Lo Scarabeo Tartaruga d’oro, re degli insetti

Golden beetle 3
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Nell’Epoca Antica, lo scarabeo dominava il mondo. Protettore del sommo faraone, accompagnava la sua anima nell’aldilà. Come talismano, in terracotta smaltata o metalli e pietre preziose, allontanava la sventura. Il sole sorgeva ogni giorno grazie alla più sacra esponente della sua specie: la dea del mattino, Khepri, usava infatti le sue zampe d’insetto per far rotolare il disco di Ra fuori dall’oltretomba, come succede, in senso certamente più prosaico, con la sfera di sterco e uova eternamente trasportata in giro dai suoi cugini terrestri, i coleotteri scarabaeus sacer. Tali creature, grazie alla loro ricca storia iconografica, rientrano ancora tra le tipologie più famose e celebrate fra tutti gli insetti. E questo nonostante lo scarabeo più bello del mondo, strano a dirsi, sia anche estremamente poco conosciuto.

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Taichi Saotome, samurai che taglia le ombre

Taichi Saotome

Osservando il Giappone da Occidente, come isola culturale oltre cui nasce il sole, non riusciamo a vedere altro che i suoi aspetti più estremi e privi di compromessi. Le cime dei grattacieli e dei conglomerati appartenenti alle zaibatsu, templi del razionalismo in giacca e cravatta, svettanti sul mare di follie del mondo manga e televisivo, fantasiose vie di fuga dal grigiore della vita quotidiana. Accecati dal bagliore del mondo mediatico, filtro comunicativo della nostra epoca, scorgiamo solamente a fatica le commistioni concettuali più particolari e significative di quel paese, così diverso da ogni altro, che tanto ci affascina e coinvolge grazie alla sua forte originalità.  Ma scavalcare il mare che lo divide da noi, avvicinarsi e guardare oltre le apparenze, soprattutto qui, permette di apprezzare un profondo e unico senso della storia: dietro ogni lavoratore in carriera troviamo un samurai, sotto ogni grande albero si nasconde un kami shintoista… E per le strade, dentro i fiumi, in cima alle montagne, talvolta abitano ancora le spettrali apparizioni e i mostri delle credenze popolari.
Quando Taichi Saotome, giovane e famoso attore del genere teatrale taishū engeki (evoluzione alternativa del più internazionale kabuki) è salito sui palchi tokyoiti all’inizio del passato anno del coniglio, per questa vulcanica performance a base di spade ed ombre, probabilmente qualcuno, tra il suo pubblico avrà intravisto questa verità.

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Cartoni di metallo: forgiando la spada di Adventure Time

Man At Arms

Dietro ogni eroe c’è molto spesso un grande fabbro, ingiustamente dimenticato dai menestrelli e dalla storia. Praticare la forgiatura del metallo è un’arte antica e sofisticata, che richiede sapienza tecnica e una significativa esperienza. Eppure, le più grandi spade dell’epica leggendaria sono strumenti magici senza un chiaro artefice, comparsi misteriosamente dalle profondità di un lago o ricevuti in dono per l’intercessione di un’entità sovrannaturale. Perché, viene da chiedersi, il sapere artigianale non colpisce la nostra fantasia? Forse ci manca un’antonomasia di categoria, un costruttore di armamenti che possa considerarsi degno di Beowulf, Re Artù, Sigurd, l’Orlando furioso ed Elric di Melniboné. Sarà anche ora di cominciare a cercarlo. Fortunatamente, la TV americana d’intrattenimento riesce a rendere spettacolare qualsiasi mestiere: abbiamo avuto programmi di successo relativi all’abbellimento delle automobili, sulla gestione di un banco dei pegni e di un allevamento di coccodrilli… Da oggi, grazie al produttore per il Web Break Media, potremo anche seguire un vero fabbro mentre lavora nella sua officina. Questo è Tony Swatton, l’esperto proprietario di Sword & Stone, mentre s’impegna a dare forma fisica ad una delle spade più famose del mondo moderno: l’arma di Finn, il guerriero bambino del surreale mondo di Ooo, buffo protagonista a cartoni animati di battaglie incredibili, sterminate fan-fiction e innumerevoli cosplay.

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Il suono conturbante del flauto azteco della morte

Xavier Quijas Yxayotl

Se voi foste sperduti nello scenario di una giungla tropicale ostile, appesantiti e accaldati dall’inutile armatura e un grosso fucile a miccia, trovereste conforto nel canto familiare e innocuo degli uccelli. Imponendo lavori forzati ingiusti, rispedendo oltre oceano le ricchezze sottratte con la forza ai popoli del Nuovo Mondo, forse vi ritrovereste abituati a pensare che si, c’è anche del buono in ciò che fate: la liberazione degli indigeni dal potere altrui di vita o di morte, impugnato con villanìa dalla temuta casta sacerdotale azteca, vostra nemica. Il salvataggio di anime immortali, destinate al paradiso unicamente grazie al vostro intervento… Nel corso di una dura giornata di marcia, sudati e stanchi, l’elmo lucente delle armerie di Toledo abbandonato a chilometri di distanza, udendo il verso degli uccelli ripensereste forse a casa vostra, nella distante Europa. E in quel momento di tranquillità, d’improvviso, calerebbe il silenzio. Un potenziale segno di pericolo, magari dell’avvicinarsi di qualcuno. O qualcosa. Poi, il battere distante di tamburi, selvaggi. Colti dal panico, o piuttosto concentrati nella fredda efficienza data dall’addestramento, portereste la mano in prossimità della borsa di polvere da sparo, affrettandovi a caricare il micidiale pallino levigato in piombo. Finché nel buio oltre il fitto sottobosco, i rappresentanti più pericolosi della società dei guerrieri giaguaro, gli ocelomeh, messa per un attimo da parte la cerbottana avvelenata, userebbero a quel punto il più terribile degli strumenti psicologici: il suono. Dando fiato al teschio di argilla, per spalancare su di voi una porta dell’Inferno…

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