Demolendo torri di raffreddamento in bullet time

The Slow Mo Guys

“Non avere paura. L’isola è piena di rumori, di suoni e dolci arie che danno gioia e non fanno male.” così si aprivano a fine luglio i giochi olimpici di questo 2012, citando un brano shakespeariano sul colonialismo e l’industrializzazione. Perché a seguire, tra i fuochi d’artificio e le fiamme scenografiche, sorgevano dal suolo dello stadio le alte ciminiere delle fabbriche, antico emblema di rinnovamento così strettamente legato alla storia e al paesaggio dell’intera Gran Bretagna. Elemento architettonico che, purtroppo o per fortuna, ogni giorno che passa diventerà sempre più insolito e superfluo. Con la progressiva crescita dei paesi emergenti, infatti, fautori di una nuova e più moderna Rivoluzione Industriale, fatta di transistor e servomeccanismi, il governo e le aziende inglesi hanno intrapreso da circa un anno il mega-progetto finalizzato alla demolizione di tutte le vecchie e ormai inutili centrali elettriche a petrolio e carbone, disattivate da tempo, annientando con esse ogni singolo esemplare della loro struttura più caratteristica e riconoscibile: la torre di raffreddamento iperboloide (quella della centrale atomica di Springfield, per intenderci).  Di certo le dolci arie della nuova Inghilterra, dotata di un più sincero e profondo senso di attenzione per la natura, danno gioia e non fanno male. Tranne che alle arcaiche ciminiere, vittime inconsapevoli del cambiamento.

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