I mostri anamorfici di Nagai Hideyuki

Nagai Hideyuki 1

La vista è un senso facile da ingannare, che può nascondere tra luci ed ombre le più recondite verità. Annusare significa trovarsi vicino, udire suggerisce l’idea di presenza o comunicazione, gustare permette di assumere in se l’essenza delle cose… Toccare con mano, più di ogni altro gesto, è la prova di fatto che annienta ogni effimera illusione. Ma basta una superficie bidimensionale, valorizzata da linee e colori disposti nel modo giusto, per creare un mondo alternativo, completamente separato dalle realtà fisiche dell’ambiente in cui ci muoviamo. L’opera di questo artista non esprime la sua originalità unicamente nella scelta del soggetto. Perché Nagai Hideyuki disegna i mostri come se fosse uno di loro: creando occulti e mistici miraggi. La rassicurante barriera del foglio di carta, concettualmente insuperabile, nelle sue creazioni appare tuttavia estremamente debole e sottile, quasi insufficiente. Si tratta di illusioni anamorfiche (ne abbiamo già parlato) ovvero impossibilità grafiche che assumono la propria vera forma unicamente se osservate dal punto giusto. Solo che stavolta sembrano uscite da un romanzo del fantastico di H.P. Lovecraft. Intellettualmente pericolose e per questo, più di ogni altro aspetto, affascinanti.

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