L’altro animale simbolo della città di Singapore

Ogni metropoli possiede un punto di riferimento particolarmente famoso nel mondo e se la regola vuole che questo sia uno dei più antichi a disposizione, impressionanti o riconoscibili da lontano, esistono comunque delle eccezioni. Chiunque intendesse riassumere l’essenza di una delle più colossali città stato dell’Asia contemporanea in un singolo oggetto e luogo, dunque, potrebbe anche scegliere di farlo con una statua. Non una scultura particolarmente alta. Bensì un simbolo collocato per la prima volta in prossimità della foce del fiume nel 1972, che allude all’emblema originario del primo villaggio di pescatori dal nome di Temasek, da cui avrebbe preso gradualmente forma l’odierna Singapore. Evento a seguito del quale l’essere artificiale avrebbe trovato nuova collocazione, nel 1997, di fronte all’hotel cinque stelle Fullerton, per risultare meglio visibile dal celebre quartiere ultra-moderno di Marina Bay. Ciò che la statua raffigura, essenzialmente, è un distintivo animale mitologico di natura acquatica, con la testa di leone e il corpo di pesce, chiamato in lingua cinese Yúwěishī (鱼尾狮) ma che tutti conoscono, persino in Estremo Oriente, con l’espressione anglofona di Merlion (un composto con il prefisso di mer-maid, sirena + il termine comunemente riferito al più regale carnivoro della savana). Ciò che nessuno si sarebbe aspettato all’epoca, tuttavia, era che un diverso tipo di mammifero spiccatamente anfibio, nel proseguire degli anni, avrebbe finito per frequentare lo stesso ambiente, finendo per diventare un’attrazione turistica dalla portata pari o persino superiore.
Sto parlando della Lutrogale perspicillata o “lontra liscia”, specie animale considerata vulnerabile all’estinzione che nell’ultima decade, probabilmente grazie alla spiccata coscienza ecologica di una delle città con più verde in proporzione alle sue dimensioni, ha scelto di eleggere i parchi e i canali di Singapore suo nuovo territorio di caccia, dove prosperare, mettere su famiglia e mettersi in posa per una quantità incalcolabile di fotografie. Esistono in effetti una quantità di 16 famiglie di lontre all’interno del perimetro metropolitano, senza contare gli esemplari solitari, suddivise principalmente tra la zona di Bishan e Marina Bay, che si muovono come branchi prendendo d’assalto a seconda dei casi prati, aree di ristoro, scalinate e vari tipi di monumenti… Senza che tuttavia la cosa sembri, per una ragione o per l’altra, dare alcun tipo di fastidio alle persone. Una caratteristica di tutti i mustelidi d’altra parte, inclusa la loro principale sotto-famiglia coi piedi palmati, è l’atteggiamento marcatamente empatico del tutto simile a quello di un cane, che li rende curiosi, entusiasti e inclini al gioco. Come artisti di strada gli animaletti si esibiscono, non facendo in realtà altro che la natura gli ha insegnato attraverso innumerevoli generazioni. Eppure praticamente nessuno, di fronte alla loro carica, potrebbe restare del tutto indifferente.

L’area del territorio della lontra liscia allo stato brado si aggira sui 7 Km quadrati per ciascun gruppo familiare, un’ampiezza sufficiente a far nascere svariati attriti tra le diverse gang dei quartieri di Singapore. Gli scontri, nella maggior parte dei casi, si svolgono nell’acqua dei canali o del fiume.

