Il dinosauro di carta stampata che ringhia sull’iPad

Ken_Ottmann

Gli origami migliori sembrano colti in un momento di distrazione, pronti ad animarsi e compiere un gesto fluido e naturale. Talvolta accennano persino le movenze di un vero animale o velivolo a motore: la gru giapponese muove le ali, la rana può azzardare un salto o due, l’aeroplano ben costruito plana lieve per qualche metro o anche di più. Ma fino a qualche tempo fa non avremmo immaginato di vedere un cartaceo Tirannosaurus Rex intento a correre saltellando intorno e sopra ad un moderno tablet, ruggente e malinconico, arrabbiato forse per la sua passata estinzione…E quella che verrà. Perché il più famoso mostro del Cretaceo, in questo caso, è fatto di fogli di giornale, simbolo in cellulosa di un metodo divulgativo destinato forse, un giorno non troppo lontano, allo stesso destino delle grandi lucertole preistoriche. Questa animazione digitale è opera del grafico tedesco Ken Ottmann, che l’ha realizzata con lo scopo dichiarato di applicare le sue doti nei campi grafici del rigging, del motion blur e della profondità di campo. Ma la lunga parola tedesca che compare, quasi casualmente, sullo schermo dell’iPad rivela in effetti il significato metaforico della sua curiosa opera digitale.

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Nella notte di MutantLand, anche i mostri devono mangiare

MutantLand

E’ bello perché sembra un videogioco. Questo è il tipico commento rivolto al più recente cortometraggio horror di Phil Tippett, membro fondatore della prima Industrial Light & Magic, mago degli effetti speciali famoso fin dalle sue realizzazioni risalenti all’epoca dello stop-motion, impiegate in film storici come Guerre Stellari: Il Ritorno dello Jedi Robocop, nonché uno dei primi nel suo settore a mettersi al passo con le nuove tecnologie digitali, realizzando i più famosi dinosauri della storia del cinema.
Questo suo nuovo MutantLand ci mostra cosa succederebbe in un futuro distopico in cui venisse a mancare il cibo per gli esseri viventi di un pianeta Terra cupo e ostile, popolato di creature da incubo e strani animali, pronti a combattersi spietatamente al primo calare delle tenebre notturne. Il corto è stato premiato come migliore della sua categoria presso il British Horror Film Festival e nel Night of Horror Film Festival in Australia. A mio parere, in questo breve e coinvolgente capolavoro c’è un un punto in particolare degno di merito: la sua originalità di genere.

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Le peripezie russe dell’orsacchiotto Winnie Pooh

Winnie_Pooh

Cosa penserebbe il londinese Alan Alexander Milne, autore letterario per ragazzi diventato famoso negli anni ’20, potendo vedere le versioni moderne dei suoi amati personaggi di peluche? Come tutti gli eroi particolarmente cari all’immaginario collettivo, Winnie Puh (questo fu il suo primo nome) ha attraversato numerose fasi evolutive e le più varie reinterpretazioni. Creato per essere il protagonista ingenuo di favole raccontate al figlio dell’autore, questo gentile ma affamato abitante di Ashdown Forest si è di volta in volta incamminato dalla sua Vecchia Quercia verso i paesi e le destinazioni più disparate. E benchè la sua versione di maggior successo, per ovvie ragioni, possa dirsi oggi quella dei cartoon Disney, c’è stato un luogo e un’epoca in cui visse al di fuori di ogni logica commerciale o politically correct, ritrovando la semplicità fiabesca e il gusto eccentrico da cui forse aveva avuto origine. Stiamo parlando della Russia sovietica e dello storica trilogia Winnie-the-Pooh di Fyodor Khitruk, opera prima dallo stile conciso e minimalista, in cui gli animali protagonisti della storia guadagnano tratti caratteriali nuovi e strane filosofie di vita.

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Brahmā in b&w e la frullatura dell’Oceano Latteo

La mitologia delle antiche religioni è un campo di studi impegnativo ma che presenta molte vie di accesso. Lo strumento classico della ricerca accademica può servire a meglio contestualizzare culture e civiltà lontane; la sperimentazione diretta degli antichi testi fornire interpretazioni e chiavi di lettura personali…Talvolta però, senza passare per vie tradizionali, basta guardare un buffo cartoon e lasciar fare il resto alla giusta dose di curiosità intellettuale. In questo divertente video degli 1A4 Studios, che ricorda un pò lo stile di Keith Haring, viene raccontato il mito induista del Rimescolamento dell’Oceano Latteo, uno degli episodi più famosi degli antichi Purana.

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