar. All’interno della propria borsa una piccola bottiglia, con l’etichetta stampata in lettere eleganti: Radithor. Volere è potere. E credere nell’indomani può costituire il primo passo verso la guarigione. Ma talvolta, le strade dell’Inferno sono lastricate di perniciose particelle, in grado di far deragliare il fondamento stesso del DNA umano…
Dopo tutto non c’era una maniera semplice per giungere a comprendere l’efferata realtà. Ed egli costituiva soltanto l’ultimo esempio di un gruppo di clienti di successo nella vita e dalle significative risorse finanziarie, a cadere vittima di una truffa straordinariamente efficace, forse addirittura a fin di bene, almeno nei suoi dettagli più specifici, dal punto di vista del suo creatore. Lasciate che vi presenti a questo punto William J. A. Bailey: un dottore con finta laurea di Harvard, ma una sincera convinzione nei meriti dell’ormesi da radiazioni. Quella tragica e pericolosa convinzione, diffusa circa 100 anni a questa parte, secondo cui alcune delle sostanze più pericolose scoperte dall’uomo potessero avere un effetto positivo sulla sua salute. Convinti almeno in parte dalle rivoluzionarie ricerche di Marie Curie e suo marito Pierre, che pur essendo stati esposti per molti anni a fonti di emissioni alpha, beta e gamma non ne avevano (ancora) pagato il prezzo, in molti decisero di sfruttare l’immotivata reputazione mistica di materiali come il radio (Ra, 88). Il più pesante dei metalli alcalino-terrosi, nonché dotato di un tempo di dimezzamento abbastanza breve e virulento da produrre radiazioni un milione di volte più intense dell’uranio. Il che lo portava, in modo particolarmente affascinante, a brillare.
Ma il pericolo persistente costituito dagli oggetti che incorporavano questa tipologia di materiale, tra cui orologi e vetri fluorescenti, gioielli, soprammobili e quant’altro, non era nulla al confronto di quello corso da coloro che ne trangugiavano la dissetante risultanza, premurandosi opportunamente di distillare l’acqua preventivamente distillata onde garantirne l’assoluta “purezza”. Neanche si trattasse di una sorta di Red Bull ante-litteram, l’insapore panacea di ogni malanno…

Oggi considerate una sorta di sacro Graal da parte dei collezionisti, le vere bottigliette di Radithor risultano (fortunatamente) introvabili. Molte sono tuttavia le repliche acquistabili online.

Ora qual fosse la ragione per cui Byers intraprese il sentiero destinato a condannarlo all’età di soli 51 anni non è del tutto chiaro. La ragione ufficiale dichiarata, tempo dopo nelle udienze di tribunale che avrebbero costituito un importante scalino verso l’ascesa dell’ente statunitense della FDA (Food & Drug Administration) faceva riferimento alla caduta che aveva subito da un lettino rialzato durante un viaggio in treno, causandogli un infortunio al braccio con dolore cronico e persistente. Molti conoscevano tuttavia la reputazione da vero donnaiolo del facoltoso ed affascinante sportivo, associato scherzosamente a un Don Giovanni un po’ in là con gli anni, e la maniera in cui nella più recente stagione della sua esistenza stesse cominciando a perdere qualche colpo. Non era certo tra gli ultimi effetti elencati nei meriti della “miracolosa” medicina di Mr. Bailey, quello di contribuire in modo positivo al rafforzamento del vigore maschile, assieme ad una pletora di altri effetti desiderabili ed accattivanti. “Bere Radithor rende allegri, positivi, allunga la propria esistenza.” Narravano entusiasti i presunti testimoni della sua efficacia, in maniera non diversa dai basisti inclusi nella squadra del tipico carrozzone medicinale all’epoca del Far West. Senza menzionare il modo in cui ciascun medico che prescriveva tale sostanza ricevesse, per una convenzione del tutto legale all’epoca, un sesto degli incassi sulle vendite effettuate. Ben presto lo stesso magnate di New York, dunque, entrò a far parte di questo circolo vizioso convincendo i propri amici a provare la magnifica medicina, regalandone grandi quantità ed in più casi arrivando, addirittura, a farla bere al suo cavallo. Una tendenza al proselitismo che avrebbe portato almeno una sua cara conoscenza, l’amica Mary F. Hill di Pittsburgh, a condividerne il malcapitato destino. Non era certo unico in questo: tra gli altri insigni utilizzatori e promotori autonomi di sostanze a base di vari isotopi del radio, si sarebbe scoperto in seguito figurare lo stesso James John Walker, 97° sindaco della Grande Mela, che ne usava un pacchetto per contaminarne alcune dosi terapeutiche assunte con cadenza quotidiana.. E in molti, gradualmente, iniziarono a subirne le conseguenze, sebbene nessuno in maniera tanto tragica e con paragonabile risonanza mediatica di quella dello stesso Byers, che gli sarebbero valse per un’ultima volta la copertina del New York Times. Il problema, nel suo caso, sarebbe stata proprio la quantità di acqua radioattiva assunta, pari a circa 1400 dosi prese fino all’ottobre del 1930, quando la situazione iniziò improvvisamente a degenerare.

