La minuscola salvezza di un McDonald’s pieno d’api

Costituisce da tempo un assunto plausibile, per quanto assolutamente non dimostrabile, che l’agitarsi di un’ala di farfalla possa aver causato l’estinzione dei dinosauri. Per un’ovvia concatenazione di cause ed effetti, che comincia con l’impercettibile brezza provocata da quel battito, a sua volta in grado di deviare il vento di qualche millimetro. Che per la legge dell’effetto dòmino, si moltiplica all’ennesima potenza, generando all’altro lato del pianeta un uragano. Senza il quale, assai probabilmente, la nube devastante sollevata dall’enorme meteorite avrebbe avuto modo di disperdersi, risparmiando la congrega dei scagliosi proprietari della Terra. È questa la legge delle cose piccole, che insistendo sullo stato delle circostanze possono causare un cambiamento in grado di durare nel tempo. Come l’infinitesimale parassita Varroa destructor, o acaro delle api, che per sua implicita natura non vorrebbe null’altro dalla sua vita, che insinuarsi dentro l’alveare, per succhiare via la dolce, dolce emolinfa che scorre dentro al corpo delle nostre beneamate produttrici di miele. Peccato che una tale predisposizione, soprattutto nel contesto largamente problematico dell’attuale ambiente contaminato dall’inquinamento, stia portando lentamente, e inesorabilmente, all’estinzione dell’insetto maggiormente amato delle nostre colazioni.
Eppure all’orizzonte, sotto l’epica luce riflessa di quel duplice arco d’oro, si profila una speranza: che sia il dinosauro stesso, per stavolta, a far muovere di nuovo le ali dell’insetto? Lucertola gigante come la catena principale di fast food americani, tanto spesso demonizzata per il contenuto non propriamente salutare del suo più tipico menù. McDonald’s il titano, “Grande abbastanza…” come recita la nuova campagna pubblicitaria per la Svezia creata dall’agenzia NORDDB, su richiesta della dirigente svedese Christina Richter “…Per fare la differenza.” Ecco un messaggio schietto e sincero, approccio raro in pubblicità, che non cerca di far passare una potente realtà multinazionale come una realtà legata direttamente ai bisogni e le esigenze della gente in strada, benché possa, in qualche modo, intervenire nell’arresto di un crudele quanto orribile destino: l’estinzione delle api. Orrore. Devastazione. Zero diffusione del vitale polline, quindi aumento della fame nel mondo. E cosa fare, in risposta ad una simile tremenda possibilità? Se non dare il proprio contributo, indubbiamente significativo, costruendo sopra il tetto dei propri infiniti ristoranti delle arnie pronte per accogliere altri ospiti davvero benvenuti. Proprio coloro che ronzando, possono contribuire alla ricostruzione dell’Universo. Ma per chi si è fatto strada dall’età di soli 18 anni, giungendo infine ad acquistare quello stesso ristorante, a Stattena, dove aveva avuto inizio la propria carriera negli anni ’80, tutto questo non poteva certamente bastare. Ecco dunque l’idea, resa possibile dal contributo dei pubblicitari, di creare in occasione del recente giorno internazionale delle api (20 maggio) un’arnia davvero speciale, costruita per assomigliare, in tutto e per tutto, all’edificio di cui avrebbe dovuto costituire l’artropode coronamento…

Figura che si staglia nel cielo plumbeo, l’eroe in tuta lavora per il bene di tutti noi. Candidamente vestito e per questo del tutto irriconoscibile, nessuno immagina la sua vera identità. Mentre verso le prime ore del vespro, risuona lontana la sghignazzante risata di un clown…

