Galvanizzata dal suono dell’Electro swing

Josy Carver

Josy Carver è la ragazza 21enne di Melbourne che, come altri giovani artisti, ha deciso di mostrare le sue doti al pubblico di Internet. Del resto, basta guardarsi intorno, online c’è spazio per ogni tipo di attività creativa. Chi disegna, chi scatta fotografie…Qualcuno assembla e dipinge modellini, altri esibiscono le proprie sculture in materiali di recupero. Lei, più diretta e incisiva di molti, si limita a ballare, così, dove capita. Un rapido sguardo al suo canale di YouTube, con oltre 7.000 iscritti e decine di video, basta per fare l’esperienza completa delle sue molte performance, messe in atto in ogni tipo di località, a seconda del luogo in cui gli è parso, di volta in volta, d’aver percepito l’energia dinamica dello swing; la ritroviamo dunque a scatenarsi in casa, per le strade, in spiaggia, persino nel bel mezzo di un cimitero a New Orleans. E fra tutti i suoi video il più interessante, per una serie di fattori, potrebbe dirsi questo, in cui si cimenta sulle note dell’austriaco Parov Stelar, musicista di primo piano nel campo dell’Electro Swing. Tale corrente innovativa e allo stesso tempo nostalgica, nata da un fascino riscoperto per le sonorità anni ’20, costituisce il ponte ideale fra il jazz prebellico, Fred Astaire e l’elettronica dei DJ informatici armati di sintetizzatore, attraverso cui le invenzioni melodiche più rilevanti sono diventate, ormai, una questione di bytes e onde sonore digitalizzate. Difficile esprimere tutto ciò attraverso un singolo shufflin, così essenziale e minimalista. Ma qui ci siamo andati, per certi versi, davvero molto vicini.

Se Josy fosse un robot, come quello del famoso video dei parigini Caravan Palace, cui va parte del merito di aver diffuso queste sonorità sul web, dovrebbe essere alimentata a fusione. Perché lei è instancabile. Ma c’è dell’altro: la buffa tenuta con tutù rosa, un lieve accenno ai canoni estetici del burlesque o alla moda giapponese del gothloli. La strana, discutibile decisione di esibirsi in controluce, saturando l’obiettivo della videocamera, al punto da non riuscire quasi a distinguere i suoi lineamenti. La giustapposizione tra gli scarni arredi della stanza e il caricabatterie a parete, unica nota visuale che richiami direttamente alla modernità. Nei commenti di YouTube, molti fanno anche notare l’assenza del rigido sostegno di un reggiseno sportivo e forse si, anche quello potrebbe aver fatto la sua parte. Ampliare il proprio target è sempre un fondamento del successo.
C’è una tendenza nuova, che si ritrova nell’arte, nella letteratura e nella musica, a guardare indietro ma con senso propositivo. La tecnologia, e con essa la maturità di certe forme espressive, ci permettono di riprodurre ogni aspetto del passato, sia per quanto concerne le metodologie usate che per l’atmosfera stessa. Eppure questo non ci basta: dobbiamo renderle attuali. Ciò che è stato non potrà mai ripetersi perfettamente, uguale al 100%. Va ricostruito con passione, virtualizzato. Come fatto dagli artisti di questo sotto-genere musicale, con il suo particolare sound retrò.

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