Le famiglie di lontre di Singapore possiedono anche un cognome, generalmente composto dal nome della zona di appartenenza seguita da un numero, approssimativamente riferito al numero di esemplari che ne fanno parte. La più rinomata in assoluto ad esempio, quella dei Bishan 5, ha visto la propria connotazione numerica raddoppiata in epoca recente a 10 per meglio tenere il conto della loro invidiabile proliferazione. E i loro drammi e peripezie, spesso con assiduità dai giornali e le televisioni locali, talvolta diventano un argomento di evidente importanza nell’economia delle discussioni cittadine. Vedi il caso dello scorso maggio quando il capobranco del clan sopracitato andò incontro alla propria dipartita in età avanzata, per un qualche tipo di disturbo del sistema digerente. Occasione a seguito della quale molti dei più attivi otter watcher cittadini, ovvero appassionati dell’osservazione di tali simpatiche creature, si radunarono a rispettosa distanza, per commemorare e rendere un’ultima volta omaggio a questo capo dalla lunga e onorata carriera. Altre volte l’attività delle lontre può dare luogo all’indignazione popolare, come nel caso in cui una delle loro comitive venne sospettata di aver fagocitato un valore di circa 70.000 euro in carpe ornamentali dell’isola di Sentosa, dopo aver fatto breccia in un allevamento non troppo distante dal centro abitato principale.
Come sarebbe naturale aspettarsi in questo tipo di convivenza ravvicinata, le lontre possono anche causare non pochi problemi. Basta un’osservazione indicativa dei molti video girati sull’argomento da locali e turisti, in effetti, per notare la noncuranza con cui i serpeggianti animali tendono ad attraversare la strada, spesso con cuccioli al seguito che rallentano ulteriormente la loro marcia. La loro indole predatoria, inoltre, tende a renderli un potenziale pericolo per cani, gatti e altri animali domestici, nel malcapitato caso in cui dovessero incontrarli sul proprio cammino. E in alcuni spiacevoli casi, purtroppo, si è verificato il caso di ignoti che avevano bloccato l’accesso delle loro tane nel tentativo di farli morire di fame, mentre si sospetta che più di una lontra abbia perso la vita dopo aver messo in bocca la prototipica polpetta avvelenata.
Ciononostante, lungi dal perdersi d’animo, le lontre lisce hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento. Creature considerate onnivore benché la loro dieta sia composta in natura al 90% da pesce catturato durante le frequenti ed agili immersioni, i loro esemplari adulti hanno aiutato i piccoli ad abituarsi all’ambiente insolito, continuando a proteggere ed espandere i rispettivi territori di caccia. Questo tipo di piccoli carnivori necessità, del resto, di fagocitare circa un 1-2 Kg di cibo al giorno, equivalente ad un terzo del proprio peso complessivo, il che non gli lascia molto tempo per riposarsi sotto il sole dei Tropici, un’attività da loro comunque apprezzata di tanto in tanto, con gran sollazzo e partecipazione degli spettatori d’occasione.

La squadra anfibia e quantomai pelosa prende d’assalto un uomo sdraiato in prossimità del canale, che aveva probabilmente con se del cibo all’interno di una busta. Soltanto l’intervento dei soliti, implacabili fotografi armati di cellulare riesce a salvarlo dall’essere spietatamente derubato.

Singapore rappresenta dunque al momento, anche in forza della natura fondamentalmente aperta dei suoi abitanti, una sorta di isola felice per questa specie indicizzata dallo IUCN come “vulnerabile” benché gli scienziati sospettino che una parte significativa delle famiglie cittadine sia in realtà caratterizzata da un codice genetico ibrido, nato dall’incrocio con la specie simile della lontra dalle piccole unghie orientale (Aonyx cinerea). In assenza dei loro principali predatori, gli alligatori di tutte le dimensioni, esse hanno ad ogni modo visto aumentare progressivamente i propri ranghi, superando ampiamente la popolazione che avevano posseduto durante la loro precedente esplosione urbana nel corso degli anni ’70. Il che, considerata la riduzione degli spazi adatti alla proliferazione con lo sfruttamento del territorio (in particolare, le dighe idroelettriche ne impediscono l’insediamento) non può che indurre alla tolleranza nei confronti delle loro “amichevoli” scorribande, capaci di portare alla vita cittadina quel piccolo, ma significativo contributo d’imprevedibilità… Che non fa mai male.
Sarebbe difficile in effetti immaginare l’antica figura del Merlion dall’augusta criniera come altro che un pericoloso carnivoro fluviale, capace di scacciare i demoni ma anche i cacciatori-raccoglitori di una presunta età del Mito. Eppure, se la sua scagliosa presenza ancora calcasse le nostre spiagge, difficilmente l’uomo potrebbe farsi tanto arrogante da mandarlo via. Forse gli abitanti dell’odierna Temasek sceglierebbero di costruire un recinto. Ma voi riuscite ad immaginarvelo, fatte le debite proporzioni? Un modo valido a contenere l’equivalente sgattaiolante di un piccolo e artigliato Harry Houdini/Potter, sempre affamato, sempre pronto a sfruttare ogni situazione a suo vantaggio. Molto meglio lasciare le lontre libere di fare quello che preferiscono. Dopo tutto, non sono così diverse da noi.

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