Il mini-McDonald’s, con all’interno un’arnia artificiale funzionante al 100%, si presenta come accurato in ogni benché minimo dettaglio. Il che non dovrebbe affatto sorprenderci, considerando chi si occupato di realizzarlo: nient’altro che Nicklas Nilsson, scenografo e costruttore di materiale di scena (props) della città di Stoccolma, che può vantare nel suo curriculum collaborazioni con figure del calibro di David Bowie e l’artista di fama internazionale Lykke Li. Così l’esperto produttore di modellini, una volta presa familiarità con l’effettiva forma di un’arnia a cassettoni, ne ha ricoperto integralmente le superfici esterne di pareti architettonicamente interessanti con pannelli in legno, ed ampie vetrate occupate da manifesti recanti il prezzo di vari panini. Non mancano a livello della “strada”, di per se sopraelevata dalle immancabili “palafitte” o piedi dell’arnia, un passaggio pedonale ed a fianco ad esso, le aperture dedicate al drive through (ritiro automobilistico del proprio pasto) che almeno personalmente avevo sempre ritenuto costituire un’usanza soltanto americana. Conclude l’insieme un tetto riprodotto nei minimi particolari, inclusi condizionatori e l’immancabile insegna con la M più famosa del mondo, benché manchi purtroppo un’ulteriore minuscola arnia per le api, perdendo l’occasione di ricreare il celebre effetto ricorsivo della pubblicità del cacao Droste del 1904, nella quale l’illustrazione di una suora teneva in mano il contenitore, con sopra una suora che teneva in mano il contenitore…
Si tratta di un’iniziativa che, tra l’altro, riesce a richiamarsi alla relativa giornata internazionale delle Api (indetta dalle Nazioni Unite) in maniera indirettamente colta. Questo poiché la scelta del giorno in questione, 20 maggio, è in realtà dovuta alla ricorrenza del compleanno dello sloveno Anton Janša (1734-1773) probabilmente il più importante apicultore che sia mai vissuto, inventore tra le altre cose dell’arnia artificiale con cassettoni rimovibili. Il quale, prima ancora di diventare il supervisore supremo di tutte le arnie dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, era solito decorare i suddetti recipienti con figure estremamente elaborate, per la predisposizione all’arte pittorica facente parte della propria eredità familiare. Creando una serie d’opere pienamente funzionanti che oggi mantengono un valore estremamente elevato, così come, nel suo piccolo, la favolosa arnia-ristorante di Nilsson, che a quanto riportano le fonti online è stata venduta all’asta la scorsa settimana per la cifra niente affatto indifferente di 100.000 SEK (circa 10.000 euro). Immediatamente reinvestiti da McDonald’s per promuovere le loro molte iniziative benefiche, tra cui quella svedese finalizzata a gestire un certo numero di case per le famiglie dei bambini ricoverati fuori sede.

Correre con una busta di plastica in mano potrà non sembrare l’ideale. Ma come illustra questo servizio televisivo della PBS, può dar luogo a notevoli presupposti di miglioramento sociale.

Ciò detto l’iniziativa tanto fortemente voluta dalla Richter, completa di una particolare attenzione al tipo di piante posizionate nel giardino dei suoi ristoranti in franchising per favorire la venuta delle sue ronzanti ospiti, non è stata l’unica di quest’anno promossa dal colosso delle patatine fritte e le bibite frizzanti in bicchieri di polistirolo. Trovando sul sito intitolato al suddetto slogan “Stora nog att göra skillnad” (Abbastanza grandi per – etc, etc.) la citazione contestuale con quella del suo collega manager Ivan Ström, che collaborando con lo sportivo e fondatore del movimento Plogga Erik Ahlström, ha organizzato nel corso degli ultimi mesi svariati eventi collettivi mirati a ripulire la città. Mediante l’approccio inventato proprio in Svezia del cosiddetto plogging, dall’unione tra la parola jogging e il termine in lingua svedese plocka upp ovvero “raccogliere”, per l’appunto e se non fosse ancora ovvio, la spazzatura.
Alieno e quanto mai imprevisto appare, dunque, il concetto che una grande azienda possa interessarsi al bene collettivo. E la sorpresa, si sa, risulta estremamente utile nel mondo della pubblicità! Il che ad ogni modo non esclude affatto che simili iniziative possano arrecare un cambiamento positivo nel mondo. Che pur partendo, tanto spesso, dal basso, può talvolta comportarsi in maniera del tutto speculare. Testa o croce, giallo e nero, estinzione, dolce rinascita primaverile. Alla fine, chi può prevederlo? Persino un enorme meteorite, per non parlare di spietati piccoli parassiti, potrebbero finire per cadere di taglio.

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