Tecnici marittimi nostalgici degli anni ’80

Peridot

Questo video non è che l’ennesima proposta di un filone classico, ovvero la canzone in playback, recitata da un gruppo di figure professionali, goliardicamente, proprio sul posto di lavoro. Però le circostanze, in questo caso, sono davvero inusuali. Prima di tutto, non ci troviamo sulla terra ferma. E i simpatici interpreti, alle prese con lo storico pezzo Africa dei Toto, sono l’equipaggio della Peridot, tecnologica nave di proprietà del gruppo multinazionale Bourbon, compagnia operante in molti campi di supporto all’industria energetica, petrolifera e delle comunicazioni. Tale battello di 80 metri, capace di ospitare fino a 74 persone, si occupa normalmente dell’installazione di strutture sommerse, della loro manutenzione ed effettua le rilevazioni dei fondali. Può inoltre trasportare prodotti liquidi, come il petrolio, o apparecchiature di trivellazione. In questo caso, invece…Canta.
Riesce particolarmente difficile, per noi abitanti dei saldi continenti, immaginare la vita di bordo sopra un simile gigante. Viaggiare per il mondo, verso missioni di fondamentale importanza, senza un attimo di riposo, sempre a disposizione 24 ore al giorno, ciascuno specialista inquadrato nel ruolo che gli spetta da contratto. O forse no, chi può dirlo! Di sicuro, c’è il fatto che, all’inizio di ottobre, la nave si è ritrovata a largo dell’Africa Occidentale, presso la Guinea Equatoriale, temporaneamente senza la preoccupazione d’istruzioni urgenti. E che proprio a causa di questo, almeno per qualche ora, l’equipaggio di bordo ha ricevuto il dono imprevisto di un segmento di tempo libero, da smaltire lì, fra i flutti. Lontano dagli svaghi offerti nella stereotipica città portuale. Le opzioni non erano tantissime. Si poteva leggere un libro o guardarsi un film tutti assieme, nell’immancabile saletta per la pausa caffé (luogo costante, quest’ultimo, in tutti gli ambienti professionali). Ma loro, fedeli al credo social del moderno web, hanno deciso di mimare il più eclettico dei video sbarazzini. La triplice giustapposizione fra seriose tute da lavoro, chiavi inglesi e profondi sentimenti, crea un’atmosfera inesplicabile, che in qualche modo, petrolio permettendo, scalda i cuori.

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Peperoncini indigeribili per la gloria di Roma

Habanero

Quanto lontano ti spingerai per Roma? Rosso sangue, habanero: ave, oh! Cesare, il morituro te saluta! E neanche nell’arena del Colosseo, fra feroci gladiatori e grosse belve affamate, una simile prova di coraggio sarebbe passata inosservata. Questo giovane sarebbe il community coordinator della Creative Assembly, figura professionale che si occupa di gestire i loro forum ufficiali, quelli, nello specifico, creati a margine dell’ultimo titolo di una lunga e beneamata serie, il discusso Total War: Rome 2. Costui, a causa di una malaugurata sinergia pubblicitaria, si è ritrovato coinvolto nell’iniziativa più tremenda: un breve segmento da registrare per il popolare canale di YouTube, HotPepperGaming. Le regole del gioco, purtroppo per lui, erano chiare fin dall’inizio. “Veni, vidi, chili!” Ovvero, ti siedi a questo bel tavolo. Prendi una sola cosa dal piatto che hai di fronte, la mangi e poi parli del tuo gioco. Parla tutto il tempo che vuoi! O per meglio dire, che…Puoi. Perché quelle poderose verdure vermiglie non sono pomodori. Non sono fragole mutanti, oppure prugne verniciate, NO! si tratta di peperoncini messicani da 350.000 unità sulla scala di piccantezza di Scoville! In parole povere, tre di questi fatali bocconcini equivalgono ad una spruzzata di spray urticante per l’autodifesa, dritta nel canale digerente. Proprio questo era il punto, sancta sanctorum, spes ultima dea. Si vis pacem para bellum (se vuoi la pace, preparati alla guerra!) Era giunta l’ora, infine, di rendere conto al senato del popolo e dell’Urbe. Perché Total War: Rome 2, negli ultimi anni, ha costituito per certe fasce d’utenza il titolo più atteso della piattaforma PC. Ogni preview e video di presentazione, rilasciato con tutte le fanfare di un trionfo di legioni al ritorno dalla Gallia Cisalpina, non faceva che aumentare lo spropositato entusiasmo collettivo, fra grafica all’avanguardia, funzionalità innovative e (l’ironia più grande) una perfetta intelligenza artificiale. La realtà dei fatti, come ci siamo resi conto fin dall’inizio del mese scorso, è stata di tutt’altro tipo. Almeno fino ad ora.

