Il gatto, il frutto, l’Universo: buddhità

Zen Cats

La disciplina meditativa dello Zen, come certe altre grandi filosofie dell’uomo, scaturisce dall’oscurità di una caverna. Quella in cui il saggio monaco Bodhidharma si ritirò a meditare per nove lunghi anni, osservando per tutto il tempo una scarna e umida parete, senza mai voltarsi o proferir parola. Se solo avesse avuto con se un gatto! Avrebbe finito molto prima. Certi animali hanno la dote innata d’interpretare a piacimento i misteri dell’universo… Come il significato più profondo di un cocomero o una mela. Purché non se li mangino prima. Gli esseri quadrupedi ripresi in queste suggestive inquadrature, immobili come statue di pregiate tombe egizie, osservano la frutta con l’impiego di un diverso tipo di saggezza. Sembrano aver trovato, in tale squisita rotondità botanica, le precise orbite dei pianeti. Misurano attentamente, dal profumo delle intonse bucce, il respiro dell’infinito. Perché Zen significa restare distratti, assorti. Non semplicemente concentrati. Se l’uomo pensa intensamente a qualche cosa, finisce per ritornare ai suoi bisogni, al senso ultimo della sua vita. Chi siamo? Dove andiamo? Il gatto non è così, lui sa tutto del momento corrente e non si pone interrogativi sul futuro. Da dove viene, non gli importa. Se l’è dimenticato. Guarda il delizioso mandarino, pensa e produce uno spontaneo senso d’illuminazione. Praticamente, un lampadario.

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Il gesto gentile del cagnolino disegnato

Omelette

Potrebbe dirsi la cosa più graziosa dell’anno, anzi perché no, di sempre. Questo brillante corto, disegnato attraverso l’uso di pochi e armoniosi colori, animato con uno stile semplice eppure estremamente personale, racconta la storia tenera di un cagnolino tondeggiante, probabilmente un bulldog francese, che aiuta il suo stanco padrone a prepararsi un’omelette. Si tratta della nuova creazione di , studentessa del California Institute of Arts. La forza espressiva della scena, commovente nella sua spontaneità, nasce proprio dalle sue varie possibili interpretazioni: l’argomento principale sembrerebbe essere l’amore di un cane per il suo proprietario; ma potrebbe anche trattarsi di una metafora per il bisogno di assistenza che si ha in un momento difficile della propria vita; o ancora, semplicemente di un racconto pseudo-avventuroso su di un tema classico, quello dell’animale domestico che assume, di nascosto e per brevi periodi, caratteristiche che sarebbero prettamente umane. In molti conoscono la condizione che domina la prima parte del cartoon: ci sono volte in cui lo sfinimento, fisico e mentale, è talmente dominante che ci si ritrova a proseguire col pilota automatico. La solitudine, allora come mai, non fa certo piacere. Per superare quei momenti, nulla funziona meglio della compagnia del proprio cane. Anzi, qualcosa ci sarebbe: un amico tondo, bianco e peloso che ti aiuta con le faccende quotidiane.

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