3Doodler, la penna magica che traccia linee nell’aria

3Doodler

Questa è 3Doodler, l’ultimo prodotto della WobbleWorks di Boston, azienda specializzata in giocattoli e gadget di nuova concezione. Si tratta di una stampante a estrusione compatta, priva di parti meccaniche e impugnata come fosse un grosso pennarello. Quando la si passa su un foglio non libera comune inchiostro, ma un sottile filo di plastica ABS fusa a caldo, in grado di solidificarsi nel giro di un istante. Questo significa, tanto per cominciare, che qualsiasi disegno realizzato con tale dispositivo potrà essere staccato dalla superficie originaria, mantenendo perfettamente la sua forma. Ma basta vedere il video di presentazione della campagna di crowd-funding su Kickstarter per rendersi conto che può fare molto, molto di più. Ad esempio realizzare un modellino piuttosto fedele della torre Eiffel, creare colorati solidi platonici o dare forma tattile a complessi origami di ogni tipo e razza di animale. Questa particolare e avveniristica tecnologia, considerata tra le vie future per liberarci dagli aspetti problematici dell’industria di scala, viene qui piuttosto messa al servizio di una tra le più personali e raffinate delle attività umane: l’arte grafica.

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L’eroica palla che polverizza campi minati

Mine Kafon

>Giorno 56: il deserto brucia di 360 straordinarie possibilità. Ieri ho rotolato tutto il giorno verso Est, direzione del Levante variabile tra gli 89 e 91 gradi. Il mio nome è Mine Kafon, sono la palla spiniforme con placche a pressione concepite per causare l’esplosione delle mine antiuomo. Il vento mi spinge attraverso le dune sabbiose che assediano Kabul, nel turbinoso Afghanistan. Il mio inventore, Massoud Hassani, ha raccolto online i fondi per costruire me e centinaia delle mie sorelle, vivaci e imprevedibili creature di bambù dotate di ricevitore GPS, con l’obiettivo di liberare il mondo da un nemico orribile e silenzioso. Non abbiamo volontà, non siamo amichevoli e giovali robot asserviti agli scopi più meritevoli della società umana; ma abbiamo una missione. E continueremo a rotolare finché non l’avremo assolta.
>Giorno 57: si dice che non ci sia più grande gioia che il vivere facendo ciò che si ama. Una semplice mina non basterà certo a eliminarmi: sono una struttura leggera e sacrificabile, ma il mio nucleo elettronico è sempre ben lontano dal pericoloso suolo su cui vagherò ancora a lungo, in cerca della mia esplosione. Quando verrà il momento, lo scoppio mi solleverà in aria, separandomi forse da una buona parte dei miei bastoni locomotòri e scagliandomi a metri di distanza. Ma so che per ciascuna stecca di bambù perduta centinaia di chilometri di deserto, individuati a distanza grazie all’aiuto di satelliti geostazionari, saranno stati registrati a beneficio dei creatori come privi di pericolo. Alle bombe non basta esplodere per essere appagate; sono state costruite per causare dolore e paura, finalità tortuose e più complesse da realizzare. Non sono come me. Felici, nell’attesa.

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Due tagli per una sola spada: Chivalry vs War of the Roses

E’ sempre stata una questione tecnologica… In fondo è chiaro che per chi realizza un videogioco le armi da fuoco siano semplici. Un lampo, un botto, l’effetto del colpo di pistola sui muri, sulle cose, sui nemici. Nessuna animazione per le parti coinvolte tranne quella implicita del dito sul grilletto ed una semplice ragdoll automatica della vittima che cade a terra. I migliori shooter online di tutti i tempi hanno mantenuto le cose semplici e a buon merito si sono costruiti un seguito tra i più grandi dell’industria su PC e console. Ben diverso è dover rappresentare le gesta di un cavaliere medievale in battaglia: una spada non colpisce come una mazza o un’alabarda, per non parlare di tutte le complesse dinamiche di parata con scudi, finte, contrattacchi e la difficoltà di avere un netcode tanto efficiente da gestire collisioni e movimenti ravvicinati. Per questo forse da quando esiste il multiplayer online spariamo a tutti e tutto, ma di spade ne abbiamo impugnate ben poche; con la possibile eccezione di quelle laser (licenza di Star Wars permettendo). Si può dire tuttavia che in tempi recenti abbia iniziato a soffiare il vento del cambiamento.

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La canoa che si piega come un origami

Quante volte abbiamo faticato a trovare un posto per la barca dentro al nostro appartamento in città? A chi preferisce yacht o motoscafi, ingombranti gommoni o navi da crociera Anton Willis non saprebbe proprio cosa dire, ma in compenso ha progettato una canoa. E’ diversa dalle altre: questa infatti si piega in pochi minuti, come fosse fatta di carta, diventa una semplice valigia del peso di 10 Kg e si infila in un ripostiglio, nel portabagagli o sotto il letto; persino la pagaia può essere smontata in quattro pezzi. Poi, una volta giunti in riva al mare o nei pressi di un tratto fluviale adeguato alle nostre esigenze, bastano pochi minuti per dispiegarla in un trionfo di plastica corrugata e gomma a tenuta stagna. Un rapido varo e potremo subito partire verso l’orizzonte. L’autore dichiara di essersi ispirato al lavoro del fisico ed esperto di origami Robert J. Lang.

Oru Kayak non è che l’ultimo dei prodotti innovativi finanziati con la piattaforma di crowd-funding Kickstarter, spesso utilizzata per progetti ad alto contenuto tecnologico, informatica e videogame. Ma qualche volta le idee semplici sono anche le più utili e geniali. A seguire il video che ha già permesso a Willis di raccogliere oltre 150.000 dollari in prenotazioni, con ancora un mese di tempo a disposizione per la sua campagna di raccolta fondi.

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