L’orchestra dei mini robot volanti

Il Grasp Laboratory dell’Università della Pennsylvania colpisce ancora. Questo hub di ricerca e sviluppo collaborativo, dal budget di 10 milioni di dollari, era già comparso su social network e blog in occasione della loro fenomenale dimostrazione pratica di ciò che fosse possibile fare, a fronte di un notevole impegno realizzativo, con uno sciame di droni programmabili ed una stanza piena di telecamere dotate di misuratori ad infrarossi. Il perfetto volo in formazione di questi piccoli quadricotteri KMel Robotics viene stavolta impiegato con finalità artistiche ben più significative: eseguire una colonna sonora polifonica utilizzando strumenti musicali veri. Il risultato finale e lo spettacolo visivo che ne deriva sono davvero sorprendenti.

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La grande rivolta del robot in scatola 2.0

É tornato in un vortice roteante di fuoco e scintille, ha una matrice di punti luminosi ed è più agguerrito che mai. Questo buffo ed inutile macchinario in grado di spegnersi da solo è il discendente di una vecchia conoscenza di Nico Nico Douga, il famoso sito di video sharing che si affianca in Giappone al più internazionale YouTube. Lo スイッチをONするとOFFするロボット (Robot che muove l’interruttore da ON ad OFF / Suitchio-ONsuru-to-OFFsuru-robotto) originariamente ospitato in una scatola di legno, vi combatteva con il suo creatore Kairoshi grazie a tecniche di montaggio video, cambiando a piacimento l’espressione disegnata con un semplice pennarello. Oggi, nell’epoca dei droni da combattimento e degli smartphone quasi senzienti la potenzialità di ribellarsi delle creature artificiali appare aumentata a dismisura, tanto da rendere necessario un upgrade digitale di questo grande classico del web – ma anche il suo predecessore vorrà dire la sua. La guerra per la posizione dell’interrutore è appena iniziata, chissà cosa ci riserva il futuro…

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La battaglia dei robot alti 30 cm

In questa RC Robot Gachi Battle c’è di tutto: scatole trasformabili che camminano, rapido gioco di gambe,  samurai dal peso di un paio di chili al massimo e la più sublime esecuzione di un’ura nage da questo lato dei campionati mondiali di jūdō. La passione del Giappone per la robotica (mecha) incontra ancora una volta lo stile e l’estetica kawaii dei manga, creando dei guerrieri tascabili tanto efficienti quanto simpatici nella loro apparente goffagine. Benchè ciascuno di questi lottatori sappia eseguire un gesto o due al massimo, la tecnologia coinvolta appare piuttosto avanzata e solo raramente si ricorre all’arbitro in cravattino per risolvere la tenzone.

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Sculture vaganti su spiagge desolate

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