Pedalando dalla Lettonia, l’evoluzione tecnologica di un mini-camper anfibio

Quando si considerano le caratteristiche della Batmobile, nero bolide in cui converge il gusto estetico e la funzionalità nel suo particolare ambiente d’impiego, ciò che ne definisce più di ogni altra cosa il ruolo è l’inerente versatilità. Armi, corazza, propulsori, di un veicolo che può a seconda del bisogno superare corsi d’acqua, spiccare grandi balzi, trasformarsi in un carro armato. Al punto che il suo utilizzatore viene in qualche modo caratterizzato, e al tempo stesso ridefinito, come autista in marcia verso un obiettivo chiaro: combattere il crimine impiegando al meglio la tecnologia più avanzata prodotta dalla Wayne Industries di Gotham City. Immaginate ora che il crociato incappucciato scelga di deporre temporaneamente il suo costume, essendo giunto anche per lui il momento (non ditelo!) di prendersi una breve vacanza. E che in questi tempi di contro-cultura minimalista, la sua preferenza per percorrere le strade senza fretta sia virata verso il senso e quella logica ecologista, integrata, spontanea di raggiungere un luogo di villeggiatura usando prevalentemente l’energia dei propri bat-muscoli straordinariamente allenati. Chiaramente egli non potrebbe certo rinunciare, in tal frangente, a quel livello di preparazione in ogni circostanza che più di ogni altro aspetto rappresenta il suo carattere di abile risolutore di problemi. E in uno dei possibili universi in cui i supereroi dei fumetti sono una pura e semplice realtà, sarebbe assai probabile il verificarsi di un incontro quanto meno informale tra lui e Aigars Lauzis, inventore, architetto di giardini, CEO presso la località lettone di Bilska Parish, avventuroso esploratore d’Asia ed Europa. Il cui progetto principale, nel corso degli ultimi tempi, si è confermato essere questo eclettico veicolo costruito con fibra di vetro, compensato, passione e componenti frutto della stampa 3D. Il cui nome, in qualità di potenziale primo successo della relativa startup Zeltini, è Z-Triton con chiaro riferimento alle ottime potenzialità anfibie. Come appare chiaro al primo sguardo, dato l’aspetto essenzialmente di una barca da cartone animato, con piccole finestre poligonali e due ruote retrattili più quella frontale, che può essere bloccata in posizione sollevata di circa 45 gradi. Poco prima di raggiungere il punto di raccordo tra l’acqua e la terra, ove a seguito di una breve riconversione, sarà possibile abbassare l’elica, aggiungere una coppia di galleggianti stabilizzatori ed avviarsi via, verso nuove (pescose?) località di svago. RV o Recreational Vehicle per definizione, volendo utilizzare il termine anglofono che include i camper, le roulotte et cetera, il singolare veicolo risulta quindi dotato non di uno bensì due motori elettrici da 250 Watt, finalizzati ad assistere la pedalata durante la marcia su strada e quindi farlo muovere attraverso i flutti, collegati a una batteria da 36 Volt capace di garantirgli un autonomia di 40 Km su terra e 10 in acqua, comunque più che sufficienti ad esplorare un lago o corso d’acqua dalla corrente non eccessivamente impetuosa. Perseguendo il ritmo di viaggio certamente non fulmineo, considerate le soste per ricaricare, che rientra a pieno titolo nella visione ideale di un processo di relax che tutti tra noi, persino chi combatte contro clown satanici e colleghi malfattori, dobbiamo qualche volta accontentarci di perseguire…

È una barca? È una bicicletta? No, si tratta del possibile mezzo di trasporto ad emissioni zero di un futuro gruppo d’appassionati in tutta Europa, pronti a sperimentare un approccio alla natura scevro di rapidità o eccessive aspettative prestazionali.

