Il significato dell’amore per la rana più solitaria al mondo

“Che cosa intendi, una rana?” La luce fredda del dipartimento vendite di un grande ufficio a Cochabamba, circa 400 Km a est della città boliviana di La Paz, incorniciava il volto della collega, donando un aspetto spettrale alla sua espressione tra il perplesso e l’infastidito. “Ti giuro! Se aspetti un attimo che si avvia il computer potrai vederlo coi tuoi due occhi. E per fortuna avevi detto che sarebbe stata la volta buona…” Il vice-manager di dipartimento aggrottò lievemente le ciglia, mentre ancora una volta creava per se stesso una raccomandazione mentale a interessarsi esclusivamente dei fatti suoi. Eppure, articolò silenziosamente con le labbra in pausa pranzo gli era sembrata così…”Bisognosa di aiuto” Ding, dong! Era il suono per l’avvio del sistema operativo, una vecchia versione di Windows ancora in uso per non modificare i processi aziendali (non si tratta di tirchieria, ripeté a se stesso l’uomo per la centesima volta) mentre lei faceva danzare i polpastrelli sulla tastiera, digitando all’interno del browser le lettere M-A-T-C-H seguite da INVIO. Dopo un prolungato momento d’esitazione, quindi, comparve il logo del famoso sito-agenzia per incontri, uno dei più rispettabili di tutto il Web. Luisa era già loggata e ci mise un attimo a cliccare la sezione dei possibili partner in zona, al che la stanza sembrò colorarsi di un color verde oliva particolarmente intenso. Che proveniva dalla grande foto sul monitor, in alta risoluzione, del più improbabile principe-ranocchio di tutto il reame. I suoi grandi occhi neri, orgogliosamente vacui, sembravano scrutare dentro l’anima stessa degli spettatori… Nome: Romeo. Descrizione: “Non è per iniziare col piede sbagliato, ma sono un batrace di Sehuencas e letteralmente l’ultimo della mia specie. Sono un tipo semplice. Mi piace rilassarmi nell’acqua in casa, magari osservando placidamente le acque intorno a me. Amo mangiare, comunque, e se c’è un verme o una lumaca a disposizione, sono sempre pronto a mettermi i pantaloni! Sono molto aperto ad ogni possibilità purché conduca alla riproduzione. Altrimenti, la mia intera esistenza sarà stata priva di significato (niente pressioni).” E così via a seguire. “Dannati TROLL! Pensano che sia uno scherzo? Credono che stiamo perdendo tempo?” Chiese con tono irritato la donna, la bocca rivolta verso il basso, mentre il suo responsabile tratteneva a stento una risata. Per poi iniziare a spiegare, mentre si accarezzava pensierosamente la barba: “No vedi, è una questione scientifica in effetti. Ne parlava l’altro giorno il giornale cittadino…” Concentrandosi, quindi, iniziò a riportare alla mente i dettagli dell’insolita questione.
Strano è il mondo contemporaneo ed ancor più strano l’universo delle relazioni interpersonali. Il profilo della rana era stato creato da qualche mese a questa parte ad opera dei membri dell’organizzazione di conservazione naturalistica Global Wildlife, con la collaborazione e complicità di Teresa Camacho Badani, erpetologa del museo de Historia Natural Alcide d’Orbigny. Luogo in cui, all’interno di un acquario, era presente da un periodo ormai di 10 anni l’ultimo esemplare in assoluto avvistato da occhi umani di Telmatobius yuracare, una particolare specie della più famosa famiglia di rane acquatiche sudamericane. Il che significava quel particolare tipo di anfibio che attraverso le generazioni, avendo dimenticato pressoché totalmente i vantaggi di una vita condotta sulla terraferma, aveva visto trasformare la sua stessa pelle in un perfetto medium per ossigenare il sangue, arrivando nei casi più estremi ad assomigliare un sacchetto pendulo ripiegato su se stesso, al fine di massimizzare la superficie utile a tale fondamentale mansione. Detto questo e nonostante tutto, simili creature hanno da sempre affascinato e colpito gli abitanti della Bolivia e paesi limitrofi, benché questo non sembri essere bastato ad accrescere le loro possibilità di sopravvivenza. In funzione, sopratutto, di due elementi: la proliferazione delle trote introdotte native nei fiumi dell’intera macro-area, sempre affamate di brulicanti ed onnipresenti girini; e il diffondersi di una gravissima malattia fungina di nome chitridiomicosi, capace di uccidere gli esemplari adulti nel giro di appena una decina di giorni. Immaginate quindi la gioia della Dott.sa
Badani quando, nel corso di un’escursione tra gli alti alberi della foresta pluviale la scorsa settimana, si è rialzata stringendo in mano qualcosa d’insostituibile e prezioso: “Ragazzi, ragazzi, correte!” Ha gridato quindi agli altri membri della spedizione: “Ho trovato un altro Romeo!”

Giulietta, pur appartenendo chiaramente alla stessa specie di Romeo, presenta una colorazione più tendente al marrone. Ciò sembrerebbe essere una caratteristica particolare di questa specie, poiché le rane d’acqua sudamericane, generalmente, non presentano distinzioni esteriori tra i due sessi.

