Che succede se si schiaccia con la pressa un chilo d’oro

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Straordinariamente lucido, il lingotto giace sopra al tavolo di lavorazione. Un oggetto di un certo peso, sia fisico che immateriale, e proprio per questo contrassegnato dalla scritta che certifica l’azienda fonditrice, ovvero la rinomata Baird & Co. di Londra. Pensate che se tutto l’oro presente nel mondo fosse radunato in un solo luogo, dandogli la forma di un cubo, tale forma geometrica presenterebbe uno spigolo di soli 20 metri! Questa è l’effettiva rarità del più nobile, duttile e chimicamente invariabile dei metalli. Con molte difficoltà, fin dalle origini del tempo, sarebbe stato possibile individuare una metrica della ricchezza di un governo, una società o persino un singolo individuo. Proprio per questo fa tanto maggiormente impressione questa scena di un folle, per naturale propensione o convenienza, che s’industria con enfasi nel tentativo di distruggere l’oggetto in questione.
“Non si può fare una frittata senza rompere qualche uovo” è un modo di dire apparentemente generico, che in realtà si riferisce ad un particolare aspetto del destino: che le cose belle, tanto spesso, scaturiscano da una necessità universale di sacrificio. Come avveniva per il cercatore nell’epoca del Far West, fida sei colpi al cinturone, che rinunciando a una famiglia, a un pasto caldo ed a tutte le altre pratiche comodità del vivere civile si avviava, gran setaccio sulla sella del fido destriero, fino ai recessi più remoti del Klondike. Sperando di trovare una pepita, LA pepita, che gli avrebbe finalmente permesso di sedersi al tavolo da poker della vita. Per giocarsi tutto, e…E… Adesso facciamo un rapido balzo in avanti. Non è forse vero che Internet, negli occhi dei moderni, è un po’ una sorta di frontiera? E che tutto sia lecito, se necessario, al fine di crearsi un nome, sufficientemente popolare, che consenta a innumerevoli persone di c-cliccare sulle utili pubblicità. Forse proprio per questo, uno degli argomenti più popolari su YouTube è la distruzione sistematica ed organizzata di un qualcosa affinché il grande pubblico, vagando senza meta alla ricerca d’intrattenimento, finisca per premiare proprio coloro che sembrano averne più bisogno. Ma così come il cacciatore di ricchezze nelle terre degli Indiani avrebbe avuto la necessità di stare attento alle sue spalle, nel timore che qualcuno venisse a rubargli il territorio, così tutti coloro che hanno una valida idea sul web, nel giro di poche settimane, devono temere l’immediata imitazione. Ed è così che è successo, a partire dal boom di popolarità di un singolo canale all’inizio del marzo scorso, che online si è palesata l’infinita moltitudine di specialisti del particolare meccanismo qui mostrato: la pressa idraulica, un attrezzo per esercitare enormi gradi di pressioni. Quintali e tonnellate, e tonnellate, concentrate in un singolo cerchio con pochi centimetri di diametro, al fine di trasformare un qualcosa di tridimensionale in una sfoglia piatta, finalizzata ad un impiego ben specifico e altrettanto spesso, difficile da immaginare. Molti sono i compiti metallurgici in cui un simile apparato può trovare applicazione: forgiatura, saldatura, stampaggio, modellazione dei metalli… Ed altrettanti, gli illogici bersagli su cui si sono accaniti gli esperti utilizzatori nel corso di questi lunghi mesi: palle da golf, cuscinetti a sfera, bambole, alimenti, televisori… In una sorta di gara reciproca per primeggiare, nella definizione di “chi” alla fine, fosse disposto a fare la frittata più orribilmente gustosa. Uno scettro che da oggi, in forza di un’assoluta considerazione oggettiva, è stato impugnato dal ragazzo inglese che conduce Crushit, un segmento a cadenza grossomodo quindicinale che si ispira in via diretta all’originale Hydraulic Press Channel della Finlandia, potendo qualche volta vantare un’ottima creatività e fantasia nella scelta di materiali. Ma 40.000 dollari in un solo blocco di metallo a 24 carati, davvero…

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Il primo originale Hydraulic Press Channel è stato un’idea dell’imprenditore metalmeccanico finlandese Lauri Vuohensilta e sua moglie Anni, diventati estremamente celebri all’improvviso dopo vari tentativi, grazie alla pubblicazione su Reddit del video in cui la pressa veniva usata per (cercare di) piegare un foglio di carta per l’impossibile settima volta, un noto paradosso di logica e geometria.

