Ore coreane spese costruendo tartarughe cannoniere per climatizzare l’appartamento

È un concetto istintivamente chiaro per il fabbricante di elettrodomestici che l’uomo moderno abbia molto da imparare osservando i metodi dei Flintstones, generalmente noti come il cartoon televisivo degli Antenati. Per la facilità con cui, in tempi di approvvigionamento energetico limitato, questa rappresentazione iconica dell’ideale famiglia statunitense riusciva ad emulare lo stile di vita delle dorate decadi del Boom, traendo il massimo piacere dall’automatizzazione dei propri servizi domestici a discapito delle limitazioni tecnologiche di quei giorni. Così lampade, tritarifiuti, lavatrici. E frullatori-pterodattilo, asciugatrici-potami, zannuti estrattori di succo alimentati dal succo stesso. Parrebbe tuttavia a coloro che conoscono le limitazioni dei teropodi e saurischi, sauromorfi argentini, megalosauri ed ornitischi, che il livello di praticità raggiungibili da creature fondamentalmente non così diverse dagli odierni membri di una fattoria, fatta eccezione per la forma e dimensioni, sia per forza di cose limitato dalle circostanze. Laddove l’implementazione del possibilismo speculativo derivante dalla varietà di possibili universi quantistici, offre di suo conto numerose soluzioni molto più omnicomprensive e del tutto autosufficienti: vedi il caso del mondo dei Pokémon, creato dalla fervida immaginazione del game designer Satoshi Tajiri, come ideale rappresentazione di una perfetta convivenza tra uomini e animali. Animali che possono distruggere montagne con la forza inusitata dei propri cannoni. Avete capito di chi sto parlando? Ovviamente, si tratta di MegaBlastoise, la versione ulteriormente potenziata del già triplice campione delle tartarughine da acquario, il grazioso “cucciolo” blu cobalto che costituiva una delle scelte possibili all’introduzione straordinariamente popolare del suo franchise. Rigorosamente accompagnato da una ricca selezione di materiali, marketing e guide illustrate, viste le inerenti limitazioni cromatiche della console per la prima console di videogiochi portatile realmente di successo, il GameBoy.
Cambiano i tempi, dunque, mentre cambiano le forme di divertimento dedicate ai cosiddetti boys (i “ragazzi dagli 11 ai 99 anni”). E chiunque avesse l’innata inclinazione a deprecare ipotizzate decadenze della creatività causate da Internet e i tempi attuali, non dovrebbe far altro che prendere atto del successo spropositato e straordinariamente rapido della raccolta fondi nel 2013 per il prodotto noto come 3Doodler, iniziatore del concetto oggi ben noto di 3D Pen. Due milioni di dollari racimolati nel giro di una manciata di settimane, abbastanza da dare inizio a una nuova classe di approcci tecnologici al disegno, capaci di riscaldare un filamento di plastica fino al punto di renderlo malleabile, permettendo a chi ne ha donde di dar forma tangibile e scheletrizzata alla fondamentale essenza delle proprie idee. Eppure così come i primitivi non avevano utilizzi per le pietre carbonifere capaci di tracciare immagini sulle pareti delle lor dimore, finché un Leonardo o Raffaello di quell’epoca non mise piede nelle grotte di Lascaux, è possibile affermare che il successo duraturo delle penne tridimensionali non avrebbe avuto modo di concretizzarsi, senza l’opera spettacolarmente continuativa nel tempo di figure come l’artista coreano Sanago. Oggi alle prese con l’approccio alternativo a chi ha problemi di acqua che si forma e cola lungo i vetri dell’appartamento. La bizzarra unione di creature leggendarie, meccanismi e l’induzione artificiale dell’umidità…

Creare una scultura cinetica presenta sempre numerosi gradi di complessità, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta a quel particolare ambito. L’ingegno tuttavia è inerentemente trasferibile, dalla creazione di magnifici grovigli di plastica alla lavorazione dei più semplici metalli.