L’estasiata biologa sapeva molto bene, ovviamente, che dove c’era un esemplare maschio doveva necessariamente comparire almeno una femmina, prima o poi. Così lavorando alacremente con gli altri, al termine di un’ulteriore lunga giornata di ricerche in prossimità di una bassa cascata, ebbe modo di congratularsi con se stessa e gli altri, mentre si preparavano a riportare al museo tre ranocchi e due magnifiche principesse, una delle quali estremamente attiva e in perfetta età riproduttiva. Così disse: “Dovrà essere lei, sapevo che l’avremmo trovata. Giulietta.” A coronamento finale di quanto aveva ripetuto più volte, parafrasando concettualmente lo scenario ipotetico, all’inizio e durante tutta la faticosa escursione, finanziata principalmente coi fondi raccolti proprio grazie alla celebrità internazionale guadagnata da Romeo negli ultimi mesi, frutto del suo buffo profilo su Match.com. Una sorta di misura dell’ultima spiaggia perché, come è noto, gli appartenenti a questa famiglia di rane non vivono, anche in condizioni ideali, più di 15 anni, lasciando un margine temporale piuttosto ristretto a vantaggio della sfortunata creatura nuotatrice.
Come difficile risulta essere, del resto, la condizione della suo più famosa e frequentemente discussa e non troppo distante cugina, quella rana gigante del lago Titicaca di fino a 50 cm di larghezza (Telmatobius culeus) di cui parlammo già in passato, usando il suo appellativo alquanto prosaico di rana-scroto (credo sia fin troppo palese la somiglianza). Un animale parecchio insolito e famosamente oggetto delle stesse sfide biologiche, in aggiunta alle credenze della popolazione locale che fin da tempo immemore era solita catturarne parecchi esemplari, con lo scopo di farne un frullato considerato un afrodisiaco e panacea per una vasta varietà di malanni. Per non parlare delle frequenti fioriture di alghe nel profondo lago diviso tra Perù e Bolivia, capaci di monopolizzare totalmente l’ossigeno vitale anche per la sopravvivenza delle rane.
Detto questo e considerato il rischio che quotidianamente devono gestire i variegati rappresentanti di questa intera famiglia, verrebbe da chiedersi perché, esattamente, a Romeo e Giulietta non sia stato ancora concesso di vivere l’esperienza lungamente attesa di un incontro amoroso. E la ragione, ovviamente, non poteva essere che di natura cautelativa: la Badani ha infatti fissato in via preliminare sul calendario una simile occasione in corrispondenza del giorno di San Valentino, confidando che per allora potrà concludersi la quarantena della futura gracchiante sposa, al fine di eliminare il rischio che possa trasmettere qualcosa d’irreparabile al suo Romeo. In tutto questo però, appare fin troppo chiaro, nessuno si è preoccupato di chiudere l’ormai superfluo profilo su Match.com!

Nella primavera del 2017 la riproduzione in cattività della rana scroto è stata portata a termine con successo presso lo zoo di Denver, costituendo il primo caso fuori dai suoi paesi d’origine. La strana maniera saltellante con cui questi esemplari mangiano il proprio pasto, ad ogni modo, costituisce un espediente per massimizzare l’assunzione di ossigeno, esponendo la maggiore quantità possibile di pelle.

Ora io non saprei dire, esattamente, quale sia il funzionamento del particolare algoritmo impiegato dal sistema per l’abbinamento (matching) di possibili spasimanti concepito per la prima volta nel remoto 1993 in Texas, da Gary Kremen e Peng T. Ong per l’impiego in concomitanza con la sezione annunci di alcuni quotidiani americani. Ciò che appare palese, tuttavia, è che i parametri inseriti all’interno della pagina su Match di Romeo potrebbero ipoteticamente renderlo idoneo a più di una donna in cerca di compagnia, con indicazioni come “mai sposato” e “vuole mettere su famiglia” oltre a rassicuranti aspetti dello stile di vita, quali “alcol assunto in quantità moderata” e “zero tabacco”. Tutto questo, a meno che la pagina sia rimasta disponibile pur trovandosi fuori dai criteri di ricerca del sito. Ma in fondo chi può dire quale sia il funzionamento di sistemi dinamici tanto Imprevedibili ed Intelligenti (?)…
“Perciò vedi Luisa, non devi prenderla sul personale. Il ranocchio voleva una principessa tutta sua e potrebbe anche averla trovata. Non stava di certo aspettando, un bacio dato da te!” Il vice-manager, mentre pronunciava queste fatali parole voltato a metà verso la porta d’ingresso, appariva distratto nel salutare gli altri colleghi al ritorno dalla pausa pranzo. Fu allora che sentì stringersi una mano sul suo polso sinistro, quasi la morsa letale di una pinzatrice SRT-1250, prodotto di punta della sua rinomata compagnia industriale. Con lo sguardo parzialmente offuscato da un senso latente di terrore, sentì quindi articolare nell’aria improvvisamente gelida dell’ufficio: “Non ho capito, caro. Potresti spiegare meglio quello che intendi, ESATTAMENTE? Hai 15 secondi a partire da… Ora.” Una porta cigolò in quel momento dall’ingresso della sala mensa verso il fondo del corridoio. Sembrava il richiamo di un perplesso batrace, in cerca d’aiuto non si sa da chi.

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