La terribile strada inclinata dell’oblast’ di Penza

Installare una telecamera di sorveglianza è oggi un passo utile a tutelarsi, da possibili incidenti, ladrocìni o altre improprie invasioni del proprio legittimo spazio personale. Nella Russia delle truffe assicurative, notoriamente, dotarsi di un simile implemento viene considerato un passaggio responsabile da parte del cittadino, il che spesso ci ha regalato una finestra privilegiata sul comportamento stradale di questo paese, occasionalmente in bilico tra una spiccata creatività personale e un tracotante egocentrismo, per cui la precedenza appartiene a chi ha il coraggio di guadagnarsela, premendo a fondo il pedale dell’acceleratore (o in un celebre caso, il grilletto del fucile puntato in aria). Quello che Galina Nikishina, abitante di una delle strade diventate improvvisamente più famose ad est di San Pietroburgo e Mosca, è che non sempre occorre fare parte del grande flusso indistinto del traffico, per trovarsi al centro di una incredibile serie di imprevisti, culminante con l’apparizione sul Tg locale, direttamente dal cortile di casa propria, al centro di un vortice scenografica di pericolo e celebrità. Il disastro inizia da Ulitsa Bekeshkaya, la strada presso cui abita, un largo viale che percorre in direzione Nord-Sud la zona centrale di Penza, cittadina non particolarmente estesa (517,311 abitanti) ma importante dal punto di vista burocratico, vista la sua nomina di capitale dell’omonimo ‘oblast (provincia) della Russia Europea. Ma c’è una zona residenziale, tra alcune  casette disseminate lungo un pendio, dove il passaggio si stringe, ed a lato della strada compaiono un paio di cartelli a cui ben pochi si preoccupano di prestare attenzione. Ora, è importante notare che a queste latitudini, sostanzialmente non poi così diverse da quelle della città di Londra, non fa poi così terribilmente freddo per l’intero corso dell’anno. Ci sono anzi addirittura sette mesi l’anno, da aprile ad ottobre, in cui i giorni di precipitazioni tendono a superare di poco lo zero, con temperature massime raggiungibili tra i 20 e i 25 gradi. In soldoni, più di quanto faccia al momento da noi. Basti quindi sottolineare, in qualità di premessa, come l’automobilista medio di Penza non monti necessariamente le gomme da neve, né abbia l’eccezionale competenza per la guida in condizioni difficili che possiedono, ad esempio, gli abitanti della distante Siberia. Il che può causare qualche problema tra novembre e marzo, quando le temperature oscillano tra una media di -12 e -5, abbastanza affinché l’asfalto cittadino si ricopra di uno spesso manto nevoso e perché no, gelicidio. Il killer che non ti aspetti. Ed è allora, tra l’incredulità di Galina e dei suoi vicini, che inizia puntualmente il rodeo.
“Potremmo facilmente girarci un film” afferma la padrona di casa ai microfoni, con la giacca imbottita azzurra e il cappello dal grosso pom-pom peloso, il tono rassegnato ad uno stato imperfetto ed anche in una certa misura, divertito dalle casualità della vita. Un’unione di sentimenti che potremmo definire perfettamente in linea con cultura russa. Inizia, quindi, il montaggio: grosse auto familiari, grazie al peso e la potenza del loro motore, accelerano fiduciose lungo il pendio, per poi ritrovarsi a rallentare progressivamente. Ed è proprio l’autista allora, spaventato dalle circostanze, che tenta di aumentare la potenza, col solo risultato di far perdere presa alle ruote, che iniziano a girare a velocità vorticosa e del tutto inutile. Il malcapitato quindi si ferma, poi inizia a scivolare in senso opposto. A velocità progressivamente maggiore. In uno specifico caso, l’auto fuori controllo incontra un veicolo più piccolo che stava affrontando la piccola scalata in senso contrario. Il quale, per evitare l’impatto, non ha altra scelta che inchiodare e mettere a folle, lasciando che la gravità trasporti anche lui nella stessa direzione. I due mezzi, quindi, si trasformano in altrettanti proiettili dalla massa considerevole quanto potenzialmente nefasta. Nella storia dell’ormai mitica via Bekeshkaya, tutti gli esiti sono possibili. Qualche volta, i condannati delle avverse circostanze finiscono per impattare delicatamente contro un cumulo di neve. Se la velocità è eccessiva, possono cappottarsi. In altri casi, i loro paraurti trovano muretti o un veicolo parcheggiato. Nel singolo caso più drammatico, a quanto ci dicono restò colpita persino una donna, che ha purtroppo riportato danni invalidanti di tipologia non meglio definita. Di sicuro, qui, occorre uscire di casa prestando la massima attenzione. Il decesso occasionale dei cani e gatti del vicinato, nel frattempo, è considerato una casualità pienamente situata nelle regioni del possibile…

Qualcuno la chiamava la scala per il paradiso. Altri, un ascensore velocissimo per l’inferno. Per noi era Ulitsa Bekeshkaya l’unico luogo che potessimo definire “casa”.

