Presentato Dark Souls 2 ai VGA 2012, analisi di un fenomeno

La voce profonda del narratore pronuncia lenta queste parole: “Sei uno dei Non Morti, eternamente senza luce, eternamente privo di speranza”. Il pubblico dell’annuale premiazione americana VGA Awards trattiene il fiato: è ormai tradizione che l’evento, in cui vengono premiati i migliori videogiochi dell’anno secondo la giuria di Spike TV, sia utilizzato come trampolino di lancio per i più attesi e popolari prodotti futuri. Qui negli anni scorsi hanno debuttato giochi del calibro di Batman: Arkham City e Halo Reach, titoli dalla grande accessibilità e appartenenti a saghe celebri dall’alto valore commerciale. Ma mai, neanche una volta, si è verificato nulla di simile. Il pubblico di giovani e casual gamer cui si rivolge questo programma assiste in silenzio al bellissimo full motion video fatto realizzare, probabilmente, da uno studio di animazione esterno allo sviluppatore From Software. Si accendono le luci, due secondi di silenzio e… all’improvviso il trionfo, la platea in delirio. Cosa ci sarà di tanto speciale nell’ennesimo Action-RPG giapponese, per di più tanto cupo, dai colori spenti e con un vibe che tende decisamente verso il tragico e il deprimente? In cui tutto è già morto, forse ancora una volta i veri eroi risiedono nel passato, il grosso della storia comparirà in descrizioni testuali o sarà appannaggio esclusivo delle congetture di community elitarie, solo parzialmente informate…La risposta è che la serie di Dark Souls è un folle e sfrenato anacronismo, forse il videogioco più atipico e significativo degli ultimi 20 anni.

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