Sembra una cosa totalmente folle, ma in effetti non lo è. Non proprio: una caratteristica dell’oro è infatti la malleabilità quasi priva di limiti, che gli permette di mantenersi integro anche a seguito dei più improbabili sconvolgimenti della sua forma complessiva. Sotto la spietata pressione della pressa idraulica di Crushit, ammontante assai probabilmente a qualche centinaio di tonnellate, il lingotto britannico sembra dunque resistere soltanto per una frazione di secondo, prima di iniziare a piegarsi come fosse plastilina. Gli spigoli si crepano e la superficie perfettamente levigata inizia a fessurarsi, mentre il marchio del produttore sparisce venendo sostituito dalle indentature sulla parte inferiore del cilindro di pressatura. L’altezza dell’oggetto viene dimezzata, quindi diminuisce di un ulteriore percentuale, prima che l’operatore, convinto di aver fatto abbastanza, alza la leva e ferma l’opera di annientamento. Ciò è molto probabilmente, del tutto arbitrario. Se la pressa fosse stata portata ancora più giù, in effetti, la solidità strutturale dell’oro non avrebbe potuto fare molto per fermarla, e si sarebbe arrivati all’estremo del rinomato foglio d’oro, un’effettiva sfoglia di materiale che viene realmente utilizzata in alcuni campi dell’artigianato e della decorazione. Ma che notoriamente, risulta difficile da immagazzinare senza finire per perdere grammi preziosi, un qualcosa che ovviamente, potrete facilmente immaginarlo, non sarebbe rientrato nei migliori interessi di Mr. Crushit. Anche perché, ci viene fatto capire molto bene, l’intera iniziativa è in realtà una sorta di pubblicità collaborativa, in cui la Baird & Co. si è premurata di fornire (molto probabilmente di persona) il preziosissimo lingotto con l’apposita finalità di distruggerlo in video, con il logo e sito della compagnia mostrati bene in evidenza. E sopratutto ben sapendo che ad operazione conclusa, a seguito della restituzione della pepita ormai informe, tutto quello che avrebbero dovuto fare sarebbe stata fonderla, quindi ridargli la stessa forma ed emettere nuovamente la loro certificazione. Una perdita insomma di poche ore di lavoro, laddove un privato sarebbe andato incontro a un’immediata svalutazione di anche il 5-10%, corrispondente alla garanzia di purezza offerta da una compagnia di fama. Il che, d’altra parte, non sarebbe stato neppure il gesto più folle ad essere stato compiuto con la pressa online…

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Quando si distrugge qualcosa di alto valore online, sarà meglio disporre di tutti i certificati del caso. La GCAL è una famosa compagnia di gradazione dei diamanti, che aveva stimato la gemma attorno ai 4.000 dollari, grosso modo corrispondenti all’incasso ottenibile con 4 milioni di visualizzazioni su YouTube. Il video, attualmente, ne ha 10.

Il 14 maggio del 2016 Lauri Vuohensilta decise di pressare niente meno che un vero diamante, fornito con finalità di marketing dal portale di gioielleria Brilliant Earth. Con conseguenze, in quel caso, decisamente più deleterie, visto come la pietra più dura usata nell’industria e nella produzione di gioielli, che si genera in natura dal carbonio rimasto intrappolato nei giacimenti vulcanici di kimberlite, sia in realtà tutt’altro che malleabile, e raggiunta la pressione del suo punto di rottura, non possa fare altro in realtà che frantumarsi clamorosamente. Il che, in questo caso, è decisamente grave: poiché il diamante, a differenza dell’oro, possiede un valore intrinseco che viene determinato completamente dall’opera dell’uomo, inclusiva del taglio e della lavorazione, cosicché non succederà mai, che dozzine di frammenti più piccoli possano eguagliare il valore della gemma di partenza. In quel caso, dunque, stavamo probabilmente assistendo alla più costosa operazione con la pressa idraulica online. E ciò indipendentemente da quanto sia pronto a giurare il titolare del canale Crushit.
Ma forse i veri vincitori, in questa gara a chi la spara metaforicamente più grossa, o per meglio dire riesce a farla materialmente più piatta, sono i produttori delle presse idrauliche. Questi strumenti eccezionali basati sul princìpio di Pascal, secondo cui la pressione in un sistema chiuso è una costante, che consente di regolare la corsa di un pistone tramite il riempimento di un altro più piccolo, ovvero quello che si trova in corrispondenza della leva di azionamento. Un’invenzione, in origine, del meccanico inglese Joseph Bramah, che l’aveva concepita nel 1795 a partire dal suo altro grande dono all’umanità: lo sciacquone del W.C. Nella sua versione, tuttavia, l’attrezzo funzionava ad acqua, e non poteva certo raggiungere l’estrema potenza dei sistemi idraulici dei nostri giorni. Né del resto a lui sarebbe mai venuto in mente che la gente un giorno avrebbe pagato, ovvero permesso di guadagnare tramite la pubblicità, al fine di giudicare, giorno dopo giorno, le effettive potenzialità distruttive di questo semplice ma utilissimo dispositivo.
Ora, se soltanto YouTube la smettesse di mandare i suoi premi “Pulsante d’Oro” a questi eclettici signori, che tanto non appena li ricevono, non fanno altro che distruggerli sulla pubblica piazza per qualche milione di views… Voglio dire, anche un diploma andava bene! Almeno quelli, qualche volta, finiscono sulla parete.

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