Fare il bagno circondati dagli Space Invaders

Aquatop

AquaTop è l’ultimo sistema tattile basato sulla tecnologia a infrarossi del Kinect che, assieme ad un comune proiettore digitale, si propone di trasformare l’ora del bagnetto in una guerra turbolenta, da combattersi lanciando colorati dardi d’energia. È l’interessante prima invenzione del Koike Laboratory, un team di giovani ricercatori provenienti dalla University of Electro-Communications, recentemente istituito, con sede nella grande metropoli di Tokyo. Eccoli al lavoro, sopra e dentro una piccola bacinella, a colpi di manate bioluminescenti, lanciate all’indirizzo di una ferocissima papera di gomma. Videogames, fuori e dentro l’acqua! Un’idea che nasce da un sentimento molto giapponese, coniugato col moderno bisogno di essere connessi, ad ogni costo, dal primo sorgere dell’alba, fino all’inesorabile incipienza della sera. Molto più che una semplice seconda vita, un sale da bagno che profuma l’Universo. Già gli astri notturni si riflettono sui nostri schermi: cellulari, console per videogames, tablet, mini PC volanti. La loro marcia è come quella di una massa di nemici pixellosi, che insidiano la pace collettiva sottostante. Ben presto, questo prodotto estenderà, in un qualche maniera, lo spazio di una tale pervasiva virtualità, persino là, verso i confini dell’impossibile fruizione. Germogliando da quell’umile vaschetta, verso polle (umane) ben più grandi. Il mercato c’è, a volerlo ben vedere.
Estremamente frequentate in quel paese risultano essere, infatti, le stazioni termali degli onsen, al chiuso oppure all’aperto come da tradizione. Praticare quel tipo di abluzioni è considerata una parte inscidibile dall’esperienza dei ryokan, ovvero gli alberghi nazionali sullo stile di una volta, caratterizzati dalla reciproca condivisione. Non è certo tanto insolito, per un viaggiatore abituale, indossare le colorate vestaglie dette yukata, camminare a piedi nudi sulle stuoie di riso, spogliarsi e immergersi silente, fra completi sconosciuti. Ora, se qualcuno, in quei pacifici momenti, dovesse pronunciare il grido: “Attenzione, meduse all’orizzonte!” Non sarebbe poi così apprezzato dai presenti. A meno che non si stesse giocando tutti con un titanico AquaTop…

Yasushi Matoba, Yoichi Takahashi, Taro Tokui, Shin Phuong e Hideki Koike. Nell’ultimo video da loro pubblicato, pensato per la conferenza asiatica del recente SIGGRAPH 2013 e poi reso pubblico, ci descrivono approfonditamente le caratteristiche dell’utilissima invenzione. AquaTop, nello stato corrente, è un sistema composito, largamente accessibile ed aperto, che si basa su dispositivi consumer dall’alta diffusione. Prima di tutto serve l’acqua (H2O) possibilmente trattata con un colorante bianco, onde (!) far risaltare meglio le immagini del gioco. Una bacinella. E poi, come dicevamo, l’elettronica: Kinect, che poi sarebbe la doppia telecamera Microsoft con la percezione della profondità, basata su di una matrice di puntini ad infrarossi, assieme ad un comune proiettore video, collegato ad un PC. Niente di tanto avveniristico, di questi tempi. La magia proviene tutta dal software di supporto: interpretando i gesti dell’utilizzatore, sarà infatti possibile farvi corrispondere un’interazione con le immagini, rappresentate a prescindere dalle increspature sulla superficie.
Da principio, semberebbe una semplice variazione sul tema del
touchscreen. Intuitivamente, come su di un tablet, si spostano le icone sullo “schermo”, ovvero quel dolce fluido che sgorga da un comune rubinetto. A differenza della soluzione classica, però, c’è un punto forte alquanto fuori dal comune: la possibilità di immergere la mano, penetrando oltre la matrice stessa dell’immagine. Questo, va da sé, consente gesti nuovi, come l’affondamento di un qualcosa oppure il suo sollevamento, magari usando mani messe a coppa con la forma di un bicchiere. Le possibilità sono più sterminate dell’oceano stesso. La parte più accattivante del video, quella di cui parlavamo in apertura, è una sessione di gaming in cui gli inventori affrontano, non senza un coro di esclamazioni d’entusiasmo, scattanti schegge aliene, vagamente ichtioformi. Pesciolini? Stelle rabbiose? Velenosissime vespe di mare? Non si sa. Ciò che conta è che sei Goku, le tue mani sparano fiamme palleggianti e quelle cose, dannazione, non vuoi proprio che ti tocchino. Così PEW-PEW! SPLASH! PEW! etc. etc, fino all’ora del trionfo. Sarà anche possibile, per i più spericolati, aggiungere degli altoparlanti sommersi, perché le vibrazioni sonore producano un realistico sommovimento delle acque, in corrispondenza dei proiettili più clamorosi.
Questa tecnologia, una volta riprodotta nella misura di un onsen, potrebbe diventare la realizzazione di un perfetto sistema multigiocatore, con controlli intuitivi e persino un’oncia del favoleggiato feedback aptico totale, vero sacro Graal del gaming d’oggigiorno. Diventare tutt’uno con lo schermo! Perdersi nel fluido dell’iper-coscienza! Come resistere? Persino un candido macaco dell’Hokkaido, visitatore sonnacchioso delle più piacevoli sorgenti, finirebbe per partecipare a questa sfida.

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