Non è esattamente chiaro che cosa causi l’alta quantità di incidenti presso questa particolare strada cittadina, come ampiamente documentato sul canale rilevante di Galina Nikishina e gentilmente montato con colonna sonora dallo youtuber emergente hoboksv, forse un altro abitante di questo luogo illuminato dalla sfortuna. Questa non è, dopo tutto, l’unica strada con pendenza superiore al 10% della città di Penza. Una possibile spiegazione scientifica della faccenda potrebbe trovarsi nel concetto della cosiddetta collina magnetica o gravitazionale, un effetto ottico per cui la topografica circostante di un particolare paesaggio può arrivare a far sembrare che la parte più alta del sentiero si trovi nel punto opposto, o ancora, nasconda del tutto la sua esistenza. Considerate come, del resto, la visuale che ci viene offerta dalla telecamera di sorveglianza della nostra lievemente shockata divulgatrice sia posta a lato del tratto incriminato, e dunque non ci offra che un’idea intuitiva di quello che effettivamente, potrebbero aver visto gli autisti coinvolti negli svariati incidenti. Laddove uno sguardo a Google Street View, in effetti, lascia intuire come una simile pendenza possa in effetti essere sottovalutata, con buona pace della nostra carrozzeria e disgraziatamente, anche di qualunque ostacolo dovesse frapporsi tra l’automobile in fase di scivolamento e l’esaurirsi della sua inerzia gravitazionale.
Ma forse, un altro fattore di cui tenere conto è proprio che via Bekeshkaya non presenta una pendenza poi così tanto significativa. Come il famoso ponte ferroviario alto 11,8 piedi di Durham, in North Carolina, presso la cui struttura impattano, ogni anno, letterali dozzine di autocarri con carico più alto di quella cifra, qui tutto sembra normale, fino al momento in cui ha luogo l’inevitabile incidente. È un pericolo che corre, leggiadro, sui fili dei singoli minuti, esacerbato dalla posizione centrale di questa importante via di collegamento cittadina. Presso la parte settentrionale dell strada, in effetti, dopo il quartiere residenziale, è anche situato il principale ospedale pediatrico dell’oblast, mentre gli svettanti condomini a basso costo, rigorosamente di cinque piani, noti col termine idiomatico di Khrushchyovka (da Nikita Khrushchev, che li fece costruire come case popolari) osservano silenziosamente il moto dei veicoli che si dirigono verso la loro stessa condanna. In uno di essi, riporta un quotidiano locale, un buco misterioso campeggia nello scuro corridoio d’ingresso, da un periodo di almeno 12 anni. Dalla sua profonda vacuità, esalano vapori venefici, ed ogni notte i gatti superstiti vi accorrono per miagolare. Ancora una volta, le soluzioni appaiono  diafane in lontananza, nell’aria resa rarefatta da un oceano di problemi.

Convinta dalle molte lamentele degli abitanti, l’amministrazione locale invia talvolta uno spazzaneve a ripulire la Bekeshkaya. Peccato che quest’ultimo, privo di cingoli o catene, finisca per affrontare il problema ad una velocità non propriamente ideale per la sicurezza pubblica e civile.

Esiste questo stereotipo, secondo cui le infrastrutture della vastissima Russia siano state progressivamente abbandonati a partire dal crollo dell’Unione Sovietica, lasciando un paese costellato di strade accidentate e letterali rovine prossime al disgregamento. Ciò è vero soltanto in determinate zone rurali estremamente remote, come del resto avviene anche nei paesi considerati per così dire ideali, come gli egregi ed eccelsi Stati Uniti. È di certo più facile, per un’amministrazione nazionale, gestire un paese le cui dimensioni si misurano in migliaia, piuttosto che letterali milioni di Km quadrati. E uno stesso rappresentante della polizia di Penza, nell’intervista televisiva, vanta la grande opera di pulizia dalla neve e manutenzione stradale condotta dagli organi di manutenzione stradale cittadina.
Soltanto che non puoi affatto proteggerti, da ciò che semplicemente non appare come un pericolo sulle carte delle mappe ed a seguito di un immediato colpo d’occhio. Non è semplicemente nella natura dell’uomo; tutto ciò su cui puoi fare affidamento in determinati casi, è una profonda dedizione allo scopo. Assieme alla convinzione bastante ad insistere, per mesi o anni, sull’opinione assai vaga del senso comune.

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