Le diverse compagnie di Bailey immisero sul mercato numerosi prodotti a base di radio ed altri materiali simili. Uno particolarmente impressionante fu il Radiendocrinator, un astuccio radioattivo da indossare come un sospensorio, presumibilmente utile ad ridare vita alla passione coniugale nelle coppie in età avanzata.

Non fu d’altronde sufficientemente rapido, quest’uomo dai trascorsi ineccepibili, a mettere in relazione i forti mal di testa di cui soffriva alla strana sostanza ingurgitata ogni giorno, con le uniche prove cliniche di un brevetto e marchio di fabbrica concessi a una figura dalle qualifiche tutt’altro che ineccepibili. Né comprese la ragione per cui, improvvisamente, cominciarono a cadergli i denti. Nel 1931 quando il governo statunitense giunse finalmente a decidere che fosse giunto il momento di bloccare la vendita di ogni medicina a base di radio ed altri metalli radioattivi, gli venne chiesto di partecipare al processo, ma Byers dovette far presente che non era in condizione di viaggiare. Un avvocato venne mandato nella sua magnifica villa newyorchese a raccogliere una testimonianza, trovandolo in condizioni sconvolgenti: incapace di parlare, bloccato a letto, operato più volte per contrastare gli effetti di un’incipiente necrosi alla mascella. Il suo stesso cranio stava cominciando a erodersi, dall’interno. Come nel tragico caso di dieci anni prima delle ragazze della fabbrica di orologi passate alla storia con il nome di Radium Girls (vedi precedente articolo) le tracce di radio nell’acqua del Radithor erano finite infatti nel suo flusso sanguigno, venendo trattate dall’organismo alla stregua del calcio, finendo per accumularsi all’interno delle ossa di un corpo ormai condannato all’autodistruzione. La sua causa di morte dichiarata, avvenuta poco dopo il 31 marzo del 1932, sarebbe stata “avvelenamento”. Un errore formale in base alle cognizioni odierne, dinnanzi alla più precisa definizione di multipli cancri ossei, subiti tutti allo stesso tempo. Il suo martoriato corpo, ad ogni modo, venne sepolto per precauzione in una bara di piombo.
La sconvolgente morale di questa storia è che alla fine, nonostante il ritiro forzato dal mercato del Radithor e come nel caso precedente dei proprietari della fabbrica di orologi, il suo produttore William J. A. Bailey non subì alcun tipo di conseguenza legale. Un’effettiva norma contro i rischi della medicina lesìva sarebbe stata promulgata infatti negli Stati Uniti solamente nel 1938, dopo una lunga battaglia da parte della stessa FDA, che avrebbe in tale occasione guadagnato l’insindacabile diritto di bloccare la vendita di prodotti giudicati pericolosi. Ma per allora il grande ciarlatano con la “laurea” presa ad “Harvard” aveva ritirato già gran parte dei propri prodotti dal mercato, continuando a vivere in estrema ricchezza per ulteriori 11 anni. Fino alla morte sopraggiunta nel 1949 all’età di 64 anni. Causa dichiarata? Avvelenamento da radiazioni. Un destino comune a molti di coloro che avevano creduto nell’efficacia dei suoi prodotti. Una sorta di cupa giustizia, offerta tardivamente dalle leggi karmiche del nostro Universo.

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