Un tuffo nel buco del Texas

s Well

Questa storia, apparentemente priva di un senso logico, è una ragionevole approssimazione della vicenda verificatesi verso gli anni ’50 dello scorso secolo presso la ridente cittadina di Wimberley, nel Texas centro-meridionale. Un luogo estremamente verdeggiante nonostante la poco elevata latitudine, che si era sempre giovato di una fonte inesauribile di acqua potabile, sita nel letto stesso del fiume Cypress Creek. Un corso destinato a sgorgare, molto più a valle, nell’enorme Golfo del Messico, ma che non si origina soltanto dalle fonti montane site nella Waller County. Bensì dalle viscere del mondo stesso, attraverso una fonte artesiana che porta tutt’ora il nome biblico di Jacob’s Well. Nell’epoca moderna, a causa dell’eccessivo sfruttamento, la falda acquifera di Trinity si è notevolmente ridotta. All’improvviso, quell’alto geyser ha cessato di erogare un vortice verso le inaccessibili regioni del cielo. Al diradarsi della lieve nebbiolina, frutto di molecole scomposte, ciò che restava…
Immaginate di ricevere in dono, da un’entità sovrannaturale non meglio specificata, la più splendida delle piscine. Con tanto di copertura motorizzata, trampolino, scaletta, spogliatoio, sdraio ed ombrelloni. Se non avete un giardino, poco importa. Anche quello vi sarà fornito, grazie a un’imprevista eredità. Immaginate, dunque, di svegliarvi in una splendida mattina di primavera, al suono degli uccelli in festa. Per veder la luce splendida che si riflette sopra l’acqua della vostra vasta vasca, già l’invidia dell’intero vicinato; e di scoprire, con vostro estremo rammarico, che al centro dello spazio c’è un profondo foro, largo esattamente 4 metri e profondo quanto, non si sa. Questa voragine oscura, ad ogni modo, è la fonte stessa della vostra fortuna. Grazie ad essa l’acqua della piscina non è mai troppo fredda, né eccessivamente calda. Da qui sgorga, grazie a una leggera e piacevole corrente, un fluido sempre limpido e trasparente, senza nessun tipo di accumulo o ristagno. Se voi decideste di ostruire il foro, perdereste presto l’uso ideale del meraviglioso dono del destino. Cosa fare, dunque, se non limitarsi ad ignorarlo? Giorno dopo giorno, sempre rinfrescati, gioiosi e corroborati da un sincero senso del relax, andreste a letto soddisfatti della vostra situazione.
Ma poi la notte, nel dormiveglia, poco prima di lasciare il passo al senso dell’oblio, la vostra mente andrebbe in overdrive: “Ma cosa diavolo ci sarà mai, in fondo a quell’orrendo e misterioso BUCO!?” Potrebbero passare settimane. Oppure mesi, se non anni. Magari anche generazioni. Ma un giorno voi, oppure i vostri figli, nipoti o pronipoti, rabbiosi prendereste pinne, bombole ed occhiali. Per andare a perdervi nella profonda tenebra sommersa…

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