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L’iperrealista delle cose semplici nell’era di YouTube

Marcello Barenghi

Marcello Barenghi è il disegnatore di Milano, famoso a livello internazionale e sul web, che può riprodurre alla perfezione tutti gli oggetti e gli animali presenti in casa vostra, dal più prosaico, come questo dettagliato pacchetto di patatine, a preziosi gioielli, lumache o pizze al pomodoro. Senza l’impiego di alcuno strumento digitale o fotografico, salvo la messa in pratica di doti artistiche fuori dal comune, disegna, poi accelera in post-produzione e quindi pubblica online splendide sequenze come questa, almeno due volte alla settimana. Così costituirebbe, a mio parere, la personificazione dell’artista che crea, non produce, come automatica risultanza del proprio tempo libero; sapendo che la fama arriverà da se, purché meritata. Mettersi d’impegno senza preconcetti, in tale ottica, diventa una finalità particolarmente valida, specie qualora si scelga di farne un metodo d’insegnamento, a beneficio della collettività. E a guardarlo mentre si mette all’opera, alternandosi fra le matite e i pennarelli con la padronanza di un prestigiatore, vien quasi voglia di provare ad imitarlo, stimolati dalla natura contagiosa della più classica e pervasiva tra le forme d’arte. Proprio tenendo presente quel comune sentimento, che anche lui conosce tanto bene, Marcello ci offre l’ausilio del suo intero canale dimostrativo su YouTube, con piglio giocoso e generosità. Che diventa la guida pratica, più ricca di un ponderoso catalogo d’ipermercato, verso la perfetta riproduzione iperrealistica di…Qualcosa, un quibus qualsiasi, purché abbia quelle tre solite, rassicuranti dimensioni da poter tratteggiare.
Il segreto sta tutto nella luce, anzi nel chiaroscuro, che non vuol dire, in questo caso soltanto correr dietro all’ombra. Sopra un foglio formato A4 di color grigetto, per meglio dare risalto all’essenziale brillantezza di certi dettagli, prendono forma, uno dopo l’altro, i vari contorni, valorizzati dal prezioso apporto delle due matite contrapposte: quella nera e la bianca, teoricamente invisibile ma che qui si dimostra fondamentale quanto l’altra, come lo zero nella matematica.

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Cinque topi acrobati, un gatto e un cane cliccatore

Nana&Kaiser

Potrebbe sembrare il cast di un circo, ma non lo è. Tanti animali, tutti assieme, che agiscono per il più nobile degli obiettivi: la divulgazione dell’addestramento etico, basato sul rinforzo positivo, o per così dire multimediale. Molti di quegli animali, tigri, leoni, elefanti e così via, probabilmente ne trarranno giovamento, prima o poi. E il merito, si capisce, è anche dell’abile padrona. Nonché del fido clicker, portachiavi rumoroso, da lei usato per comunicare, in modo istintivo, con i suoi variegati amici a quattro zampe. E con che risultati! Questa YouTuber semi-anonima, senza volto per sua scelta, è da tempo nota attraverso il nome del suo cane, Nana. Ma una sola rappresentante del suo metodo, per quanto d’eccezione, poteva lasciarci qualche dubbio. Ovvero: si può, per così dire, cliccare, onde farsi comprendere da ogni specie? Senza limiti di proporzioni? Simili interrogativi, nella loro fondamentale importanza, ci assillavano da tempo. Così quest’agilissima border collie, di una razza tipicamente amata dagli addestratori, è per gradi diventata l’inseparabile compagna di Kaiser, l’imponente, maestoso gatto ibrido del Bengala e di Suki, Famous, Raven, Shadow e Paris, cinque eccelsi roditori, dal pelo splendido e fluente. Per un simile team di eroi dei nostri giorni, tutto è possibile. Pubblicità, video virali, servizi fotografici…. A partire dall’altro ieri, in particolare, sta ricevendo ampia visibilità una nuova sequenza, durante la quale i cinque topoloni, superficialmente simili agli abitanti delle proverbiali fognature, si trasformano in altrettanti Power Rangers, balzando fra le sedie, dentro ai tubi, sopra ai muri, oppure dritti nella mano della padrona. Meglio di Ratatouille! (imprese culinarie a parte, e meno male) Così si scopre, non ce l’aspettavamo, che addestrando il più classico nemico dell’umanità, paventato parente del demonio, se ne potevano trarre grandi soddisfazioni; vallo a trovare, un cane che ti salta a questo modo, l’equivalente della sua lunghezza, per 9, 10 volte. O che salga adorante sopra la tua gamba, sperando nell’essenziale bocconcino. Del resto con il cibo, lo diceva la sapienza popolare, si addestrano pure le belve. Però qui, per fare tali e tante cose, soltanto quello non bastava. Infatti c’è qualcosa in più: quel suggestivo sound, di un “flauto” meno magico, ma molto cliccatore…

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