Dal punto di vista aziendale quindi, la compagnia Zeltini colpisce per il modo di porsi particolarmente spontaneo e quasi semplicistico, nonostante un progetto la cui realizzazione in grande stile, secondo la stessa ammissione del fondatore, potrebbe arrivare a richiedere la raccolta di oltre 200.000 dollari di risorse da investire nella produzione in serie. Uno stile chiaro dal suo sito Internet non particolarmente elaborato, all’interno del quale vengono individuati i soli tre membri stabili che includono Lauzis, l’addetta al marketing/commerciale Lija Lauze e il loro cane Kobe Lauze, un simpatico Jack Russel terrier che è anche la mascotte dell’azienda. Completa l’offerta comunicativa un breve ma interessante catalogo di “possibili” prodotti che includono, oltre allo Z-Triton e alla casa galleggiante chiamata Z-Nokomis da un termine di possibile derivazione irochese, l’improbabile “Tempio-toilette di compostaggio” Z-Bioloo con finestra panoramica, creato dall’autore per il suo impiego personale e inclusivo di fiori di lavanda sul tetto, la cui fragranza viene soffiata contro il volto dell’utilizzatore mediante l’impiego di uno speciale sistema di ventilazione integrato.
Ingegnosità che ritroviamo a pieno titolo applicata nel veicolo oggetto della nostra trattazione, fornito all’interno del suo cabinato nautico dei suoi soli 3,6 metri di lunghezza di utili funzionalità come sedili spostabili, caricabatterie per cellulari (o altri gadget tipici del viaggiatore) alimentati da pannelli solari, impianto di deumidificazione e ventilatore sul cruscotto dotato di volante a forma di “Z”, un tocco che potremmo chiaramente ricondurre al gusto estetico di Batman, Zorro e colleghi. Per quanto concerne invece la parte per la guida stradale, il sellino della bicicletta è fornito di sostegno per un pratico ombrello, espediente probabilmente previsto a seguito delle precedenti esperienze di viaggio ciclistico vissute da Lauzis e una coppia di sedili addizionali dalle dimensioni ridotte, perfetti per un terzo passeggero umano, preferibilmente un bambino e l’essenziale (piccolo) cane facente parte della compagnia. Il tutto in proporzione alle dimensioni veicolari perché, come chiaramente potrete immaginare, nel caso di ripide salite sarà sempre e comunque il conduttore delle infauste circostanze a dover aggiungere di suo lo sforzo fisico appropriato per condurre l’eclettica vettura fino alla destinazione finale. Completa la dotazione, comunque, un verricello elettrico da usare nei casi più estremi.
Per quanto concerne dunque l’effettivo piano di fattibilità del progetto, esposto in maniera insolita tramite la sola piattaforma web auto-gestita e non ancora presso uno dei soliti portali di crowd-funding dell’attuale mondo di Internet, Lauzis si è espresso in maniera esaustiva durante l’ultimo evento dell’acceleratore di startup ungherese Salto, parlando di una futura rete di distribuzione europea e noleggio temporaneo presso i campeggi interessati, al fine di costruire una vera e propria piattaforma di lifestyle attorno alla sua nuova metodologia di spostamento e trasporto individuale. Una visione ambiziosa che, sebbene probabilmente definibile come remota nell’immediato futuro, dimostra la capacità di pensare in grande e l’effettiva convinzione di aver creato un qualcosa d’interessante, che nessuno mai prima d’ora si era mai dimostrato capace d’immettere sul mercato dei mezzi di trasporto alternativi.

Il cane Kobe Lauze, ascoltando attento la spiegazione del suo padrone, si prepara al ruolo preposto di capo responsabile della sicurezza, in funzione del quale dovrà seguirlo nel corso dei prossimi eventi e fiere.

Il bello del mondo digitalizzato dunque è proprio la capacità di unire, tutti coloro che condividendo i presupposti di una possibile idea, possono farsene dei promotori futuri verso l’ottenimento di un risultato difficile da prevedere. Così un creativo in senso tradizionale crea un qualcosa che potrebbe affascinare il pubblico, dovendo poi cercare investitori capaci di promuoverne la visibilità su scala superiore. Mentre oggi, grazie agli strumenti disponibili, questa strada risulta percorribile all’inverso. Il che comporta, naturalmente, la capacità di accaparrarsi un certo grado di fiducia, anche da persone appartenenti a nazionalità e culture profondamente diverse dalla propria. Specie quando si sta cercando, come nel caso dello Z-Triton, di vendere un prodotto dal costo fnale comprensibilmente significativo e stimato, secondo il form di prenotazione sul sito ufficiale, attorno ai 7.000-9.000 euro in base al tipo di personalizzazioni ed optional richiesti. Non che ciò potrebbe dimostrarsi un problema, per il capitalista dalle risorse virtualmente illimitate che nasconde il suo volto dietro la maschera di pipistrello, poco prima d’intraprendere la sua ronda per difendere l’inconsapevole città addormentata.
Perché lasciare un luogo, talvolta, vuol dire amarlo e perseguire a tal proposito l’intento di allontanarsene per osservarlo con occhi diversi al momento in cui vi si farà ritorno, al concludersi della lunga ed eroica pedalata. Che si tratti di Bilska o di Gotham City, ciò che conta è il flusso umano delle idee. E l’innato senso di altruismo che dovrebbe portarci a migliorare, per quanto possibile, la vita e le vacanze dell’umana collettività, indivisa.

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