L’insostenibile bestialità di Blanka

Blanka is a Troll

Come abbiamo un minuscolo consigliere sulla spalla destra, eternamente votato alla probità, e un diavolo su quella sinistra, con tanto di corna e forcone in miniatura, anche nel mondo fisico dovrà esistere una sorta di equilibrio. Inciampare, cadere in piscina, scivolare con la bici o rotolare nel fango sono imprevisti che possono capitare, frutto di coincidenze o errori di giudizio, essenzialmente inevitabili. Non si possono attribuire ad altri le proprie malaugurate distrazioni. Altri esseri umani, s’intende. Perché secondo certe branche del senso comune siamo seguiti, nel corso della nostra giornata, da spiriti attenti e vigili che intervengono per modificare il corso degli eventi. Il buon angelo custode e il suo nemico. Subendo le conseguenze repentine dell’impietosa forza di gravità, qualcuno maledice la sorte o il fato, altri riconoscono questa verità: colpa di Blanka, è ovvio! Più verde di Hulk, meno elettrico di Pikachu, spettinato all’incirca quanto Lady Gaga, il guerriero della strada percorre le vie occulte della creazione, spuntando dal nulla proprio quando non te lo aspetteresti mai. Ogni volta che le cose non vanno come dovrebbero, riecheggia distante il suo ringhio animalesco. Soltanto in pochi eletti riusciranno a sentirlo. Uno di essi, a quanto pare, sarebbe il creativo dei video di ParodiePub, canale francese specializzato in scherzi, satira insensata e altre curiosità. Nella sua ultima creazione, intitolata appropriatamente Blanka is a Troll possiamo assistere ad uno spettacolare reel di buffi incidenti, selezionati per il modo apparentemente inspiegabile con cui hanno preso il via. In ciascuno dei casi è stato aggiunto, grazie a tecniche di post-produzione, una manifestazione di questo impareggiabile figlio della giungla.

La biografia di Blanka rispecchia, con la sua totale insensatezza, uno degli ambiti più illogici nei videogames degli anni ’90: la narrativa. Era infatti considerato accettabile, persino in una serie importante come quella di Street Fighter, che i personaggi assumessero le caratteristiche di caricature o antonomasie stranamente stereotipate, per noi ancor più irriconoscibili perché sviluppate attraverso soluzioni e idee tipicamente giapponesi. Così, nelle sale giochi di allora, l’India trovava il suo rappresentante nel bramino sputafuoco Dhalsim, con gli arti resi flessibili dallo yoga, gli Stati Uniti nel clone sdentato di Mike Tyson, Balrog, e la Russia in una sorta di orso umano votato al wrestling, il sempre amato, torreggiante Zangief. E il Brasile aveva lui. Un giovane di nome Jimmy, detto dagli abitanti del suo paese homem branco (ebbene, pare che in origine avesse la carnagione particolarmente chiara) precipitato con il suo aereo in una palude infestata dalle anguille, tirato su da un leone e che un giorno, rubando un cocomero dal carro di un ambulante, finì per fare il suo accidentale ritorno alla civiltà urbana. Diventando, manco a dirlo, BLANKA – uno dei guerrieri più forti del mondo. Cose che capitano, storie di cronaca vissuta. Comprensibile, in fondo, che costui sia un pò nervosetto e desideroso di lasciare il segno, anche a costo di rovinarsi la reputazione.
Nella mitologia dei tempi che furono, gli orribili troll aspettavano sotto i ponti il passaggio di un viaggiatore ignaro, da percuotere e derubare senza pietà. Oggi questa parola, reinterpretata attraverso il gergo del web, si è trasformata in un neologismo de-facto, sinonimo del concetto di “goliardo” o “mariuolo”. Mai le due accezioni trovarono un incontro più felicemente riuscito. Tralasciando l’effetto avuto sulle povere vittime di Blanka, elettrizzate senza pietà.

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