La logica è palese e molto pratica nella sua innegabile evidenza. Quando al rompersi del fido impianto usato in quella che potrebbe essere stata la sua cucina o sala da pranzo, l’eclettico creativo dal medium molto personale tira fuori tutti i pezzi ancora validi dall’apparecchio, esclamando all’indirizzo del destino: “Scelgo te, Blastoise!” Assolutamente… Magnifico. Un beneamato personaggio come questo, forse sarebbe più appropriato definirlo lo “strumento” dei personaggi, visto lo strano rapporto tra pseudo-cane ed iper-entusiastico padrone messo in mostra nella maggior parte delle rappresentazioni narrative pokémoniane, in cui la belva custodita nella palla viene indirizzata verso il grugno del nemico con l’esplicita istruzione di distruggere, o venire annientata. Un aspetto bellicoso, quest’ultimo, che necessariamente viene meno alla pratica ricostruzione in PLA/ABS o resina UV (chissà quale ha impiegato?) su cui l’esperto Sanago lavora per un tempo dichiarato di almeno una settimana, costruendo, colmando i minimi pertugi e quindi provvedendo a spianare con la massima attenzione fino al minimo dettaglio della minacciosa creatura. L’animale in parte carro armato i cui due opercoli tubolari in corrispondenza del guscio, piuttosto che assolvere alla funzione delle bocche da fuoco a cui assomigliano, espellono canonicamente gli altrettanti getti d’acqua non meno devastanti all’indirizzo degli appositi bersagli selezionati. Ed è proprio qui che emerge, nella nostra trattazione, l’idea più interessante del nostro maestro della plastica bruciata, consistente nel far fuoriuscire le fondamentali nuvolette di H2O nebulizzata proprio dalle suddette parti del corpo, ricreando nel funzionamento l’essenziale idea alla base del concetto stesso di Blastoise. “Un’opera diligente, se portata a termine, conduce sempre a un risultato ideale” spiega con il suo consueto eloquio calmo ed espressivo Sanago, che alcuni hanno paragonato su Internet al celebre pittore televisivo statunitense Bob Ross, al completamento del magnifico pupazzo fornito di sistema d’assemblaggio magnetico per gli arti superiori e la testa, perfettamente dipinta come tutto il resto nei colori che ben conosciamo. Prima di posizionarla su una base quadrata in legno riportante le statistiche ideali dell’animale (con un piccolo errore: al livello 9, doveva ancora essere uno Squirtle) ma soprattutto dove nascondere il meccanismo dell’umidificatore, mentre la tartaruga stessa agirà col ruolo niente meno che fondamentale di serbatoio. Funziona!

Brucia, brucia topo giallo! Purifica le moltitudini dei tuoi nemici. E quando essi saranno stati ridotti a un cumulo di ossa, manda la corrente anche all’interno di quest’ultime. Ecco perché la natura ti ha messo al mondo: proteggere e servire, in base alle istruzioni del tuo innato istinto di elettrica devastazione.

Come sempre, d’altronde: magnificamente attivo fin dal remoto 2013, l’anno stesso dell’introduzione delle penne tridimensionali ad opera dei due geniali imprenditori Maxwell Bogue e Peter Dilworth, Sanago ci ha nel tempo abituato alle straordinarie qualità delle sue creazioni, originariamente concentrate sul desiderio spontaneo di rimpiazzare la “parte mancante” negli oggetti o le opere murarie danneggiate dall’usura, prima di concentrarsi sulla fedele riproduzione di personaggi e creature facenti parte delle cultura contemporanea. Fino all’apertura qualche anno fa del locale/galleria d’arte Sanago Café a lui esplicitamente dedicato, visitabile nella natìa città Daejeon (대전) della Corea meridionale. Un luogo dove è possibile incontrare separati da un semplice vetro Sonic il porcospino, svariati Pokémon, il cane-procione asiatico che consegna un biglietto d’oro (uhm?) ed anche una versione pienamente tridimensionale della dichiarazione d’indipendenza coreana. Tutto realizzato, rigorosamente, a mano libera tracciando le fluttuanti forme della plastica recentemente riscaldata. I relativi e risultanti spazi, attentamente colmati e levigati, fino al punto di non sembrar essere stati fatti con lo strumento relativamente limitato della 3D pen. Di cui, tra l’altro, lo stesso Sanago vende un modello riportante il suo nome e logo felino su di un sito realizzato ad hoc, una proposta apparentemente molto compatta e maneggevole, fatta produrre assai probabilmente in qualche ditta specializzata del suo paese.
Perché d’altra parte, è difficile creare un qualcosa d’innovativo, senza poi cadere vittima delle molteplici ed inevitabili imitazioni. Quando si lavora nel campo pratico della tecnologia. Ma che dire, invece di chi crea qualcosa di assolutamente fenomenale tramite l’utilizzo delle sue stesse mani? Lo stesso Sanago diceva sogghignando, al termine del segmento dedicato alla creazione del cinetico Charmander dalle ali arancioni: “Anche voi dovreste farne uno. Come sarebbe a dire, non siete capaci? Vi ho appena fatto vedere la maniera.” Fare o non fare, non c’è provare. Creature luminose noi siamo, ricolme di microrganismi sensibili alla Forza. I seducenti midiclorian della Creatività.

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