Civitatem turturis: quando l’uomo abita tartarughe

Le masse terrestri sono mobili. Viviamo in effetti sopra un sottile strato di terra, spaccato in più punti, che galleggia placido su mari di magma incandescente. Ogni qualvolta si verifichi una fluttuazione del delicato equilibrio geodinamico ne scaturisce una catastrofe…Uno spostamento anche impercettibile delle placche continentali si traduce in terribili terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami. Ma esiste un luogo fantastico che si sposta continuamente, portando con se foreste, animali e talvolta persino intere città. Si racconta di come il santo pellegrino Brendano di Clonfert incontrò nell’Alto Medioevo un’isola misteriosa, chiamata Jasconius. Dopo lo sbarco in questa terra disabitata, lui e il suo equipaggio celebrarono in pace la Pasqua. Sul finire del giorno tuttavia, una volta acceso il fuoco per la notte, si palesò d’un tratto l’orribile verità: il terreno sotto i loro piedi così improvvisamente movimentato era in realtà il dorso di un mostro marino colossale, lo Zaratan, talmente grande da sfidare l’immaginazione. Il pesce-tartaruga, anche detto isola vivente, è un antico animale mitologico che da allora è comparso più e più volte nella cultura umana, attraverso leggende, romanzi, cinema e fumetti.

Di questa creatura parla lo zoologo arabo Al-Jāḥiẓ e il pesce-tartaruga che sembra isola compare nuovamente nei racconti di Sinbad il marinaio, fin dalla sua più antica incarnazione come leggenda persiana. Esistono tartarughe giganti anche in Estremo Oriente: ad esempio si dice che l’isola di Kusu, vicino Singapore, fosse originariamente una creatura vivente, trasformata magicamente per salvare due marinai naufragati, un cinese e un malay. In tempi più recenti, Tolkien cita brevemente ne Le Avventure di Tom Bombadil una certa Fastilocalon, tartaruga gigante ricordata delle leggende hobbit e ripresa direttamente dal bestiario anglo-sassone. Ma la più famosa esponente moderna di questa specie antica si ispira alla mitologia indiana, che molto più ambiziosamente ne aveva fatto sostegno del mondo intero. La Grande A’Tuin è una tartaruga cosmica della specie Chelys galactica, che nuota nello spazio infinito alla ricerca di…qualcosa. Sul suo dorso sono posti quattro elefanti, orientati verso le rispettive direzioni cardinali, i quali supportano a loro volta un mondo piatto e sottile, il folle ed affascinante Mondo Disco. E’ noto che Sir Terry Pratchett, grande autore del fantastico contemporaneo e geniale umorista inglese, si sia ispirato per la cosmologia della sua serie di romanzi Discworld al mito di Kurma, la divinità indiana che prese forma di tartaruga per sostenere il mondo, abbinandogli il ricco pantheon di animali giganti ad essa collegati nell’epica orientale, come serpenti (Nagaraja) e elefanti (Amarakosha). Un’esponente dalle dimensioni molto minori, ma altrettanto significativo per l’immaginario popolare collettivo è l’anziana Morla, grande tartaruga parlante sul cui dorso crescono piante ed alberi nel romanzo La Storia Infinita, portato su schermo in un famoso film del 1984Abitante solitaria della Palude della Tristezza, questa creatura saggia ma apatica e sonnolenta potrebbe rappresentare il disinteresse delle vecchie generazioni verso i drammi della società moderna. Nella trilogia di romanzi steampunk Bas-Lag (China Mièville) compaiono le chelona, gigantesche città itineranti costruite sulle testuggini del deserto perennemente in fuga dalle autorità dispotiche di grandi nazioni imperialiste. Nel colorato e surreale cartoon Adventure Time, invece, una tartaruga morta nel deserto diviene scheletrica base per un’intera città di ladri.

L’estetica affascinante di queste creature le rende un setting particolarmente gradito al mondo dei videogames: tartarughe giganti appaiono come elementi di sfondo nel beat’em’up classico Golden Axe, mentre in Zelda Majora’s Mask l’eroe viene accompagnato in una missione da un amichevole membro di questa specie animale. L’intera quarta espansione di World of Warcraft, intitolata Mists of Pandaria, si svolge sulla grande isola vagante di Shen-zin Su, abitata da elusivi ma civilizzati panda antropomorfi.

In tempi recenti la tartaruga/isola sta scomparendo, sostituita da utopie strutturali meno legate al nostro passato.  Un esempio molto significativo potrebbe trovarsi nel manga giapponese Fairy Tail, in cui l’ancestrale città semovente Nirvana nel momento della verità non schiera quattro ma sei zampe, risultando quindi più simile ad un insetto o ragno meccanico che ai suoi insigni predecessori mitologici. Di questi tempi persino l’isola volante del surrealismo pittorico, base utopica di preferenza per innumerevoli civiltà di fantasia, viene ormai giustificata con tecnologie futuribili come generatori di gravità o motori atomici inesauribili. Ma per quanto ne sappiamo nelle profondità marine o nello spazio cosmico un’enorme targaruga Aspidochelone aspetta solo di essere scoperta, per portarci in luoghi lontani…

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